Turner (Mr. Turner) recensione del film
Uscito nei cinema americani alla fine del 2014 e nei cinema italiani il 29 gennaio 2015, Mr. Turner è un film biografico sulla vita del pittore William Turner, scritto e diretto dal regista britannico Mike Leigh. Il protagonista del film è impersonato dall’attore inglese Timothy Spall.
Recensione del film
Joseph Mallord William Turner è stato uno dei più grandi paesaggisti della storia dell’arte europea. La sua pittura esprime e rappresenta una luce sovrannaturale, che rivela tutto ciò che nell’immagine dobbiamo vedere. Ma l’espressione di tale luce è talmente impattante e così travolgente da trascinare lo spettatore in un vortice emotivo che spazia per tutto il quadro.
La sua ricerca è stata intensa e dolorosa, e l’amore per la luce, come ricerca ed espressione artistica, è stata portata avanti con una forza originale e inedita per l’epoca, tanto che nell’ultima parte della sua vita, benché a volte non fu capito dai contemporanei, interessò invece i critici e gli impressionisti, che studiarono e amarono i suoi dipinti.
Ma la biografia che il regista Mike Leigh realizza con questo film, Mr. Turner (in Italia: Turner), non riguarda la vita artistica del pittore inglese, bensì la sua vita privata e interiore, che inevitabilmente, però, riporta continuamente a quella artistica.
Secondo la visione di Leigh, William Turner era un uomo chiuso, ombroso, umorale e respingente, che si dedicò solo alla pittura, in una ricerca spasmodica di migliorare il proprio stile, aiutato dal padre e da una cameriera che viveva con loro. Turner amava donne più anziane di lui con le quali, però, intesseva rapporti difficili, perché la sua straordinaria sensibilità la esprimeva solo attraverso la pittura.
Un film biografico
Il film racconta l’ultima parte della vita di Turner, quando già era un pittore affermato e viveva della sua arte. Leigh riesce costruire il contesto in cui il pittore viveva, mostrando tutte le sfumature della sua vita, l’affetto per il padre che accettava il figlio per quello che era, il rapporto libidinoso con la cameriera, alla quale quasi non rivolgeva la parola, i suoi viaggi per trovare nuovi paesaggi da dipingere, il rapporto con gli altri pittori, i conflitti con la sua prima famiglia che quasi non conosceva e l’ultimo matrimonio celebrato in segreto.
Ma al di là degli eventi, il regista non tralascia alcun aspetto storico, lavora con estrema perizia sui dettagli ricostruendo il mondo di Turner, dove i quadri sono presenti e sono un riflesso della sua vita, ma non sono mai protagonisti delle scene.
Il protagonista, l’attore Timothy Spall, che impersona William Turner, lo rende un uomo quasi muto, che grugnisce contro una realtà che poco gli interessa, attratto solo dai suoi quadri che dipinge, con sempre maggior ardimento, cercando di rappresentare la totalità della luce del giorno. “Il sole – dirà Turner nel film – è Dio“. Un Dio che in alcune scene è meravigliosamente rappresentato attraverso scorci della giornata del pittore, tramonti, albe e meravigliosi paesaggi con Turner sullo sfondo che cerca di catturarli sulla tela.