L’arte preistorica
Quando si analizza l’arte preistorica ci si trova di fronte ad un primo problema: non esistono spiegazioni sulla sua origine e sui suoi scopi. L’arte preistorica, infatti, nasce prima della scrittura, circa 30.000 anni fa, per cui non ci sono testimonianze scritte sulla sua genesi.
Approfondimento
Ipotesi sull’origine dell’arte preistorica
Possiamo, pertanto, solo ipotizzare per quale motivo gli uomini che la realizzarono, decisero di esprimersi in quel modo. La prima ipotesi riguarda la ricerca di poteri spirituali e il desiderio di trovare protezione contro gli eventi negativi o gli spiriti maligni.
Le pitture rupestri più interessanti ed enigmatiche si trovano nelle grotte del sud della Francia a Lascaux. Un meraviglioso documentario del regista Werner Herzog, “Cave of Forgotten Dreams”, mostra in dettaglio la qualità artistica di quei disegni, realizzati in un arco temporale fra i 10.000 e i 30.000 anni fa.
Questo periodo risale all’Età della Pietra, un arco di tempo molto ampio che ha avuto inizio 750.000 anni fa e si è concluso circa 2000 anni fa. Le opere rinvenute attraversano un arco temporale che è stato ulteriormente suddiviso in: Paleolitico superiore, il cui inizio risale a 40.000 anni fa, Mesolitico, che ha avuto inizio 10.000 anni fa e il Neolitico che è iniziato 8.000 anni fa e si è concluso 2.000 anni fa.
Interpretazione dell’arte preistorica
Molti di questi dipinti rappresentano animali, scene di caccia, uomini e, in alcuni casi, segni, come mani oppure impronte di piedi. La maggior parte aveva un significato spirituale e uno scopo propiziatorio, affinché la durezza della vita potesse essere mitigata con l’aiuto di spiriti benigni. Benché molti dipinti siano stati realizzati nella profondità delle grotte, dove vivevano le popolazioni dell’epoca, risultano ancora vividi e incredibilmente realistici.
La ritualità dei disegni incarna lo spirito del tempo, che però non è facile da interpretare. Perché, se è vero che è molto probabile che l’arte servisse per catturare le forze spirituali, è altrettanto vero che i disegni non rappresentano nessuna divinità. Inoltre non sappiamo se le popolazioni dell’epoca credessero in un dio antropomorfo oppure avessero, come è probabile, una definizione vaga delle forze spirituali. Sicuramente, volevano contrastare, e in qualche modo cercare di controllare, la durezza della propria esistenza, tanto precaria a causa della difficoltà nel reperire il cibo e nel proteggere la propria vita.
Sviluppo dell’arte preistorica
In seguito, durante il periodo del Mesolitico, fra i 10.000 e gli 8.000 anni fa, i pittori preistorici si spostarono dalle caverne e iniziarono a realizzare le loro opere all’aperto. I dipinti furono realizzati su rocce dove apparivano guerrieri che combattevano contro gli animali per difesa e per caccia.
Durante il Neolitico (8.000 – 2.000 a.C.) le popolazioni stanziali che avevano imparato a sfruttare l’agricoltura per sopravvivere, realizzano più dipinti e poterono sviluppare concetti diversi rispetto alle popolazioni che si dovevano spostare per cacciare e per procurarsi il cibo. Questo aspetto permise un’evoluzione dell’arte che si è poi manifestata con monumenti come Stonehenge, il cui scopo è ancora oggetto di interpretazioni. Benché i ritrovamenti archeologici testimonino che era un luogo di sepoltura, sicuramente ha avuto funzioni diverse nel corso del tempo.
Il rapporto fra arte e spiritualità ha radici antiche. L’idea che l’arte potesse essere un catalizzatore di energie magiche e che la rappresentazione di eventi potesse suscitare un futuro propizio, ha accompagnato per molti secoli gli artisti nel loro viaggio creativo. Nel caso dell’arte preistorica vi sono misteri ancora più affascinanti che legano magia, superstizione, ricerca spirituale e conoscenza di un mondo diverso da quello che vedevano. Le popolazioni dell’Età della Pietra erano convinte che esistesse un altro mondo oltre quello che gli era concesso di vedere e l’arte era un modo per poterlo suscitare e per poterlo rappresentare attraverso una simbologia condivisa.