L’Ansia (Anxiety) o Angoscia, dipinto di Munch

Un quadro che evoca malinconia ed angoscia esistenziale. “Ansietà”, di Edvard Munch esprime i sentimenti provati dal pittore durante la sua vita.

C’è una strada che si snoda davanti al mare, a Christiania, in Norvegia, a cui il pittore Edvard Munch fu molto affezionato. Scelse tale strada proprio come luogo di alcuni dei suoi quadri più famosi: tra questi vi sono L’Urlo e Sera sul viale Karl Johan. Su questa strada che costeggia la spiaggia, Munch allestì il “teatro” di alcuni suoi dipinti epocali. Quello che ci accingiamo a considerare è intitolato L’Ansia, e fu realizzato nel 1894. Il quadro è conservato ad Oslo, presso il Museo dedicato all’artista. Intitolato in inglese Anxiety a volte è indicato in italiano anche come “L’Ansietà” oppure “Angoscia“.

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L’Ansia (Ansietà, Angoscia) – 1894 – Olio su tela, 94 cm x 74 cm

L’Ansia: analisi del dipinto

Lo sfondo è formato da un cielo di colore rosso e giallo, ed è mosso dalle linee asimmetriche ed irregolari. In lontananza due navi solcano un mare che riflette il cielo incendiato. In questo contesto paesaggistico Munch rappresenta una processione di uomini e donne, muti e con gli occhi sbarrati. Le figure sono come chiuse in un mondo inaccessibile. Sono gli stessi soggetti che ritroviamo in un altro dipinto dello stesso autore, il già citato “Sera sul viale Karl Johan“.

Sera sul viale Karl Johann
Sera sul viale Karl Johann (1892)

In quest’opera di Munch è palpabile un senso di malinconia molto forte. Le persone vengono ormai percepite alla stregua di una folla senza identità. E’ come se l’elemento umano e quotidiano si fosse dileguato per fare spazio al tema caro a Munch. Quello dell’angoscia esistenziale e dell’incomunicabilità.

L’Ansia” è compreso nel ciclo intitolato “Il Fregio della Vita: Poema sulla Vita, l’Amore e la Morte”. L’autore lo dipinse nel lasso di tempo compreso tra il 1893 e il 1900. Gli elementi pittorici che colpiscono in questo quadro sono gli aneli di ombre e i colori che circondano le figure. Tali elementi ricordano le aureole sulla testa degli angeli, per mettere in risalto la loro provenienza divina.

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Nel dipinto di Munch l’aura intorno alle figure non ha alcun riferimento divino. Essa sta bensì ad indicare un sentimento umano e ricorrente: la paura, l’ansia, il senso di minaccia. A rappresentare l’ansietà in tutta la sua gravità vi è la donna con la cuffia. Ella appare nitidamente nel dipinto rispetto alle altre figure umane, che vanno man mano dissolvendosi.

L’angoscia e la concezione del dolore di Edvard Munch

L’esistenza di Edvard Munch fu costellata di episodi traumatici che gli causarono disturbi psicopatologici, dai quali non riuscì mai a liberarsi del tutto. L’artista norvegese è stato descritto come un uomo schivo, misogino e affetto da un conflitto inconscio di tipo ansiogeno. Fu anche ricoverato in una clinica psichiatrica, anche se per poco tempo.

Proprio grazie ai suoi dipinti riuscì in qualche modo a convivere con i fantasmi della mente, in quanto seppe rappresentare artisticamente tutto il dolore e l’angoscia esistenziale che provò.

Con il termine “angoscia esistenziale” si definisce uno stato cosciente, caratterizzato da sentimenti di apprensione e ansia. Si tratta di un dolore psicologico simile all’ansia, ma più invasivo, provocato da una serie di stimoli emotivi troppo intensi che la psiche non riesce a controllare e “filtrare”. La cosiddetta “angoscia a colori” che caratterizza i lavori di Edvard Munch, è stata sicuramente la conseguenza delle dolorose esperienze personali vissute dal pittore durante l’infanzia e l’adolescenza.

La bravura di Munch sta proprio nella sua capacità di trasporre i sentimenti nelle opere: nel dipinto “Ansietà” appunto per la prima volta questo stato d’animo, che un po’ tutti conosciamo e ci portiamo dietro, è stato magistralmente riprodotto e rappresentato.

Edvard Munch
Foto di Edvard Munch

Come lo stesso artista ha più volte dichiarato, la sua pittura nasce dal tentativo di comprendere i rapporti con l’esistenza, quindi diventa un mezzo per rappresentare i propri vissuti, anche quelli più angoscianti e dolorosi. Il pittore è consapevole che sentimenti come la malinconia e l’angoscia esistenziale lo accompagneranno fino alla morte. Ecco spiegato il ritorno continuo di linee mobili, colori infuocati e soggetti che evocano sofferenza, caratteristiche pittoriche costanti nella sua produzione artistica.

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Cristiana Lenoci

Cristiana Lenoci è laureata in Giurisprudenza e specializzata nel campo della mediazione civile. La sua grande passione è la scrittura. Ha maturato una discreta esperienza sul web e collabora per diversi siti. Ha anche frequentato un Master biennale in Giornalismo presso l'Università di Bari e l'Ordine dei Giornalisti di Puglia.

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