General Motors, breve storia
La General Motors è un colosso automobilistico americano, che affonda le sue radici in oltre un secolo di storia. Nasce il 16 settembre 1908, grazie al fiuto dell’imprenditore William Crapo Durant che intuisce l’avvenire del mercato automobilistico e decide in investire in quello che sarà un vero e proprio Eldorado. Durant riunisce sotto il marchio General Motors (GM) diverse piccole case automobilistiche, tra cui Oldsmobile, Buick, Oakland e Cadillac.
Il quartier generale è Detroit, dove per i primi tempi hanno sede le fabbriche, e nel giro di un paio d’anni dalla fondazione la GM fa il suo ingresso in borsa. Viene quotata nel 1911 a New York. Inizia così l’ascesa di quest’azienda che, tra gli anni Venti e negli Trenta, assorbe anche una compagnia di autobus, creando la GreyHound Lines e portando a casa un gran bel colpo per il mercato. Questa società, infatti, fornisce agli americani, che desiderano spostarsi, un’alternativa agli intercity con i suoi bus.
Sono anni impegnativi, ma anche di enorme successo. Tra il 1923 e il 1928, GM apre 19 stabilimenti in 15 Paesi diversi. Nel 1925 acquista la Vauxhall Motors in Inghilterra e nel 1929 l’Adam Opel (un’enorme fabbrica tedesca). Il mercato europeo si presenta molto interessante, perché già 1920 GM conta 30 mila veicoli esportati fuori dagli Usa e di questi il 45 percento è destinato al mercato europeo. È in questi anni che rafforza la sua posizione, ma al tempo stesso affronta anche la prima crisi del mercato automobilistico. Durant lascia la direzione dalla società a due facoltosi manager P. Du Pont e A.P. Sloan, che trasformano GM in un’impresa multi-attività con divisioni studiate ad hoc.
Nel 1930, GM acquista Electro-Motive Corporation, un costruttore di carrozze a motore, e il suo fornitore di motori, Winton Engine, mettendosi a produrre anche locomotive e treni a diesel e soprattutto dominando anche questo settore. Per la GM la prima metà del Novecento è sinonimo di successo e non sorprende che, il 31 dicembre 1955, il colosso di Detroit festeggi il primo miliardo di dollari di fatturato annuo.
Nel 1953 l’allora presidente di GM, Charles Erwin Wilson diventa Segretario alla Difesa per il governo di Eisenhower. Una scelta politica davvero strategica perché in quegli anni la GM è tra i datori di lavoro più grandi del mondo.
I problemi iniziano negli anni Ottanta. Nel 1978 la concorrenza di Ford e Chrysler, associata a quella dell’emergente mercato giapponese, mette in difficoltà la dirigenza di GM. Il decennio successivo è davvero duro: il mercato è sempre più ampio, crolla la domanda e l’azienda inizia una grave sofferenza. Deve fare i conti con impianti da aggiornare, personale in esubero e ovviamente la mancanza di una strategia.
Negli anni Novanta iniziano i licenziamenti di massa, tanto che nel 1998 uno sciopero contagia per circa sette settimane sei importanti impianti americani, tra cui quello di Flint. Si trova costretta a liquidare marchi importanti come Opel (che poi in realtà diventa solo una divisione del gruppo) e SAAB, scomparendo dal mercato europeo con i suoi impianti.
Purtroppo la crisi, che attualmente tocca il mercato globale, non si è ancora risolta e GM continua a navigare in brutte acque. Negli anni duemila rischia più volte il fallimento, tanto che nel 2006 cede le partecipazioni in Subaru, Suzuki e Isuzu, mentre nel 2009 comunica la chiusura di un pezzo di storia, la Pontiac, per poter ristrutturare l’azienda. Le dismissioni della Pontiac devono portare capitale nelle casse di General Motors per evitare il fallimento e soprattutto per alimentare i quattro marchi principali: Cadillac, Buick, Chevrolet e GMC. Purtroppo il primo giugno 2009, la GM dichiara bancarotta e il controllo dell’azienda passa nelle mani del governo.