Notte dei lunghi coltelli: riassunto
La Notte dei lunghi coltelli è un fatto storico occorso nella notte tra il 30 giugno 1934 e il 1° luglio. Si tratta di un evento violento, che vide lo sterminio di circa 200 persone e più di 1.000 arresti. E’ stato un omicidio di massa, un’epurazione avvenuta per ordine di Adolf Hitler, che volle eliminare esponenti di spicco del partito nazista i quali si opponevano al regime.
Le vittime furono perlopiù membri delle SA, (Squadre d’Assalto) fondate nel 1921 e comandate da Ernst Röhm; questi dopo aver aiutato il futuro Führer a conquistare il potere, se ne allontanò opponendosi al suo progetto politico.
L’evento è ricordato in lingua tedesca come Röhm-Putsch (“il colpo di Stato di Röhm”, così si intitola anche un film del 1967) oppure come operazione colibrì.
Approfondimento
Il contesto
Siamo nel 1934. Hitler, non approva l’idea di far diventare le SA la base del nuovo esercito e soprattutto non vuole che Ernst Röhm divenga capo del Ministero della Difesa. Idea, approvata e condivisa anche dagli alti gradi dell’esercito che appoggiano Adolf Hitler.
L’allontanamento di Hitler da Röhm si spiega anche con la presa di potere maggiore da parte delle SS e con un loro ruolo sempre più determinante.
Uomini notoriamente odiati dalle SA, fanno progressi nelle rispettive carriere: Hermann Göring è nominato ministro degli interni e Joseph Goebbels, ministro della propaganda.
Heinrich Himmler invia a Berlino un contingente di 120 uomini delle SS, al comando dello Standartenführer Josef “Sepp” Dietrich, con il compito di guardia personale del Cancelliere.
Si riconferma così l’assoluta fedeltà delle SS nei confronti di Hitler, contrariamente alle SA che, mostrano di essere ingestibili e che, con la presa del potere, stanno diventando sempre più violente e incontrollabili.
Il futuro Führer non agisce di impulso, medita per intere giornate, esita molto prima di prendere una decisione, ma viene spinto all’azione dai fidati Himmler, Goebbels e Göring.
La decisione di Hitler
A convincerlo all’azione è la certezza degli amici che Rohm non tarderà a tentare un Colpo di Stato.
A questo punto, ormai il dado è tratto e la Gestapo e le SS, su ordine di Hitler nelle ultime ore del 30 giugno, fanno irruzione in un hotel della Baviera, a Bad Wiessee, sede di un Raduno delle Squadre d’Assalto.
Questo è il momento, non si può arretrare neanche davanti alle estreme conseguenze; se necessario dovrà scorrere il sangue.
Adolf Hitler, 29 giugno 1934
Il massacro
I partecipanti vengono sorpresi nel sonno, e uccisi.
Inizia così un massacro che dura fino alle prime ore del 2 luglio 1934.
L’epurazione è cruenta: i vertici delle SA vengono decapitati, e uccisi anche anziani ufficiali da sempre oppositori del regime nazista. Le vittime non sono solo militari, ma anche un gran numero di civili, di cui purtroppo, è impossibile stabilire il numero esatto.
Contemporaneamente tra il 30 giugno e il 1 luglio 1934, i massacri continuano a Berlino e nelle altre città tedesche.
Le SS scatenano non solo repressioni e violenze contro i membri delle SA, ma colgono anche l’occasione per una feroce repressione per vendette personali.
Hitler concede al suo vecchio ex amico Rohm il privilegio del suicidio, ma il comandante rifiuta e viene fucilato in prigione.
Nell’epurazione di quelle notti, trovano la morte anche
- Gregor Strasser, l’ex cancelliere generale;
- Kurt von Schleicher: viene ucciso a letto insieme alla moglie;
- Gustav von Kahr: aveva partecipato alla repressione di Monaco di Baviera del 1923.
Unico superstite è Franz von Papin, che miracolosamente si salva.
La notte dei lunghi coltelli: le origini del nome
Per due giorni scorre sangue a fiumi in Germania: una strage passata alla storia e ricordata come La notte dei lunghi coltelli, riferito a un inno cantato dalle Squadre d’Assalto, in cui il primo agghiacciante verso recita:
“Finché dai nostri lunghi coltelli non sprizzerà il sangue ebraico”.
Il progetto politico
Alla fine del massacro, il presidente della Repubblica Paul Von Hindenburg si congratula pubblicamente con Hitler per l’azione decisa e anche l’esercito si compiace dei risultati, ormai necessari per la difesa dello Stato tedesco.
Dopo la notte dei lunghi coltelli le SA hanno un ruolo meno che secondario.
Sempre nello stesso anno, Hitler vorrebbe unificare la carica di cancelliere e quella di presidente.
Per la Germania è un momento delicato, ma gli fa gioco il fatto che il il presidente von Hinderburg è morente; soprattutto non ha problemi a violare la Costituzione di Weimar, visto l’incondizionato appoggio dell’esercito.
Probabilmente l’epurazione del massacro delle SA trova anche una motivazione in questo progetto politico.
Appena un anno prima, nel 1933, il Partito nazionalsocialista era considerato l’unico partito tedesco: è così che si diede inizio alla dittatura nazista.
Paul Von Hindenburg muore il 2 agosto 1934. Hitler realizza così il suo ambizioso disegno: fonde la carica di Cancelliere con quella di Presidente del Reich. Proclama così la fine della Repubblica di Weimar e la nascita del Terzo Reich.