Atlante delle crisi mondiali, libro di Sergio Romano

La politica internazionale è una materia in continuo cambiamento. Molti scrittori hanno cercato di fare una sintesi convincente di fatti ed episodi che hanno avuto un’influenza importante sulla nostra storia e sulla storia mondiale. Fra questi spicca, a parer mio, Sergio Romano che riesce a sostenere e ad argomentare tesi sostanziali sulla politica internazionale senza seguire principi morali ma seguendo solo ed esclusivamente un principio ispiratore di carattere universale. In questo articolo parliamo del suo libro Atlante delle crisi mondiali, uscito nel 2018 (Rizzoli, pagine 286).

Atlante delle crisi mondiali
Atlante delle crisi mondiali. Copertina del libro di Sergio Romano (2018)

L’autore Sergio Romano

Romano è un manuale di storia vivente, che ha analizzato e meditato su moltissimi fatti della storia contemporanea e dell’ottocento, dai quali ha tratto riflessioni apparse su giornali e libri di storia di buon successo.

E’ uno scrittore profondo che controlla bene le fonti e sa utilizzare, senza annoiare il lettore, i dettagli che gli sono necessari per portare a termine le sue riflessioni. Inoltre è un realista e sa guardare ai fatti in modo oggettivo con un piglio alla Winston Churchill, cioè senza risparmiare nulla al giudizio. Non c’è quindi alcun idealismo nel suo lavoro ma solo l’attenzione di uno scienziato della politica all’oggetto delle sue ricerche.

Sergio Romano
Lo scrittore Sergio Romano. Dello stesso autore abbiamo recensito due libri biografici, rispettivamente su Putin e Trump.

Atlante delle crisi mondiali

Il suo ultimo libro, Atlante delle crisi mondiali è l’opera riassuntiva e più ampia di tutto il suo lavoro. Il suo scopo è quello di spiegare attraverso la storia i rapporti fra le Nazioni in un’epoca di disordine e di cambiamenti profondi nell’identità dei popoli. Un’opera ambiziosa dove la Storia diventa un mezzo per comprendere in modo profondo e preciso il senso del disordine internazionale in cui ci troviamo adesso.

Kissinger e l’autore

Il saggio di Sergio Romano richiama e ricorda l’opera di un altro grande della politica internazionale, Henry Kissinger che con il suo “Ordine mondiale” pubblicato nel 2014 raccontava con radici storiche robuste e dettagliate la situazione internazionale e i suoi prossimi cambiamenti. Il lavoro di Romano ci permette di guardare da un altro punto di vista dettagli che sembrano insignificanti ma che invece sono decisivi per comprendere i rapporti di forza fra le nazioni, le contraddizioni politiche dei protagonisti, e la dinamica dei poteri in contrasto in tutto il pianeta.

Kissinger però osserva il mondo dal piedistallo americano mentre Romano è molto critico con gli USA di cui conosce benissimo la politica estera e a cui non risparmia anche critiche feroci. Kissinger invece apprezza l’apertura verso la Cina che però i fatti degli ultimi mesi con l’apparente guerra commerciale voluta da Trump e attuata con l’innalzamento dei dazi, sembrano smentire. Mentre Romano non apprezza nulla della politica estera americana, anzi ne stigmatizza gli errori, non citando gli accordi con la Corea del Nord che invece sono successivi alla pubblicazione del libro.

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Le esperienze e le riflessioni

L’analisi comunque che ne viene fuori è piena di fascino e ha il pregio di contenere moltissime informazioni utili anche per ulteriori approfondimenti. Lo svolgimento del libro porta ad approfondire il Medio Oriente che si trova in un caos infinito; l’Asia sempre più trascinata nel cono d’ombra della Cina; la situazione delle Americhe, soprattutto l’America del Sud in un continuo squilibrio politico; la situazione europea, con il suo antico amore, la Russia. In questa nazione Sergio Romano è stato ambasciatore italiano dal 1985 al 1989.

L’autore cita molti aneddoti ma non lo fa seguendo un suo piacere personale o per il puro divertimento di raccontare. Anzi, riporta fatti a cui ha assistito personalmente come il crollo dell’URSS quando era ambasciatore a Mosca. Oppure racconta il suo viaggio a Gerusalemme e a Hebron, allo scopo di ricordare il massacro avvenuto il 25 febbraio del 1994; allora un fondamentalista americano, Baruch Goldstein, per vendicare una strage del 1929, uccise 29 arabi e ne ferì 125.

Il massacro avvenne nella moschea della Tomba dei patriarchi e dimostrò, secondo Romano che:

niente è tanto difficile quanto la spartizione dell’eredità fra due popoli che sono per molti aspetti religiosamente vicini.

Le minacce nucleari

Stesso discorso vale per la Corea del Nord. Romano sostiene – ma come ho detto il libro è uscito prima degli accordi di pace firmati il 12 giugno 2018 a Singapore –  che Kim Jong-un sia stato indotto a dotarsi dell’arma nucleare per evitare di essere conquistato dagli americani che lo avevano inserito nella lista degli stati canaglia, dopo l’11 settembre del 2001.

La stessa strategia viene utilizzata contro l’Iran; tale nazione proprio a causa di un contrasto aperto con gli Stati Uniti e i suoi alleati, sta cercando di dotarsi di un’arma nucleare. Ci sono punti di vista su cui si può dissentire, come il suo ottimismo nei confronti di un’Europa federale, proprio a causa delle circostanze attuali. Tuttavia il modo di ragionare di Romano e il suo stile narrativo valgono bene il prezzo del libro.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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