Improvvisazione 6 (Africano): opera di Kandinsky

Questa opera di Kandinsky si riferisce a un periodo preciso della vita dell’artista, come enunciato dal sottotitolo dell’opera “Improvvisazione 6”, ovvero “Africano”: sono gli anni dei grandi viaggi con Gabriele Munter. L’opera è del 1909 ed è un olio su tela 107 x 99,5 cm, conservato presso la Stadtische Galerie di Monaco.

Kandinksy - 1909 - Improvvisazione 6 (Africano)
Improvisation 6 (African) – Kandinksy, 1909

Improvvisazione 6 (Africano): breve storia e analisi del quadro

Un viaggio proprio nel continente africano della coppia, che si recò in Tunisia, dove Vasilij Kandinsky conservò vivo il ricordo della luce e dei colori di questa terra. In questo dipinto sembra di vedere i colori del deserto: lo sfondo giallo, che diviene arancio e poi rosso. Colori luminosi adoperati con abilità, quali il bianco e il giallo per conferire all’opera la luce di quelle terre visitate e imprigionarla sulla tela, il rosso che conferisce il carattere “sconfinato, tipicamente caldo”, che cambia sino a diventare quiete rappresentato dall’azzurro.

È la fase in cui Kandinsky ha già superato il suo periodo “impressionista” e sta per superare anche quello “espressionista” di Murnau: ci sono ancora “parvenze” di uomini, piante, case ma tutto si rifà ai colori, vera espressione della sua opera, che diventano autonomi. C’è un episodio che il pittore ricorda, ovvero quando all’età di 14 anni acquistò con fatica, dopo aver conservato e raccolto i soldi, una cassetta di colori.

Di quell’episodio, ci tramanda il significato, il gusto di attingere dai colori, come vera e propria poesia: “Quella sensazione di allora, l’esperienza viva del colore che esce dal tubetto, la provo ancora oggi; una pressione delle dita ed ecco… festosamente, con esultanza, in maniera pensierosa, sognando, sprofondati in sé, con scherzoso brio, con un sospiro di liberazione, con il suono profondo della malinconia, con forza e resistenze ostinate, con tenerezza e dedizione cedevoli, con caparbio dominio di sé, con delicata instabilità ed equilibrio, ecco l’emergere l’uno dopo l’altro di questi esseri singolari che si chiamano colori, vivi ciascuno in sé e per sé, autonomamente dotati di tutte le qualità necessarie a un’ulteriore vita autonoma e pronti ad ogni momento a mescolarsi tra di loro e a creare serie infinite di mondi nuovi“.

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Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

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