Il padrino – Riassunto, trama e trailer del film

Diretto da Francis Ford Coppola, “Il padrino” (titolo originale: “The Godfather”) è un film, uscito nelle sale nel 1972, che ha segnato la storia del cinema mondiale: l’Internet Movie Database lo colloca al secondo posto della classifica dei migliori film statunitensi, mentre l’American Film Institute lo piazza in terza posizione. Ispirata all’omonimo romanzo scritto da Mario Puzo, la pellicola, vincitrice di tre premi Oscar, rappresenta il primo capitolo dell’omonima trilogia.

Il Padrino, locandina del film
Il Padrino, locandina del film

Trailer del film “Il Padrino”

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Trama

Nella New York del 1945 il padrino della famiglia Corleone, Vito Corleone, rappresenta il capo-mafia italo-americano più potente e rispettato della città. Immigrato dalla Sicilia, ha guadagnato nel corso degli anni autorevolezza e stima, dopo aver agito per anni nei racket sindacali e nella gestione del gioco d’azzardo illegale. L’organizzazione che fa capo a lui, e che gli permette di coordinare un giro di affari illegali di vastissima entità, comprende anche Santino detto Sonny, iracondo e poco affidabile primogenito, Fredo, ingenuo e sciocco secondogenito, e soprattutto Tom Hagen, suo figliastro, avvocato brillante diventato, nel corso del tempo, suo “consigliori”, vale a dire braccio destro. Il potere esercitato da Corleone sulla città non è fondato unicamente sulla violenza, ma su una forma particolare di amicizia: è la protezione che il boss assicura con generosità a tutti coloro che gli chiedono un favore, ma che naturalmente deve essere ricambiata con fedeltà totale e dedizione assoluta. Grazie a questa rete di amicizie, Vito Corleone nel corso degli anni è riuscito a costruirsi una serie di protezioni e conoscenze anche nel mondo “legale”.

Al termine del matrimonio della figlia Connie (Constanzia), un vero e proprio sposalizio alla siciliana con tutti i fasti che ne conseguono, Corleone riceve un trafficante di droga piuttosto pericoloso: si tratta di Virgil Sollozzo, chiamato da tutti “il Turco”, che è affiliato a una delle cinque famiglie mafiose della Grande Mela, la famiglia Tattaglia: il Turco chiede a don Vito protezione e un supporto economico (il sostegno finanziario di almeno un milione di dollari) per dare vita a un traffico di sostanze stupefacenti di portata enorme.

A dispetto del parere favorevole espresso sia da Tom che da Santino, il capo nega il proprio appoggio al Turco, scatenando così una guerra tra la famiglia Corleone e la famiglia Tattaglia: una guerra fatta di rappresaglie e attentati che coinvolgono non solo i capi, ma anche i membri meno importanti. Proprio in uno di questi attentati don Vito Corleone rimane ferito in maniera piuttosto grave. Quando Michael Corleone, figlio del boss non coinvolto fino a quel momento negli affari criminali del clan, viene a sapere che la vita di suo padre è in pericolo, convince Santino, il fratello che provvisoriamente ha assunto il comando, a combinargli un incontro con il Turco per ucciderlo.

Michael, decorato della Seconda Guerra Mondiale, ha intenzione di richiamare l’attenzione di Sollozzo proponendogli un incontro per decidere una tregua, preparandogli una trappola e colpendolo a morte. E così, il figlio di don Vito uccide in un ristorante sia lo spacciatore di stupefacenti che il membro della polizia (naturalmente corrotto) che gli faceva da scorta.

Il giovane a questo punto, per evitare l’arresto o la ancora più temibile vendetta della famiglia Tattaglia, abbandona gli Stati Uniti e torna in Sicilia, a Corleone, nella terra che ha dato i natali a suo padre. Nel paesino italiano, Michael incontra Apollonia e se ne innamora, decidendo di sposarla: poco tempo dopo, però, la ragazza viene uccisa in un attentato esplosivo a base di tritolo, dal quale egli riesce a scampare in maniera fortuita. Le cose non vanno meglio a New York, dove Sonny, attirato in un’imboscata, viene ammazzato senza troppa pietà. Nel frattempo don Vito si è ripreso ed è tornato in salute.

