Paesaggio bretone. Il mulino David (quadro di Gauguin)
Il dipinto che andiamo ad analizzare si intitola “Paesaggio bretone. Il mulino David“, di Gauguin. Paul Gauguin non ama gli impressionisti. La sua ricerca pittorica non si limita a rappresentare la realtà e per questo non riesce a considerare i suoi colleghi, amanti della luce, al suo stesso livello. La sua visione è quella che Picasso racconterà per se stesso a Gertrude Stein nel bel libro da lei dedicatogli: Picasso (in Italia pubblicato da Adelphi), cioè che dietro a ciò che vediamo esiste un’altra realtà che va svelata e quando solleviamo il velo dobbiamo riuscire a mostrarla nel modo più chiaro possibile.
Così cerca di fare Gauguin: cerca attraverso l’esperienza visiva di astrarsi e mostrare la sua visione spirituale della realtà. E il suo peregrinare per la Polinesia alla ricerca di questa visione spirituale della realtà, lo porta ad approfondire ulteriormente la sua teoria. I contemporanei che lavorano come lui, benché su piani diversi, sono Cézanne e Van Gogh, con i quali Gauguin condivide le sue riflessioni e che mostreranno con la loro originalità tre differenti modi di distaccarsi dagli impressionisti. Gauguin chiama lo scopo della sua ricerca appunto “astrazione“.
Paesaggio bretone. Il mulino David: analisi del dipinto
Il dipinto “Paesaggio bretone. Il mulino David“, realizzato nel 1894, dopo il suo ritorno da Tahiti, è proprio un esempio della sua ricerca. Si tratta di un’opera stilisticamente semplice. Gauguin usa un disegno nitido, linee verticali e linee orizzontali per dividere in parti omogenee la scena.
La semplicità dell’esecuzione e la scelta di colori che non sono sempre aderenti alla realtà, ricordano il dipinto di un bambino. Il dipinto appare compatto e chiuso in una realtà mitica e ancestrale.
Probabilmente, la ricerca di cui si è detto parte proprio da questo: voler rappresentare una fotografia che nella sua semplicità primitiva chiede un’attenzione particolare, al fine di mostrare l’attenzione con la quale Gauguin ha ricostruito i dettagli. E la sensazione che vuole infondere allo spettatore rispecchia proprio questa necessità di guardare oltre la pura realtà di colori e luce.