Il ritratto di Dorian Gray: riassunto

Il romanzo Il ritratto di Dorian Gray ha una complicata storia editoriale. Scritto da Oscar Wilde, fu pubblicato per la prima volta nel 1890, poi nel 1891 l’autore decise di pubblicarne la Prefazione per rispondere a tutte le critiche che aveva ricevuto. Sempre nel 1891 l’autore fece ristampare il romanzo con l’aggiunta della prefazione e di alcuni capitoli.

Il ritratto di Dorian Gray
Due copertine italiane e una inglese del celebre romanzo “Il ritratto di Dorian Gray”

Si tratta di un’opera fondamentale in quanto ispira il decadentismo italiano, il superomismo d’annunziano e la cultura dandy europea. La prefazione del romanzo infatti proclama l’idea di vivere la vita come se fosse un’opera d’arte. Per questo Oscar Wilde con il suo romanzo è considerato l’iniziatore dell’Estetismo (vita basata sull’apparenza).

Il romanzo è misterioso ed intrigante, cattura il lettore facendolo immergere nei sentimenti del giovane Dorian Gray, aristocratico inglese che vive nella Londra vittoriana del XIX secolo. La sua particolarità era di essere bellissimo. Egli però arriva a perseguire l’ideale della bellezza a tutti i costi, perdendo poi la bellezza interiore.

Si accorge di questa sua qualità quando il pittore Basil Hallward gli regala un suo ritratto: egli guardando la tela afferma di voler rimanere così per sempre.

Un’influenza negativa viene esercitata da parte di Lord Henry Wotton, aristocratico attaccato solo ai valori vacui della vita. Egli influenza Dorian al punto da spingerlo ad un patto col demonio: grazie a questo patto Dorian potrà conservare la bellezza esteriore mentre il quadro invecchierà al suo posto.

Dorian così conduce una vita dissoluta, ha una relazione con un’attrice, Sybil Vane, che sceglie la via del suicidio a causa dei continui tormenti dell’amante.

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Una foto di Oscar Wilde
L’autore Oscar Wilde: nato a Dublino, in Irlanda, il 16 ottobre 1854 e morto il 30 novembre 1900 a Parigi, in Francia.

Ad un certo punto però Dorian non sopporta più la vista del quadro e lo colloca in soffitta. Il dipinto infatti sta invecchiando al suo posto e mostra tutti i segni della sua bruttezza interiore. Diventa talmente un tormento che uccide l’autore del quadro.

Il quadro gli crea talmente tanti pensieri che decide di disfarsene: lo pugnala a morte ma così facendo in realtà pugnala se stesso e cade a terra morto. I domestici trovano al suo posto il cadavere di un vecchio irriconoscibile.

Il romanzo si basa sulla vita condotta come un’opera d’arte, sull’inseguimento della bellezza, dell’eterna giovinezza che resta per il protagonista una chimera irraggiungibile.

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Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

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