Nobumichi Asai e l’arte del Face-hacking

Il face-hacking è una branca della Net Art (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo): una forma d’arte nata ai tempi di internet, che cresce e si sviluppa sulla Rete. La Net Art nasce a cavallo degli anni Novanta, arte digitale che si evolve di giorno in giorno. Sfrutta le possibilità artistiche che si possono sviluppare grazie all’utilizzo dell’informatica attraverso l’uso di caratteri alfanumerici e caratteri speciali. Il face-hacking è un tipo di arte che viene realizzata utilizzando proiettori sempre molto precisi che servono a comporre statue viventi con espressioni facciali vivide e molto realistiche.

Face-hacking
Face-hacking

È un’arte che è resa possibile dal progresso registrato nel campo del face mapping e delle proiezioni olografiche. È appunto sfruttando proiettori sempre più avanzati e precisi che si possono realizzare “statue viventi”.

Face-hacking e ologrammi

Questo tipo di arte permette agli artisti di realizzare opere incredibili con immagini proiettate su oggetti inanimati e animati. Si è passati in pochi anni da immagini proiettate su superfici statiche, come ad esempio gli edifici, ad animazioni proiettate su facce in movimento.

L’olografia è la tecnica che permette la realizzazione di ologrammi, cioè immagini tridimensionali che riproducono personaggi di fantasia oppure reali, oppure qualsiasi altra cosa: piante, natura e tante altre realtà presenti o passate. Sfrutta insomma l’illusione ottica per riprodurre con la tecnica fotografica la realtà, in modo fedele oppure con fantasia. In altre parole si può definire l’ologramma una forma di realtà virtuale.

L’artista di riferimento: Nobumichi Asai

In questo campo l’artista più famoso è Nobumichi Asai di Tokyo. Asai ha ottimizzato la tecnologia perfezionandola per diversi anni; con il suo lavoro è in grado oggigiorno di tracciare i movimenti del viso in tempo reale e regolare le proiezioni di conseguenza.

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L’esperto giapponese ha infatti, insieme al suo team, visualizzato un’installazione di tracciamento del viso e proiezione in tempo reale che costituisce il futuro del face hacking. Per esempio, mentre due modelli umani stanno seduti al centro di un palco poco illuminato, vengono proiettate sulla loro pelle immagini di paesaggi luminosi che sono creati attraverso la mappatura della proiezione 3D. Ciò cambiando la geometria, lo stile e le dimensioni in modo rapido. Si tratta di vere e proprie reinterpretazioni della forma umana, grazie all’unione di tecnologia e arte, virtuale e reale.

È stato l’artista giapponese a creare nell’agosto 2014 il progetto OMOTE, primo esempio mondiale di realtime tracking face projection mapping; il progetto è stato premiato ad Ars Electronica – importante festival, premio, e centro museale a Linz, in Austria. La sua fama poi si è diffusa grazie ai progetti di face mapping per Lady Gaga visti ai Grammy 2016 e per Color Connected, per la campagna pubblicitaria di Intel.

La filosofia di Nobumichi Asai si basa sulla ricerca dell’essenza umana, proprio come avveniva per le maschere antiche. Per lui un volto è un vero linguaggio di comunicazione e ogni persona ha sviluppato un proprio linguaggio del volto. Da qui l’utilizzo di questa riflessione nelle arti visive. Il suo sito personale: www.nobumichiasai.com; alcuni video delle sue opere: vimeo.com/nobumichiasai

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Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

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