Lacci (di Domenico Starnone)
based on a true story?
mi scrive un’amica:
ciao forrest! ma tu hai letto ‘Lacci’ di Starnone? io lo sto finendo ora: mominchia!
quindi come posso non prenderlo? anche perché non è l’unica che mi ha detto così, anche se in realtà sarebbe bastata, perché non sbaglia mai, mai, mai.
quindi lacci – einaudi, 2014, dove domenico starnone racconta una storia lineare ma difficilissima.
tre punti di vista per far pensare su uno degli interrogativi più grandi:
fino a che punto bisogna trovare compromessi?
e chi dice mai, forse non capisce che quando ci sono persone e sentimenti e vite coinvolte, il limite tra fuga per pigrizia e paura e invece me ne vado perché ho solidi principi morali, è così sottile che ops scusa non l’avevo visto, l’ho rotto?
chi dice sempre, bisogna sempre trovare compromessi, trovare soluzioni, a volte si autocondanna a un peso sul cuore che hai voglia a fare finta ciccio, si vede e si sente e scusa io mi sposto un attimo perché c’è come la tendenza a buttarlo addosso agli altri sto cazzo de peso.
la bilancia non va mai in equilibrio.
questo libro parla di persone vere. di genitori che mica solo perché sei madre o padre allora i tuoi figli devono essere il centro di tutta la tua vita. ora che ogni secondo vediamo sui sn fotoraccontidescrizioni (tutti stupendi, divertentissimi, chissà come faceva mia madre senza smartphone) di amici con pupi più o meno nuovi, mi chiedo ma perché nessuno dice mai non ce la faccio? anche solo sai cosa? non ho voglia.
no, non ci credo che la paternità/maternità sia davvero tutto. credo si possa accantonare anche senza fatica la propria vita, ma mica la sotterri. ci sono momenti in cui viene fuori.
in lacci, viene fuori quello che è vero. non basta l’ammòre infinito per i figli. conta di più quello che si prova per se stessi.
le cose belle fuori, tutte luccicanti, magari dentro sono rotte e ammuffite
forse bisognava pensarci prima di costringere e costringersi ad amare.