Ricordami così, libro di Bret Anthony Johnston
uragani
ricordami così di bretanthonyjohnston – einaudi, 2015, me l’ha consigliato la sciura marisa. che poi tanto sciura non è, manco si chiama marisa, ma rispettiamo la privacy. la sciura marisa sa cosa mi piace perché spesso, è ciò che piace a lei. io so cosa le piace forse ma soprattutto so cosa non piace al consorte, nei film, e allora se vedo un film con certe cose la avviso di non portarcelo al cinema.
mi è piaciuto questo libro? ancora non riesco a capirlo ma credo di sì. la storia parla di una famiglia, del figlio maggiore scomparso, scomparso nel senso di rapito, e del dolore dei genitori, del fratello, del nonno. ma a differenza di altri libri che possono raccontare di persone rapite che poi magari alla fine vengono ritrovate vive, o morte, e si cerca il colpevole, qui il ragazzo viene trovato, il rapitore si sa chi è, e questo non è uno spoiler perché succede anche abbastanza presto. e allora cosa c’è scritto in questo libro, che finisce subito?
non finisce subito. il ragazzo viene ritrovato e torna a casa – e per un po’ io pensavo, come in certi film, magari non è lui. invece è lui davvero e bret johnston va avanti. perché tutto quello che c’è, le emozioni, non finiscono con il bentornato a casa. l’uragano che travolge la famiglia di justin non va a perdersi nel mare ma resta lì, sopra e dentro di loro.
johnston scrive bene, è un piacere leggerlo. e si legge non per sapere come va a finire, ma per sapere come stanno le persone nel libro. cosa hanno nel cuore.
gli avvenimenti della nostra vita non ci cambiano solo nel momento in cui accadono, ma anche dopo. forse anche prima, non lo so ma di sicuro anche dopo. nei libri non sempre vengono esplorate le conseguenze, qui sì. qui è tutto conseguenze. johnston ha un piccone che scava nelle persone e vediamo cosa ne esce, da un’esperienza così dolorosa – il rapimento, e insieme così meravigliosa – trovare il ragazzo, averlo ancora a casa. per lui, justin, che non racconta quasi nulla di ciò che gli è accaduto mentre, dettagli scabrosi non ce ne sono, apprezzabile, si capisce già abbastanza grazie. ma anche per i suoi, il fratello piccolo, tutti.
si può dimenticare, una cosa tremenda? si può perdonare? si deve, forse? a volte ce lo imponiamo ma come si fa, quando le cose sono davvero troppo brutte?
una cosa che mi fa molto arrabbiare, dopo un litigio, è se l’altra persona fa finta di niente. siccome non litigo quasi mai con nessuno, mi succede solo col moroso. ma deve essere un po’ una cosa degli uomini in generale, mica che è solo lui. litighi tanto piangi urli dici cose che non vorresti né dovresti dire e poi, quando passa la tempesta forte, tutto come prima. ma è davvero tutto come prima? no. dentro, le onde sono ancora molto alte. sbattono contro le scogliere del cuore erodendole un pochino di più. quando di quelle scogliere resterà solo una spiaggia liscia che scende al mare, non sarà forse finito tutto? allora ti chiedo, non lasciare che quelle onde sbattano, arginale, costruisci altri muri prima delle scogliere così le onde non ci vanno addosso. non fare finta di niente, tampona, parla.
è un po’ questo, che si trova in quello che scrive bret johnston. onde su onde che sbattono nei protagonisti. perdonare forse si può ma non sempre. dimenticare, non si dimentica mai.