Lo Hobbit, un viaggio inaspettato (il film) – Riassunto e commento

Il film

Lo Hobbit, un viaggio inaspettato è uscito nelle sale italiane il 13 dicembre 2012. Il film è stato diretto, prodotto e sceneggiato da Peter Jackson, creatore della trilogia Il Signore degli Anelli. Lo Hobbit è il primo dei tre film che formeranno la trilogia ispirata dall’omonimo romanzo di John Ronald Reuel Tolkien intitolato come il film, pubblicato in Italia da Adelphi e da Bompiani. Il film è stato girato in gran parte in Nuova Zelanda, dove  erano state effettuate anche le riprese de Il Signore degli Anelli.

Lo Hobbit, Locandina del film
Lo Hobbit (2012), Locandina del film

Lo Hobbit, un viaggio inaspettato: breve commento

Il film non è all’altezza de Il Signore degli Anelli. Questo appare evidente già dalle prime scene, malgrado la maestria di Jackson riesca a  trascinarci in una storia appassionante e coinvolgente che però meritava un unico film e non certo una trilogia.

Perché Il Signore degli Anelli aveva una struttura che permetteva la realizzazione di una saga cinematografica spezzata in tre film mentre Lo Hobbit nasce come libro singolo che inizia e finisce in un unico percorso narrativo.

Comunque il divertimento non manca, gli effetti speciali sono all’ altezza della fama del regista e la struttura narrativa, incalzante e abbastanza fedele al libro mantiene desta l’attenzione per tutto il film.

Riassunto e trama del film

Alla ricerca di uno scassinatore: Bilbo Baggins

La prima scena si apre  sulla contea, terra degli hobbit, dove vive Bilbo Baggins. E’ anziano e sta scrivendo un libro in cui vuole raccogliere le sue memorie. I suoi ricordi si addensano sul regno dei nani governato dal re Thror situato dentro alla Montagna Solitaria. E’ un regno ricchissimo e al massimo del suo splendore.

I nani hanno scavato in profondità e sono riusciti ad accumulare una grande quantità di oro. Proprio questa ricchezza ha attirato un drago, Smaug, che spazza via i nani e si insinua facendo la sua tana dentro alla città. Poi i suo ricordi si spostano  a quando era più giovane e viveva nella contea, in una lussuosa casa scavata nella collina, circondato dai libri e immerso nella pace della sua casa.

Un giorno, mentre fuma tranquillamente la sua pipa, viene raggiunto da Gandalf, un mago vestito di grigio, che gli propone di partire per un lungo e avventuroso viaggio. Bilbo rifiuta perché ritiene la proposta bizzarra ma il mago non si arrende e traccia un segno sulla porta di casa Baggins.

La sera stessa un gruppo di nani, 13 per la precisione: Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur, Bombur e il loro capo Thorin, arrivano a casa di Bilbo, senza essere stati invitati e senza troppi complimenti gli divorano la dispensa. Poi arriva anche Gandalf e davanti ad un Bilbo attonito i nani iniziano a discutere della loro avventura. Gandalf tira fuori una mappa nella quale sono indicati alcuni percorsi per raggiungere una via secondaria che gli permetta di entrare nella Montagna Solitaria, meta del loro viaggio.

Gandalf propone a Bilbo per la seconda volta di andare con loro, assoldandolo contrattualmente come scassinatore: anche questa volta lui rifiuta, ma poi se ne pente e li raggiunge.

Il futuro re dei nani: Thorin

Il capo della spedizione è Thorin Scudodiquercia, nipote del re spodestato dal drago Smaug. Thorin vuole rimpossessarsi della sua città e ridare al suo popolo, disperso, un luogo dove vivere e naturalmente vuole anche ricuperare il suo oro. La compagnia, formata da Gandalf, Bilbo e i nani, si mettono quindi in cammino verso la Montagna Solitaria e durante il tragitto, che si rivela impegnativo e difficile, incontrano tre Troll di montagna, Guglielmo, Berto e Maso, che si stanno cucinando un pasto.

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I Troll gli rubano due pony e inoltre li imprigionano preparandoli come secondo piatto del banchetto.  Tuttavia grazie all’intervento di Gandalf e all’espediente di Bilbo di tenerli occupati con i suoi ragionamenti, i Troll, che non possono essere sottoposti alla luce di giorno, perdono tempo fino a quando le luci dell’alba li trasformano in pietra.

A questo punto la compagnia decide di cercare le grotte in cui i Troll dimoravano, e lì fra vari oggetti trovano tre spade, una di queste è pungolo una spada magica che diventa azzurra quando  ci sono orchi nelle vicinanze. Il loro viaggio prosegue verso Gran Burrone, il regno degli elfi governato da Elrond. Mentre attraversano le pianure incontrano lo stregone marrone, Radagast che confida a Gandalf di aver visto un Negromante nel castello di Dol Guldur.

La compagnia prosegue ma viene attaccata dagli orchi in sella ai mannari. Riescono a fuggire e raggiungere Gran Burrone. Lì il re elfo spiega alla compagnia che la mappa è visibile, in tutte le sue parti, solo in un giorno particolare dell’anno, il giorno di Durin. Nel leggerla comunque si accorgono che  c’è una porta laterale. Sarà Bilbo a doverla aprire.

Nel frattempo Gandalf indice una riunione con Elrond, Saruman stregone supremo del suo ordine e Galadriel, regina di una stirpe elfica. Gandalf non riesce a convincerli che il Negromante è Sauron. La Compagnia riparte verso le Montagne Nebbiose, ma senza Gandalf. I nani e Bilbo devono raggiungere la Montagna Solitaria.

L’anello

Il cammino è lungo e durante la notte decidono di riposarsi all’interno di una delle grotte delle montagne. Mentre dormono vengono assaliti dagli orchi che li imprigionano. Bilbo riesce a scappare e si rifugia in una delle grotte sotterranee dove incontra Gollum (interpretato nell’intera saga da Andy Serkis).

Lì Bilbo trova l’anello del potere e se ne impossessa. Gollum, che conservava l’anello da moltissimi anni, non si accorge subito della sparizione del suo anello e non vuole aiutare Bilbo a trovare una via di fuga. Fra i due nasce allora una gara di indovinelli.

Bilbo vince la gara e a questo punto Gollum dovrebbe indicargli la via di fuga ma si accorge che non ha più  l’anello, accusa Bilbo del furto il quale indossa l’anello e diventa subito invisibile.

La minaccia di Azog

Nel frattempo Gandalf ha liberato in nani e mentre tutta la compagnia fugge verso l’esterno delle grotte vengono inseguiti dall’esercito degli orchi. Ne uccidono molti e si dirigono verso il bosco.

Qui però non sono al sicuro perché sono inseguiti da altri orchi che cavalcano i mannari degli e che sono sulle loro tracce. Gli orchi sono comandati da Azog, un orco bianco che si era già scontrato con Thorin. Azog odia profondamente il nano perché Thorin gli aveva tagliato un braccio.

Gandalf però non vuole lo scontro e ordina ai nani di arrampicarsi sugli alberi. Gli orchi però bruciano gli alberi e i nani sono costretti a scendere, nello scontro Thorin viene ferito gravemente da Azog. Le aquile giganti, alleate di Gandalf arrivano prontamente e salvano i nani. Li portano con loro e li lasciano vicino alla Montagna Solitaria.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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