La nascita della televisione italiana
Il 3 gennaio 1954 anche l’Italia entra nell’era televisiva. E’ in questa data che si è soliti far risalire la nascita della televisione italiana. La tv parte lentamente tra molte difficoltà di carattere economico e non poche incomprensioni del mondo politico e di quello della cultura. Ma poi, quasi di colpo, la Tv comincia a mostrare le sue straordinarie potenzialità.
Approfondimento
La nascita della televisione italiana e le prime norme televisive
La domenica del 3 gennaio, Pio XII invoca pubblicamente l’emanazione di opportune norme dirette a far servire la televisione alla sana ricreazione dei cittadini e alla loro educazione ed elevazione morale. Per un biennio il controllo della Dc sulla Rai è marcato da una forte influenza dell’azione cattolica.
Il consiglio di amministrazione aveva già provveduto alla “tutela morale” dei cittadini emanando, nel 1953, un codice di autodisciplina da seguire sia nelle trasmissioni di varietà sia in quelle informative. Non si può pronunciare la parola divorzio e l’adulterio va messo in cattiva luce. Non si può parlare di prostituzione.
Il primo telegiornale e le prime trasmissioni
Il telegiornale va in onda alle 20.30, il primo direttore è Vittorio Veltroni. Nel giro di un quinquennio, gli succedono Massimo Rendina e Leone Piccioni, che militano nella Dc. Al termine del 1954, gli abbonati alla Tv sono 88.118. Il televisore ha ancora un prezzo elevato.
Ben presto però, con il successo del quiz “Lascia o raddoppia?”, lanciato nel 1955, si arriva alla Tv attraverso i locali pubblici e i ritrovi allo spettacolo di massa. La punta record raggiunta da Mike Bongiorno è di 10 milioni di telespettatori.
In un biennio, si realizza anche l’informazione di massa perché il telegiornale, nonostante i condizionamenti, è una delle trasmissioni più seguite. È un telegiornale che trasmette cerimonie di ogni genere, che è parziale e fazioso in politica, privo o quasi di notizie di cronaca e su vicende giudiziarie.
Nel 1960, nasce “Tribuna elettorale” seguita un anno dopo da “tribuna politica”; con queste conferenze stampa compaiono per la prima volta sui teleschermi i leader delle opposizioni.
Il telegiornale di Enzo Biagi e il Carosello
Nel 1961, entra in funzione la seconda rete televisiva, ma il Tg resta prerogativa della prima rete. Il Tg diventa per un breve periodo più vivace, quando il nuovo direttore della Rai, Ettore Bernabei, chiama a dirigerlo Enzo Biagi.
Biagi toglie al Tg una porzione di noiose cerimonie ufficiali e di omaggi ai ministri in carica, ma non riesce a rinnovarlo come vorrebbe e, dopo meno di un anno, preferisce tornare alla carta stampata. Nel 1957, viene inserita la pubblicità del Carosello, nel 1962 nasce il primo “Rotocalco televisivo”, seguito l’anno dopo da TV7.
Il primo collegamento via satellite e lo sbarco sulla Luna
Nella prima fase dell’era televisiva i condizionamenti e i limiti quantitativi lasciano ai quotidiani un largo spazio informativo e di intervento. Sui settimanali di attualità la concorrenza del nuovo mezzo si fa sentire ancora poco.
Il 12 luglio 1962 avviene il primo collegamento via satellite fra gli Stai Uniti e l’Italia. Eventi eccezionali possono essere visti da milioni e milioni di telespettatori nel momento in cui avvengono. Il momento più grandioso e sbalorditivo è la diretta sulla discesa dell’uomo sulla Luna, che gli italiani vedono nelle prime ore del 21 luglio 1969.