Giornalismo: la nascita delle gazzette
Secolo XVI. Anversa, Augusta e Strasburgo sono le città che danno inizio alla diffusione delle gazzette a stampa quindicinali o settimanali. Le prime escono senza titolo, hanno il formato dei libri a due o a quattro pagine.
L’esercizio della stampa e l’attività giornalistica sono controllati dai principi e sottoposti a censura. Il compilatore è un funzionario o un fiduciario della corte. Firenze e Genova sono le prime ad avere una gazzetta: di quella fiorentina, che dovrebbe risalire al 1636, non esiste una documentazione sicura, mentre per quella genovese, avviata nel 1639, esiste la documentazione.
Approfondimento
L’origine della parola Gazzetta
L’origine del nome risale ad un avviso veneziano del 1563, venduto a una “gazeta” (moneta d’argento da due soldi).
Da qui il titolo “Gazzetta”. In Italia, una censura ecclesiastica severa si somma o si sovrappone a quella esercitata dal sovrano.
A Parigi, comincia ad uscire, nel 1631, “La Gazette” voluta da Richelieu. È compilata da un ex medico, Théophraste Renaudot. All’inizio esce a quattro pagine in piccolo formato e non arriva alle mille copie vendute. Ma poi l’ex medico la rende sempre più interessante, inserendo anche degli annunci commerciali, che gli permettono di abbassarne il prezzo. Da qui, già nel 1672, “La Gazette” conta dodicimila abbonati.
Il quotidiano
Il primo quotidiano della storia nasce invece a Lipsia, nel 1660, con il nome “Notizie fresche degli affari della guerra e del mondo”; successivamente, sarà chiamato “Leipziger Zeitung”. Paesi Bassi e Inghilterra si sottraggono alle regole dell’assolutismo: Amsterdam è all’avanguardia per l’attività di stampa. In Inghilterra, si rivendica la libertà di espressione e a darne lo slancio sono le vicende legate alla guerra civile. Da qui, le richieste di abolire il privilegio e la censura preventiva.
Un passo avanti, insomma, che viene raggiunto nel 1695: è allora che il Parlamento abolisce il Licensing Act. Nel 1702 nasce a Londra il “Daily Courant”, il primo quotidiano moderno della storia. Mentre in Francia nasce, nel 1777, il primo foglio quotidiano, il “Journal de Paris”. Già nel 1787, il liberale Edmund Burke parla della stampa come “quarto potere”. Iniziano a spiccare grandi firme come Daniel Defoe e Jonathan Swift. Defoe è noto in quanto è il primo romanziere ad aprire la serie dei feuilletons, pubblicando Robinson Crusoe a puntate sul “Daily Post” a partire dal 1719.
In Italia
In Italia, tra la fine del Seicento e i primi del Settecento inizia ad ampliarsi la rete delle gazzette. Escono a Torino, Bologna, Mantova, Messina, Parma, Modena e anche a Rimini. Tra queste gazzette vanno ricordate “Il sincero” di Genova, “I Successi del mondo” di Torino e il “Rimino”. Alla fine del Seicento, salgono alla ribalta i giornali letterari. A Roma esce il “Giornale dei letterati”, ma questo tipo di giornalismo trova campo fertile a Venezia, considerata la capitale dell’arte e della stampa; ed è qui che nasce il “Giornale dei letterati d’Italia”.
Esce a Firenze, nel 1740, “Novelle letterarie”, un settimanale. Si tratta di periodici frutto del lavoro comune di più esperti e il contenuto riguarda vari argomenti, quali scienze, storia, diritto, teologia. A Parigi, durante il regno di Luigi XIV, nasce il “Journal des Scavans“, che comincia la pubblicazione nel 1665. Dopo la metà del Settecento, Venezia consolida il primato letterario grazie a Goldoni.
Comincia a penetrare l’influenza dell’Illuminismo, della Massoneria e quella del giornalismo culturale di Londra con il “Tatler” e lo “Spectator”. Sull’esempio dello “Spectator”, nasce a Venezia “Gazzetta Veneta”. Oltre al modello dei giornali di Londra, inizia a circolare in Italia la lezione illuminista dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert a Venezia, ma soprattutto, a Milano, nasce “Il Caffè” di Alessandro e Pietro Verri e Cesare Beccaria.