Il malato immaginario di Molière: riassunto
Una delle comèdie-ballet più suggestive realizzate dal drammaturgo francese Molière è “Il malato immaginario”. L’opera venne rappresentata per la prima volta a Palais Royal di Parigi il 10 febbraio 1673 dalla “Troupe de Monsieur, frère unique du Roi“.
Approfondimento
Trama
La commedia si apre introducendo Argante, ipocondriaco che pondera il prezzo delle ricette e dei medicinali a lui prescritti dal Dottor Olezzo e dal Dottor Purgone. L’uomo vuole dare in sposa la sua bella figliola Angelica a Tommaso Diafoirus, figlio del signor Diafoirus, noto medico della cittadina che potrebbe prendersi cura così anche della sua malattia. Ma Angelica si sarebbe invaghita del giovane Cleante e rifiuta la proposta del padre, che minaccia di mandarla in convento. Ad approfittare delle situazione c’è poi la perfida moglie Belinda, che vorrebbe impossessarsi di tutte le ricchezze possedute da Argante e lo asseconda continuamente.
Argante, pensando di essere gravemente malato, decide di stendere un testamento in presenza del notaio, il Signor Buonafede. Belinda spera di diventare ereditiera al più presto; intanto Angelica chiede alla fidata Tonina (la governante) di informare il suo amato Cleante della terribile decisione del padre. Tonina decide di affidare tale incarico di messo al suo fidanzato Pulcinella, l’usuraio. Il primo intermezzo vede come protagonista Pulcinella, che è disperato perché sa che il suo grande amore per Tonina non è corrisposto. Il secondo atto si apre con l’arrivo del supplente del maestro di musica della figlia, interpretato dall’innamorato Cleante, ma proprio in quel preciso istante arrivano anche il futuro sposo Tommaso Diafoirus e il padre.
Angelica è invitata a mostrare le sue doti canore davanti al futuro sposo e improvvisa un’operetta incentrata sulla storia d’amore con Cleante. Il finto maestro di musica viene cacciato e la ragazza ribadisce la sua ferma volontà di non voler diventare la moglie di Tommaso. La perfida Belinda discute con Angelica mentre il dottor Diafoirus e il figlio visitano il povero Argante, diagnosticandogli una malattia immaginaria. Il fratello di Argante, Belardo, lo invita a non credere a nessuno: né a medici, né a farmacisti e nemmeno alla stessa moglie, che lo prendono in giro al solo scopo di impossessarsi delle sue ricchezze.
Nel secondo intermezzo, il fratello Belardo invita Argante ad assistere ad una mascherata per alleviare i suoi mali e per farlo divertire. Nell’ultimo atto si ha la risoluzione di tutti i problemi. Belardo, insieme alla governante, escogita un piano per far capire ad Argante le reali intenzioni dalla perfida moglie Belinda. In primis, fa sì che Argante si rifiuti di farsi curare dal farmacista Fiorante e dal Dottor Purgone, che escono definitivamente di scena. Poi mette in scena la morte del fratello Argante. Dopo questa notizia la perfida moglie Belinda confessa di essere sollevata. Tonina convince Argante ad allestire la stessa scena con Angelica, la quale si dispera della morte di suo padre. Argante, quindi, si alza in piedi e abbraccia la figlia acconsentendole di sposare Cleante, a patto che quest’ultimo diventi medico. Nell’ultima parte, Belardo invita lo stesso fratello Argante a diventare lui stesso medico; la sera stessa ingaggerà dei comici travestiti da medico che insceneranno la proclamazione di Argante come nuovo medico, con grande allegria e divertimento generale.
Finale
Nell’ultimo intermezzo, viene rappresentata la cerimonia burlesca nella quale un uomo viene proclamato medico. La conclusione della commedia è quella secondo tradizione, con i buoni come sempre vittoriosi e premiati e i cattivi finalmente puniti. Giustizia è stata fatta!
Il malato immaginario: breve analisi
La commedia si divide in tre atti, seguiti dai relativi tre intermezzi ed è intrisa di realismo e al contempo di comicità. La parte iniziale presenta un breve elogio nei riguardi di re Luigi. Il personaggio principale Argante pronuncia a tratti affermazioni lucide e ragionevoli, mostrando un cinismo e una disillusione che tradiscono le amare riflessioni dello stesso autore, che denuncia in modo aspro e violento la società contemporanea in cui vive. Il tema centrale della commedia è quello del malato immaginario e della mania ipocondriaca del personaggio, nonché dell’incapacità dei medici che non sanno trovare una soluzione al malessere generale imperante del malato ipocondriaco. Solo ascoltando noi stessi possiamo trovare la forza di andare avanti contro una società che, spesso, ci schiaccia e ci umilia.
Nell’opera si alternano in molte scene figure caricaturali di medici dai nomi e dagli atteggiamenti più ridicoli. Si passa dal Dottor Purgone, al farmacista Olezzanti, dal Dottor Diarroicus, a suo figlio Tommaso. Ognuna di queste figure è riconducibile a un modello di medico che lo stesso scrittore Molière mette in scena con evidenti caratteristiche caratteriali negative. Il medico viene definito spesso come una figura egoista, ipocrita, avara e infine formalista.
Curiosità
Molière morì a causa della tubercolosi il 17 febbraio 1673, proprio mentre stava recitando “Il malato immaginario“; prima di morire aveva recitato a fatica, coprendosi la tosse – si dice – con una risata forzata. Da questa circostanza pare sia nata la superstizione di non indossare il giallo in scena, in quanto Molière indossava un abito proprio dello stesso colore.