Ritratto di Claude Monet (opera di Renoir)

Nel 1875, Pierre-Auguste Renoir ritrae il suo amico Claude Monet realizzando, a parer mio, un’opera che può essere tranquillamente paragonata ai ritratti di maestri come Tiziano, Raffaello e Velasquez. Il dipinto è un olio su tela che misura 85 x 60,5 cm. Renoir e Monet furono per molti anni amici e compagni di quella avventura artistica che fu l’Impressionismo.

Ritratto di Claude Monet (eseguito da Renoir)
Claude Monet ritratto da Pierre-Auguste Renoir (1875, olio su tela) • Altezza: 85 cm; larghezza: 60.5 cm • Musée d’Orsay, Parigi (Francia)

La loro frequentazione avvenne mentre, insieme ad altri, si incontravano al Café Guerbois, all’inizio del 1860, per immaginare e definire non solo l’Impressionismo, di cui in seguito saranno due importanti rappresentanti, ma soprattutto il futuro dell’arte.

Ritratto di Claude Monet: il quadro

In questo dipinto, Renoir vuole giocare con l’amico, il quale si mette in posa mentre è ancora al lavoro su uno dei suoi quadri. L’abito è quello che Monet usa per dipingere e, mentre stringe una tavolozza fra le mani, si gira verso il suo interlocutore. L’affetto che Renoir aveva per Monet si può intuire per come colloca il cappello e circonda la testa dell’amico con le foglie di un oleandro, quasi a voler santificare con un’aureola e una corona il pittore che conserva la sua espressione ironica e trasognata. Il volto di Monet è luminoso e attira tutta la luce del quadro, che poi si disperde fra le finestre dello sfondo.

L’abito scuro contrasta questo passaggio della luce. La stanza è spoglia e tutta l’attenzione si dirige verso il soggetto che sembra stia per tornare da un momento all’altro al suo lavoro. La luminosità del volto è ottenuta grazie alle pennellate sovrapposte che aumentano le tonalità del bianco, mentre lo sfondo è stato dipinto con pennellate lunghe che sviluppano una diversa luce; per questo, osservando il quadro, la prima cosa che si nota è il volto di Monet, poi lo sfondo e infine l’abito del pittore.

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Il quadro fu esposto nel 1876 ottenendo un certo successo di critica. In quel periodo gli Impressionisti iniziavano ad ottenere apprezzamenti per il loro lavoro dopo alcuni anni di critiche aspre e della derisione del pubblico.

Solo dieci anni prima, infatti, gli Impressionisti erano stati criticati e derisi al Salon de Refusés, dove avevano esposto le oro opere già rifiutate dagli organizzatori del Salon, che avevano deciso di non fare esporre i loro quadri perché li ritenevano troppo lontani dai canoni artistici dell’epoca. Ma le cose in seguito cambiarono rapidamente a loro favore. Un cambiamento questo che ha accomunato molti artisti di epoche diverse, in cui la derisione o l’indifferenza in breve tempo si sono trasformate in successo e fama.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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