Mareggiata, opera di Paolo Salvati

Corre l’anno 2010 quando nella sua amata Roma il Maestro Paolo Salvati incontra l’imprenditore Ivo Lenci presso il soprannominato studio laboratorio dei sognia. Lì nasce l’interesse ad una tela con qualche tratto di matita e colore appena annunciato. L’opera doveva essere completata. Lenci chiese allora cosa rappresentasse. Per Salvati il dipinto era già definito nel cuore e nella mente: stava per dipingere una barca a vela in difficoltà con il mare in tempesta, che avrebbe incontrato il sereno e tutto sarebbe andato bene. L’opera finita, fu intitolata: Mareggiata.

Mareggiata - Paolo Salvati - quadro - 2011
Mareggiata, 85 x 117 cm. Tecnica: olio su tela. Firmata nel 2011 (Collezione Lenci)

Il dipinto fu pubblicato per la prima volta sul CATALOGO dell’ARTE MODERNA “Gli Artisti Italiani dal Primo Novecento ad Oggi”, edizioni Giorgio Mondadori del 2012.

Proprio in quell’anno nasce la Serie UNICA. Salvati dipinge le opere d’arte commissionate da Ivo Lenci, dipinti su tela destinati alla riproduzione su etichette di Bottiglie d’Autore per vini italiani.

Il racconto di Ivo Lenci

L’incontro con il Maestro Grande di Pittura avvenne una sera a Roma in un ristorante tipico di Roma, “Il Bersagliere”. Era l’anno 2010 ed era inverno, avevo trascorso la serata a teatro e all’uscita, ormai a tarda ora, cercavo un luogo dove poter mangiare. Sulla Via Appia vidi l’insegna di questo ristorante e notai con piacere che aveva ancora persone sedute ai tavoli, quindi pensai che forse si poteva mangiare un boccone. Non ero solo ma con altre due persone. Appena entrai e presi posto, non potei fare a meno di notare una persona anziana seduta ad un tavolo che gustava una pizza margherita, con un brocca di vetro di vino rosso.

Era lì, solo, non proferiva parola con nessuno, eppure sembrava sereno. I suoi movimenti mentre tagliava la pizza erano regali, aveva dei capelli grigi, lunghi, insomma a me sembrava un re. Fu così che al temine della mia cena, ammirato per le sensazioni che avevo ricevuto osservando quella persona, mi recai alla cassa per saldare il mio conto e di impulso, ma con il cuore, decisi di offrire in anonimato la cena a quel signore regale dai capelli grigi e lunghi.

Le persone che erano con me, all’uscita del ristorante, decisero di fare un pausa per avere qualche minuto da dedicare alla pratica veneranda di fumare una sigaretta. Loro ignoravano completamente il mio gesto sino al momento in cui sentii un colpo sulle spalle e una voce che sussurrava così: “Ci conosciamo?”. Nel voltarmi ero emozionato al solo pensiero di poter scambiare una conversazione con un “Re”. Risposi: “No” e lui di tutto punto estrasse dalla giacca un biglietto da visita e disse: “Piacere, io sono Paolo Salvati e sono un pittore, un artista.”.

“Vedi ragazzo” disse ancora, “io sono convinto che gli incontri non avvengano mai per caso”. Mi invitò così presso il suo laboratorio per ammirare alcune sue opere e disse ancora: “Visto che mi hai offerto la cena, io ti regalerò una mia opera.”

Ci salutammo e conclusi il viaggio verso casa in silenzio, ignorando, del tutto involontariamente, le persone che erano con me, felice di aver fatto un incontro magico. Così nei giorni successivi decisi di telefonare e prendere un appuntamento per far visita al suo laboratorio. Una volta lì, sembrava di essere entrato nel laboratorio dei sogni, e lui con una semplicità disarmante, descriveva a me le sue opere d’arte, con la delicatezza e la superbia che solo un “Re” saprebbe avere.

Vidi una tela che doveva essere completata e chiesi a lui cosa rappresentasse. Si avvicinò e con la stessa voce di quando ebbi la fortuna di averlo conosciuto mi disse: “Vedi lì, una barca a vela è in difficoltà con il mare in tempesta, ma non ti preoccupare perché sta per incontrare il sereno, tutto andrà bene”. Senza fiato, per qualche istante, stordito dalle sue parole dinanzi ad una tela bianca, su un cavalletto, con qualche tratto di matita appena annunciato, ero riuscito a vedere con lui il quadro finito, una “magia”.

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Stefano Moraschini

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