Così, una volta riassunto il comando, decide di porre termine alla guerra con i Tattaglia, profondamente addolorato per l’uccisione del figlio, e propone un incontro a tutti i capi delle famiglie mafiose più importanti della città per raggiungere un compromesso e stabilire una tregua. Nel corso dell’incontro viene sancito che i boss hanno il permesso di spacciare la droga, a patto di rispettare alcune regole precise: nel caso in cui tali regole non vengano seguite, una nuova faida sarà inevitabile. Don Vito, inoltre, in cambio dell’assicurazione sull’incolumità del figlio Michael e della pace, accetta di proteggere (grazie alle sue amicizie in ambito giudiziario) il giro d’affari relativo agli stupefacenti che sta per iniziare. Michael così può tornare negli Stati Uniti e prendere il posto nella famiglia di Sonny.

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Mentre il padre sceglie di ritirarsi a vita privata, affidandogli il comando di tutti gli affari, egli sposa Kay Adams, una ragazza che aveva conosciuto ai tempi del college e con la quale era già stato fidanzato. La coppia ha anche un figlio, che viene chiamato Anthony Vito. Don Vito muore nel 1954: poco dopo i boss delle altre famiglie mafiose propongono a Michael di redigere un nuovo accordo. Michael, però, non cade nel tranello, e mettendo i pratica i consigli datigli dal padre, è consapevole che i capi degli altri clan hanno in mente di esautorare il potere dei Corleone, intenzionati a ucciderlo. Così, in maniera coraggiosa e imprevista, anticipa gli altri capi, facendo uccidere loro e tutti coloro che l’hanno tradito, a partire da Tessio, caporegime, e da Carlo Rizzi, suo cognato e marito di Connie, che anni prima era stato il responsabile del tradimento di Santino. Carlo viene strangolato, su ordine di Michael, da Peter Clemenza, caporegime, precettore mafioso e padrino di battesimo di Santino. La famiglia Corleone, quindi, ha vinto la guerra: una volta riconquistato il potere su tutta la città, può prepararsi al trasferimento a Reno e a Las Vegas, là dove il gioco d’azzardo, che da tempo rappresenta il terreno di gioco privilegiato della famiglia, si sta espandendo addirittura in maniera apparentemente legale.

Kay chiede a Michael se è vero che ciò che sua cognata Connie le ha detto (ovvero che il marito è stato ucciso). Michael nega con sdegno e le ordina di non osare mai più chiedergli nulla a proposito dei suoi affari. Ma Kay comprende tutta la verità quando Michael riceve, nello studio che era di don Vito, gli omaggi che i capiregime devono al nuovo padrino.

Il Padrino, una scena del film
Il Padrino, una scena del film

Il successo mondiale

Uno dei motivi dello straordinario successo che il film ha ottenuto, non solo negli Stati Uniti, va rintracciato nella qualità degli attori protagonisti: da Marlon Brando (che, doppiato da Stefano De Sandro, veste i panni di don Vito Corleone) a James Caan (Santino), da Al Pacino (Michael) a Diane Keaton (Kay), da Al Lettieri (il Turco) a Talia Shire (Constanzia).
Il padrino”, come detto, ha avuto anche due sequel: nel 1974, “Il padrino – Parte II”, e nel 1990 “Il padrino – parte III”, per una trilogia che è entrata a pieno diritto nella storia della cultura del Novecento.

La cerimonia di premiazione dei premi Oscar del 1973 è stata letteralmente dominata dal film di Francis Ford Coppola: oltre alla statuette vinte per il miglior attore protagonista (Marlon Brando), per il miglior film (Albert S. Ruddy) e per la migliore sceneggiatura originale (Mario Puzo e Francis Ford Coppola), la pellicola ha ricevuto anche le nomination per il miglior attore non protagonista (Al Pacino, James Caan e Robert Duvall), per il miglior montaggio (Peter Zinner e William Reynolds), per la migliore regia (Francis Ford Coppola), per i migliori costumi (Anna Hill Johnstone), per il miglior sonoro (Christopher Newman, Richard Portman e Charles Grenbach) e per la migliore colonna sonora (Nino Rota). Tra gli altri riconoscimenti ottenuti, vale la pena di menzionare i cinque Golden Globe (miglior colonna sonora originale, miglior film drammatico, migliore sceneggiatura, miglior attore in un film drammatico e migliore regia) e il David di Donatello come migliore film straniero.

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Stefano Moraschini

Stefano Moraschini lavora sul web dal 1999. Ha fondato Biografieonline.it nel 2003. Legge e scrive su, per, in, tra e fra molti siti, soprattutto i suoi, tra cui questo. Quando non legge e non scrive, nuota, pedala e corre. È degustatore professionale e giudice internazionale di birre. Copywriter e storyteller, aiuta le persone a posizionarsi sul web raccontando la loro storia. Puoi metterti in contatto con lui su Instagram, LinkedIn, Twitter, Facebook.

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