La Scala della fuga, di Joan Miró
La Scala della fuga (chiamata anche Scala dell’evasione) è uno dei quadri della serie delle Costellazioni. E’ stato dipinto da Joan Miró nel 1940; la tecnica utilizzata è la tempera su carta e il dipinto misura 38×46 cm. Attualmente fa parte di una collezione privata e si trova a New York.
Storia del quadro
Dopo la fine della Guerra Civile Spagnola, Miró visse un momento di straordinaria creatività. La guerra lo aveva sconvolto profondamente, lasciandolo in uno stato d’animo di prostrazione e sconforto. Tuttavia proprio questa esperienza trasformò il suo linguaggio figurativo, rendendolo poetico e musicale. Il pittore sviluppò un dialogo con il cielo e con la musica e realizzò una serie di opere che gli permisero di viaggiare in un mondo armonioso in cui la tecnica pittorica era il mezzo per rappresentare la sua meravigliosa fuga dalla realtà.
Il pittore catalano dichiarò in seguito: “Sentivo un profondo desiderio di evasione. Mi richiudevo liberamente in me stesso. La notte, la musica e le stelle cominciarono ad avere una parte sempre più importante nei miei quadri”.
La Scala della fuga: analisi del dipinto
I segni posti sulla tela seguono un percorso musicale, la loro armonia è in proporzione con lo spazio del quadro e in qualche modo sembrano tenersi fra loro. E’ da notare la potenziale infinità dei segni che si richiamano sia per i colori che per le linee, sviluppando un dialogo fra loro che potrebbe proseguire con altri segni e colori anche fuori dal quadro stesso. Tutto è in equilibrio proprio come il cielo stellato. I quattro punti di riferimento di questo quadro sembrano essere pazienza e dinamismo, creatività vulcanica e introspezione.
Si può fuggire dalla realtà restando con i piedi per terra ! Ognuno deve trovare la propria scala !