Paradise Beach – Dentro l’incubo, recensione del film
“Paradise Beach – Dentro l’incubo” è il titolo italiano del film “The Shallows” (2016), realizzato dal regista spagnolo Jaume Collet-Serra, e che vede protagonista l’attrice e modella americana Blake Lively. Blake interpreta Nancy, ragazza che nella storia affronta un terribile squalo bianco.
Approfondimento
Paradise Beach – Trama del film
Nancy ha trovato finalmente la spiaggia che sua madre amava frequentare quando era viva. E’ una spiaggia solitaria, poco conosciuta e difficilissima da raggiungere. Si trova in Messico e quando Nancy la vede, rimane abbagliata dalla bellezza del mare.
Non c’è nessuno, solo due surfisti con i quali cavalca qualche onda. Carlos che le ha dato un passaggio vive non lontano dalla spiaggia ma subito si ritira in casa. La sua amica decide di non raggiungerla e di rimanere mezza sbronza in albergo. Nancy quindi si prepara a passare la notte da sola.
Nel pomeriggio Nancy avvista una balenottera morta e decide di avvicinarsi per vederla meglio. Così inizia l’incubo.
Lo squalo
Senza volerlo entra nella zona di caccia di un grosso squalo bianco. Viene azzannata ma riesce a raggiungere uno scoglio in cui per un po’ di tempo, forse, starà al sicuro. La ragazza è ad un bivio, o soccombe allo squalo o muore sull’isolotto dissanguata.
Trailer
Locandina del film
Commento al film
Nancy, isolata sullo scoglio, decide di combattere e in questa scelta c’è l’unico elemento valido del film. La lotta fra la protagonista e lo squalo è uno scontro primitivo. Tale scontro pone Nancy di fronte al suo istinto di sopravvivenza. Lo squalo non è un animale pacifico ma non è nemmeno il mostro che è stato rappresentato nei moltissimi film in cui è protagonista.
Dal capolavoro del 1979 di Steven Spielberg, che raccontava la forza inarrestabile di uno squalo assassino che terrorizzava un isolotto della California, ci sono stati moltissimi film che ne hanno seguito le orme. La maggior parte noiosi o improbabili.
Paradise Beach – dentro l’incubo ha rischiato di fare la stessa fine ma invece dopo un’ inizio noioso e lento, il regista prende il giusto ritmo e la lotta fra Nancy e lo squalo prende la giusta piega. Tre quarti del film pesano sulle spalle di Nancy e dello squalo bianco, i quali dimostrano di avere buone capacità attoriali.
La lotta per la sopravvivenza costringe Nancy a muoversi in un fazzoletto di mare bellissimo. Lei si scopre capace di lottare nelle acque basse della baia in cui sembra intrappolata. Il senso di soffocamento e la disperazione che coinvolge la ragazza sono resi bene dal contesto naturalistico e dalla determinazione della ragazza a sopravvivere.
Il film Paradise Beach è credibile come un altro del genere Open water. In quest’ultimo due fidanzati rimangono da soli in mare aperto, dopo che la barca turistica che li aveva portati lì per un’immersione, si è dimenticata di loro. Entrambi i film utilizzano bene la paura che suscita il mare e il senso di smarrimento che si prova di fronte ad una natura ostile. In queste situazioni a volte la forza e la speranza non sono sufficienti a superare il peggio.