Il rapporto tra scrittore e lettore
oggi ho un dubbio grande.
nasce ieri sera, a cena, parlando con due persone che lavorano per una casa editrice, una di quelle importanti.
il dubbio è: ma se a me un libro non è piaciuto, soprattutto se l’autore ne ha scritti molti altri che ho amato, e un giorno metti che lo vedo a una presentazione in una biblioteca, perché non posso educatamente dirgli che ecco, l’ultimo libro, anche no?
ieri sono stata abbondantemente redarguita perché una volta sì, l’ho fatto, l’ho detto al signor scrittore che l’ultimo libro anche no. ma gentilmente. e la sua risposta è stata l’ha detto anche la mia mamma.
sono convinta che gli scrittori non scrivano per i lettori, ma per i lettori pubblicano. perché sennò scrivi e te lo tieni per te. e giustamente guadagnano qualcosa, anche se troppo poco. e quindi per molti è una specie di lavoro no?
se io a lavoro sbaglio qualcosa, mi viene detto, e non sempre in maniera educata. e invece perché gli scrittori vanno sempre idolatrati?
io non dico il tuo libro fa schifo, dico il tuo libro non mi ha convinto. non ha convinto ME. non dico sei una merda. non dico tutto il tuo lavoro deve essere buttato nel water.
io non capisco, non capisco proprio. sono stata redarguita parecchio, per ‘sta cosa che ho fatto. mi è stato detto eh ma uno scrittore lavora un sacco di tempo e energie (e scusate se la miniera è altro) non devi dirgli così.
io ci sono rimasta un poco male.
no, molto male. nervoso incluso.
però forse mi sto convincendo che ho sbagliato io e starò più attenta, magari se un autore fa un passo falso secondo me, smetto di comprare i suoi libri ma in faccia gli dico SEIFANTASTICO. invece di comportarmi come quella volta, che ho detto anche no ma ho continuato a prendere i suoi libri.
casa editrice, preferisci così?