Perché si dice ciao per salutare?
“Ciao” è una forma di saluto amichevole ed informale spesso utilizzata da tutti noi sia durante il momento dell’incontro che durante il congedo, da una o più persone, a cui ci si rivolge dandosi del tu.
Solitamente, durante il commiato viene spesso usata in forma raddoppiata, ovvero “ciao ciao”. Spesso il “ciao” è accompagnato da un semplice gesto agitando la mano.
Il termine deriva la sua origine da “s’ciao” parola della lingua veneziana che significava schiavo, derivata dal mediolatino “sclavus” che indicava tutte le persone che provenivano da famiglie di schiavi. Salutare quindi con un “ciao” corrisponderebbe a “Servo Vostro“, formula di saluto oramai desueta ma che fino al secolo passato veniva usata comunemente come saluto sottoforma di rispetto.
Il termine originale “s’ciao” viene ancora usato nel dialetto veneto, usandolo come esclamazione o per esprimere rassegnazione, oltre che nei dialetti lombardo e ticinese per esprimere compiacimento dopo uno scampato pericolo.
Oggi in poche parole, dicendo la fatidica parola “ciao”, formuliamo un saluto, per lo più amichevole, che vuol significare che siamo predisposti l’uno verso gli altro, in un modo strettamente confidenziale ed amichevole.
Negli altri paesi le formule di saluto confidenziale sono: in Serbia usano il termine “cao” che è come il nostro ciao ma in una forma più morbida, gli inglesi usano il termine “hello”, i tedeschi “hallo”, i francesi utilizzano il termine “ciao” ma solo per congedarsi, gli spagnoli usano “hola” ed infine gli olandesi usano il termine “Hoi”.
Insomma ad ognuno il suo ciao, tranne che per l’albanese dove il termine di saluto, quando si incontra qualcuno, non esiste come espressione.