Differenza tra gioielleria e oreficeria
Gioielleria
Con il termine gioielleria si fa riferimento solamente ad oggetti realizzati in uno dei quattro metalli preziosi (oro, argento, platino e palladio), e normalmente in essi viene incastonata almeno una delle sei pietre definite preziose (diamante, rubino, zaffiro, smeraldo, corallo, perle, madreperla). La preziosità dipende dall’aspetto estetico, dalla rarità e dalle proprietà ottiche (oltre all’indice di rifrazione e la dispersione della luce che le attraversa). Per quanto concerne l’etimologia di questo termine, possiamo dire che la critica si è divisa tra i vari termini latini: guadia, ovvero gioia, oppure jocale, parola generica che significa appunto monile, gemma e cose definite appunto preziose.
Il commercio della gioielleria segue specifiche normative che permettono una giusta trattazione dei preziosi. Le attività commerciali operanti devono essere in possesso di un’apposita licenza di pubblica sicurezza, rilasciata dalla Questura. Tale licenza è obbligatoria sia per la trattazione dei preziosi (oro, argento, platino, palladio, diamanti, rubini, smeraldi, zaffìri, corallo e perle) sia nel settore dell’orologeria.
Oreficeria
Gli oggetti realizzati solo in metallo prezioso e con gemme usati per ottenere oggetti artistici, invece, sono definiti oggetti di oreficeria (legati alla lavorazione dell’oro). Le lavorazioni dell’oro, che fu uno dei primi metalli ad essere usato grazie alle sue caratteristiche di indistruttibilità e malleabilità, sono per lo più identiche a quelle antiche: i monili vengono infatti realizzati tramite fusione e attraverso varie tecniche, come il cesello, lo stampo, a filigrana e a sbalzo.
L’arte orafa è strettamente correlata alla gioielleria, i cui manufatti utilizzano i metalli preziosi come leganti per la produzione di gioielli con relative gemme. L’argento è il migliore conduttore di calore ed elettricità fra tutti i metalli, ed è presente in natura sia allo stato puro che sotto forma minerale. È utilizzato in particolar modo nella gioielleria, in fotografia e nella monetazione.
Il platino, invece, è un metallo di transizione, malleabile e duttile, e presenta una colorazione bianco-grigio. Utilizzato in vari ambiti, dalla realizzazione di attrezzi da laboratorio per contatti elettrici, a dispositivi anti-inquinamento delle automobili, alla costruzione di catalizzatori nell’industria chimica e nell’ambito della gioielleria. Resiste alla corrosione ed è presente in natura sia allo stato nativo che in alcuni minerali di rame e nichel.