Lasciare la mancia: origini dell’usanza
Si definisce con il termine “mancia” un compenso in denaro che si usa elargire, oltre al dovuto, come ricompensa per un servizio ricevuto. Solitamente tale termine viene utilizzato in particolar modo nel settore alberghiero e della ristorazione. Ma le origini di questo termine derivano dall’antico francese “manche”, ossia manica, poiché le dame nel Medioevo usavano staccarsi le maniche appunto, durante lo svolgimento dei vari tornei, per donarle come dono ai loro cavalieri.
Successivamente nella società la “mancia” venne data dai padroni ai propri servi i quali, non ricevendo né stipendio, né alloggio, ma omaggiati solo con un abito nuovo l’anno, potevano così permettersi di comprare le maniche di ricambio, dato che le maniche dell’abito erano le prime a logorarsi.
Il termine “mancia” potrebbe invece derivare anche dal latino “mano” e successivamente assumere anche il significato di “regalo”. La mancia intesa come “regalo” per i servizi ricevuti venne denominata, nel periodo medioevale, con il nome romantico di “Buonamano”. Questo arcaico termine non viene più utilizzato nel linguaggio italiano corrente. Inoltre la mancia viene utilizzata anche nel senso più ampio di gratifica quando il datore di lavoro, in occasioni solenni o in riconoscimenti di particolari meriti, elargisce una somma di denaro ai propri dipendenti.
In Italia, la mancia non è obbligatoria ma è considerata solo un obbligazione naturale caratterizzata dalla spontaneità del dare. Mentre negli Stati Uniti o in Canada è obbligatoria. In Egitto e nel Nord Africa, è una prassi molto diffusa: dato che gli stipendi medi delle popolazioni sono notevolmente bassi, si riesce così a trovare un modo per raggiungere un guadagno economico più dignitoso. Solo in Oriente ed in particolare in Giappone, la mancia è considerata quasi un’offesa.