Disastri della guerra (opera di Francisco Goya)
Con “I disastri della guerra” (Los desastres de la guerra) Francisco Goya è riuscito a rappresentare la dura e triste realtà della guerra d’indipendenza di Spagna con tanta intensità. Si tratta per Goya di una vera e propria testimonianza dei disastri provocati dalla guerra che possono essere trattati attraverso l’arte. L’opera, una serie di incisioni, è composta da 80 tavole.
Approfondimento
I disastri della guerra: le prime tavole
La prima tavola, dal titolo “Tristi presentimenti di ciò che accadrà” (Tristes presentimientos de lo que ha de acontecer), ritrae un uomo inginocchiato e supplicante, vestito di stracci, con lo sguardo rivolto verso l’alto. Sullo sfondo regna l’oscurità, angosciante, quasi come se fosse popolata da mostri.
Si prosegue con la tavola dal titolo “Con o senza la ragione” (Con razon ó sin ella), dove alcuni patrioti spagnoli stanno per essere fucilati da un plotone di soldati napoleonici. Gli uomini lottano sino alla morte.
La terza, si intitola “Lo stesso” (Lo mismo) e fa riferimento allo stesso soggetto della precedente, dove vi è appunto l’assenza della ragione. Qui un patriota brandisce la sua ascia contro un soldato francese, mentre sullo sfondo un altro spagnolo accoltella il nemico. E’ una scena carica di drammaticità. Sono scene, queste, che si susseguono.
La storia dell’opera
Quest’opera rimase a lungo inedita. Venne infatti pubblicata nel 1863, per la prima volta, a distanza di quasi vent’anni dalla morte del pittore. Quando Goya iniziò a realizzarla era il 1810. Il 1811 e il 1812 sono gli anni che vengono definiti “anni della fame”. Alle ingiustizie della guerra si aggiunge anche la disperazione per la fame. L’artista descrive gli effetti, che si possono vedere dalle tavole 48 alla 64.
Con I disastri della guerra, Goya vuole testimoniare il fallimento delle idee. Ma non è tutto. Uomo dall’animo sensibile, è il primo a notare, e tra i primi a rappresentarla, la miseria della prostituzione. Mette infatti in evidenza la condizione di vittime di queste donne costrette a prostituirsi. Insomma, attraverso queste incisioni, Goya evidenzia come il conflitto faccia venir fuori il peggio della natura umana.
Il contesto storico
Sono opere che Francisco Goya dipinge dal vivo durante la rivolta del popolo spagnolo contro l’occupazione napoleonica. Dipinge il sentire, fa emergere il suo stato d’animo, descrive i tempi che sta vivendo, lo fa con poesia attraverso le sue opere. Si interroga, libera lo spirito.
Con sentimento e intuizione, non gli manca affatto il senso critico circa la realtà che lo circonda. L’artista dà testimonianza guardando oltre l’apparenza. Seppure autentico e originale, diventa anche un pittore molto ricercato dalle corti. Ritratti che gli vengono commissionati dai nobili che gli danno la possibilità di guadagnare, lasciandolo libero di esprimersi.
Goya ritrae poi la disperazione, il sacro e il profano. E ancora: la vita, la morte, il bello e il brutto. Documenta la stupidità e la follia umana. Realizza scene fantastiche, ispirate dai suoi sogni. E’ un abile incisore, come aveva già dimostrato ad esempio con i suoi “Capricci” (Los Caprichos).
È uno dei più grandi pittori spagnoli dell’età illuminista, anticipa i tempi, proponendo un’apertura verso il Romanticismo e il Realismo, attingendo appunto anche dalla vita reale, oltre che da immagini fantastiche dettate dalla sua immaginazione. È un artista libero, che ama i piaceri della vita. Con il suo messaggio afferma che in arte non ci sono regole, ma conta senza dubbio la personalità del pittore. Il periodo in cui si dedica a “I disastri della guerra” è un anno critico per la storia del suo Paese. Goya accetta commissioni e onorificenze dai governanti stranieri, ma contemporaneamente condanna la guerra. E lo fa in modo magistrale attraverso queste incisioni.