Furore (romanzo di Steinbeck): riassunto
Furore, titolo originale The Grapes of Wrath, è un romanzo dello scrittore statunitense John Steinbeck. Fu pubblicato per la prima volta il 14 aprile del 1939 e divenne un best seller in America tra il 1939-1940 con 4 milioni e mezzo di copie vendute. L’autore riuscì a guadagnare con le vendite circa 75.000 dollari, considerata una somma notevole per l’epoca.
Steinbeck ottenne per il romanzo Furore il Premio Pulitzer nel 1940; poi nel 1962 ottenne il prestigioso Premio Nobel per la letteratura per le sue scritture realistiche ed immaginative. Egli fu anche un grande giornalista e cronista di guerra nel secondo conflitto mondiale.
Approfondimento
La storia del romanzo e il contesto storico
Con Furore, l’autore fu duramente attaccato perché accusato di essere un romanziere di sinistra che sosteneva il New Deal di Roosevelt. Il romanzo infatti è diventato il simbolo della crisi del ’29 e della grande depressione che ne seguì. Gli Stati Uniti attraversarono un momento molto difficoltoso a causa del crollo della borsa di Wall Street, che provocò l’aumento della disoccupazione e l’innalzamento dei prezzi. Soltanto il Presidente Roosevelt con il New Deal riuscì a risollevare la situazione.
Steinbeck con il romanzo vuole inserirsi infatti in questo difficile contesto economico, raccontando le difficoltà reali che le persone incontrarono nella vita di tutti giorni nel momento di crisi profonda. Egli trovò gli spunti necessari proprio in un giornale, il «San Francisco News» che pubblicava annunci di lavoro in California. Moltissime persone si erano ritrovate senza lavoro a causa di una serie di tempeste di polvere (Dust Bowl) che avevano impoverito la terra coltivabile in Oklahoma. Le fattorie erano state abbandonate e i contadini si trasferirono in massa in California, sperando di trovare nuove opportunità.
Il titolo originale, in italiano I grappoli di odio, è tratto da un verso di Howe che si riferisce all’Apocalisse:
Mine eyes have seen the glory of the coming of the Lord:
he is trampling out the vintage where the grapes of wrat are stored.
Riassunto e trama
La trama racconta la storia della famiglia Joad, costretta ad abbandonare la propria fattoria in Oklahoma e a spostarsi verso la California. Tom Joad, dopo aver scontato 4 anni di carcere torna a casa e decide di portare via da quella condizione di povertà la propria famiglia.
Si mette così in viaggio sulla Route 66 con la mamma, la matriarca della famiglia, e Al. A questo gruppo di persone si aggiunge una giovane sposa Rosa Tea, in attesa di un bambino, e suo marito Connie, il fratello Noè, la sorellina Ruth e un predicatore di nome Casy, che resta tutto il giorno a filosofare con la testa tra le nuvole.
Una volta arrivati in California capiscono che non è il luogo che essi hanno sempre sognato: si prospetta avanti a loro una dura realtà. Tom uccide per sbaglio durante uno sciopero il poliziotto che aveva sparato a morte Casy, ed è costretto a fuggire.
Finale e commento
Rosa Tea viene abbandonata dal marito e partorisce un bambino morto. L’ultima scena del romanzo è l’immagine di lei che allatta un uomo malnutrito.
Una foto di speranza e solidarietà, inserita dall’autore per lasciare un messaggio positivo ai lettori. Il romanzo suscitò forti dibattiti all’interno della critica statunitense, che si divise in suoi sostenitori e suoi oppositori.
Dal romanzo è stato tratto un film nel 1940 che ha vinto due premi Oscar con Henry Fonda nel ruolo di Tom Joad, e che riscosse grande successo nelle sale.
Incipit del romanzo
Di seguito l’incipit di Furore:
Nella regione rossa e in parte della regione grigia dell’Oklahoma le ultime piogge erano state benigne, e non avevano lasciato profonde incisioni sulla faccia della terra, già tutta solcata di cicatrici. Gli aratri avevano cancellato le superficiali impronte dei rivoletti di scolo. Le ultime piogge avevano fatto rialzare la testa al granturco e stabilito colonie d’erbacce e d’ortiche sulle prode dei fossi, così che il grigio e il rosso cupo cominciavano a scomparire sotto una coltre verdeggiante. Agli ultimi di maggio il cielo impallidì e perdette le nuvole che aveva ospitate per così lungo tempo al principio della primavera.
Popolizio ne sta facendo una versione teatrale.Ero curiosa, non l’ ho letto.Ho trovato l’ articolo ben fatto ed esaustivo.Spero di leggerlo presto.Grazie.