La libertà di stampa dopo il fascismo

La stampa dopo il fascismo (così come la libertà di stampa) visse un periodo che potremmo definire di libertà vigilata. Stampa e media iniziarono a dipendere infatti dal governo militare alleato (angloamericani), che agì attraverso il PWB (Psycological Walfare Branch).

La libertà di stampa dopo il fascismo: il giornale "La Vita del Popolo" (Treviso, 30 aprile 1945)
La libertà di stampa dopo il fascismo: il giornale “La Vita del Popolo” (Treviso, 30 aprile 1945)

La stampa dopo il fascismo: il contesto storico e le pubblicazioni

In Sicilia e in Calabria escono i primi fogli di piccolo formato a due facciate. A Palermo, nel 1943, esce “Sicilia liberata”. A Bari la “Gazzetta del Mezzogiorno” e a Napoli, dove non viene concessa la ricomparsa de “Il Mattino”, esce il “Risorgimento”.

Nei primi mesi i partiti stanno ricostituendosi e i giornali sono come sempre lo strumento della lotta e delle manovre politiche: al centro del dibattito vi è la questione monarchia o repubblica. È aprile quando la situazione politica cambia. Nasce il governo Badoglio (antifascista) e compaiono gli organi di partito: a Napoli “La voce” socialcomunista, “Il giornale” liberale e “Il domani d’Italia democristiano.

A Roma, tutti i partiti pubblicano i loro organi: “L’Avanti!”, “L’Unità”, “Il popolo”, “L’Italia liberata”. Nasce “Il Tempo” creato da Angiolillo e Leonida Répaci, d’impronta moderata, che si diffonde per l’assenza dalle edicole de “Il Messaggero” e del “Giornale d’Italia”. A Palermo, riprendono le pubblicazioni del “Giornale di Sicilia”, mentre a Catania nasce “La Sicilia”. Il ministero della cultura popolare (Minculpop) viene sostituito dal sottosegretariato per la stampa, il titolare è il democristiano Spataro.

La nascita della Rai (radio) e dell’Ansa

I partiti sono tutti concordi, per quanto riguarda la radio, alla creazione di un ente pubblico monopolistico: nasce nel 1944 la Rai (Radio Audizioni Italia). Un altro problema era quello di avere un’agenzia nazionale di notizie; con il consenso degli alleati, gli editori dei giornali, compresi quelli di partito, avevano fondato l’Ansa (Agenzia nazionale stampa associata).

LEGGI ANCHE  La nascita del giornale "la Repubblica" di Eugenio Scalfari

I nuovi giornali e gli accordi sul futuro della stampa

A Milano e nelle altre città del nord si discute del futuro della stampa: c’è chi vorrebbe cancellare le testate compromesse dal fascismo e col nazismo, c’è chi sostiene che nel nuovo Stato democratico dovranno esserci solo giornali di partito. Gli alleati sostengono la necessità di far circolare nelle maggiori città anche i quotidiani indipendenti. Ma il comitato stampa stabilisce che accanto ai giornali del Pwb, escano soltanto gli organi di partito, i fogli cattolici non compromessi e i quotidiani promossi dai comitati di liberazione. Così avviene in tutte le città appena liberate intorno al 25 aprile 1945.

A Milano, compare per primo “L’Italia liberata”, seguito dall’”Unità” e dall’”Avanti!”. Mario Borsa, insieme ad altri giornalisti, prepara l’uscita de “Il nuovo Corriere”, ma i comitati di liberazione e il prefetto di Milano bloccano il giornale. Il 2 maggio 1945 compare anche il quotidiano del Pwb che s’intitola “Giornale lombardo”, che si differenzia dagli altri per il formato (tabloid) e per la foliazione che è di quattro pagine, al contrario degli altri giornali che hanno un formato grande e sono a due pagine.

Le richieste degli alleati si fanno sempre più pressanti affinché compaiano anche quotidiani indipendenti e che vengano scelti direttori e redattori che non abbiano precedenti col fascismo. Si arriva dunque ad un compromesso, il “Corriere” esce sotto un altro titolo, ovvero “Corriere d’Informazione” e così pure “La stampa” diventa “La nuova stampa”, mentre la “Gazzetta del popolo” diventa la “Gazzetta d’Italia”.

Ci siamo impegnati per scrivere questo articolo. Speriamo ti sia piaciuto. Se ti è stato utile, lascia un messaggio in fondo.

Avatar photo

Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

Speriamo questo articolo ti sia servito. Noi ci siamo impegnati. Lascia un commento, per favore: