Il tenente Colombo ha letto Seneca: una riflessione curiosa
La serie tv con protagonista il Tenente Colombo, interpretato dal mitico Peter Falk, fu prodotta negli Stati Uniti dal 1968 al 2003. In Italia arrivò nel 1974 e fu trasmessa sul canale TV Koper-Capodistria. La produzione consta di:
- 2 film;
- 11 serie;
- 2 serie speciali.
Gli ideatori furono due compagni di università: Richard Levinson e William Link. Essi si ispirarono ai romanzi di Ellery Queen e al personaggio di Porfirij Petrovič descritto nel romanzo “Delitto e castigo” di Fedor Dostoevskij.
Le puntate e le serie hanno avuto un successo straordinario e sono state replicate per molti anni.
Nel 2022, dopo 54 anni, Rete 4 ripropone ogni domenica una puntata delle undici serie e Amazon Prime ha presentato al suo pubblico 7 serie del famoso tenente.
Approfondimento
I motivi del successo
Il nome di battesimo del tenente Colombo compare solo in una puntata ed in modo involontario, perché lo leggiamo sul suo distintivo: Frank. Egli è un personaggio atipico nel panorama dei detective e degli investigatori. Il suo è un lavoro osservato a ritroso, perché conosciamo già l’omicida quando lui comincia ad indagare.
Osserviamo con interesse e divertimento il modo in cui inchioda il colpevole.
Sicuramente questa tecnica narrativa è originale e ha affascinato il pubblico fin dall’inizio. Ma ci sono delle caratteristiche del personaggio che da subito lo hanno consacrato nell’Olimpo dei classici e lo hanno trasformato in un personaggio simpatico a tutti.
Il tenente Colombo, infatti, sembra che abbia letto Seneca.
Il tenente colombo e Seneca
Il tempo per lui è prezioso quanto lo era per il filosofo romano; Colombo non perde un attimo; quando è sulla traccia di un assassino usa ogni minuto con estrema intensità, cercando di anticipare le mosse e gli errori del suo sospettato. E’ consapevole del tempo che passa, non solo per battere una pista, ma anche per ottimizzare il suo ragionamento.
Non cerca il denaro, né la fama. E’ umile.
Il denaro
Come per Seneca, che non disprezzava il denaro ma lo considerava solo un mezzo e mai un fine, anche per Colombo, che anzi il denaro lo considera spesso un movente azzeccato, i soldi non sono fondamentali.
Il tenente non bada al suo aspetto fisico; l’apparenza, il potere, la carriera non sono importanti. Non avrebbe mai accettato una promozione per stare dietro ad una scrivania. Non è uno sprovveduto conosce bene il valore di una posizione sociale rilevante e la forza seduttiva del denaro.
Nella puntata “Concerto con delitto” calcola in cinque minuti il valore della casa dell’omicida, un direttore d’orchestra molto famoso, interpretato da John Cassavetes, il quale rimane stupito dal valore che Colombo dà ai soldi e alla sua capacità di misurarli.
E’ ironico nei confronti della ricchezza perché sa che non porta a nulla di buono.
La fortuna
Considera la fortuna un’alleata ma se la sventura si abbatte sul suo lavoro, Colombo riesce a capovolgere la sorte in suo favore.
Così come Seneca considerava la sventura un modo per provare la propria forza, così Colombo gira a suo vantaggio gli ostacoli.
Come, ad esempio, nella puntata “Dalle sei alle nove” in cui una testimone tenta il suicidio intimidita dall’assassino e Colombo, malgrado il fatto sventurato, riesce a costruire una prova in cui l’assassino si inchioda da solo; perché il tenente comprende che agli audaci il carico di lavoro è assai più pesante che a coloro che scelgono la via più facile.
L’onestà, il passato, il presente e il futuro
E’ onesto, non si fa corrompere, nemmeno dalle buone intenzioni e quando persegue una via osserva anche il minimo dettaglio, concentrandosi solo su un argomento. La sua cultura nasce dalla strada e non dai libri e non cerca mai di sapere troppo, come consigliava il filosofo romano, ma di concentrarsi solo su una cosa per volta.
Riflette sul passato ma è concentrato solo sul presente e considera il futuro una possibilità. E’ convinto che un’attenzione riflessiva sul presente sia la chiave per risolvere gli enigmi e dunque osserva e riflette solo su ciò che accade in quel momento e non si fa mai false illusioni.
Il tenente Colombo nella cultura italiana
Gli anni in cui il tenente Colombo è apparso in tv, soprattutto in Italia, sono stati anni di benessere, crescita, ottimismo e di una sana ricerca della propria realizzazione. Colombo in questo senso non appariva come un detective di successo, né come il complessato poliziotto di strada, dal passato sofferente e da un avvenire di fallimenti.
La sua era una vita felice, amava la moglie, adorava il suo lavoro, tirava un po’ la cinghia ma non se ne lamentava mai. E cosa ancora più importante, come consigliava Seneca, non si faceva mai influenzare dalle critiche che gli altri gli esprimevano sul suo aspetto o sul suo tenore di vita.
Il tenente era invece il rappresentante della maggioranza delle persone che, malgrado il benessere diffuso, faticavano ad arrivare alla fine del mese e usavano la furbizia, l’intelligenza, la perseveranza e la pazienza per superare gli ostacoli.
E’ diventato un classico suo malgrado, proprio per la ricerca di quei principi universali che ci appartengono e che ritroviamo quando qualcuno con la sua virtù ce li mostra senza retorica.