La meridiana (o La siesta), quadro di Van Gogh
La meridiana o La siesta (ispirata a Millet) è un quadro dipinto da Vincent van Gogh fra il dicembre del 1889 e il gennaio del 1890. Fu realizzato mentre si trovava a Saint-Rémy-de-Provence, in Francia. Van Gogh era un ammiratore del pittore Jean-François Millet. Egli aveva realizzato quattro disegni dedicati a quattro diversi momenti del giorno. Proprio uno di questi quattro disegni ha ispirato il dipinto La meridiana.
Una copia straordinaria
Van Gogh, raccontò al fratello Theo il suo lavoro sul quadro. Spiegò come gli sembrasse, attraverso il colore, di tradurre il disegno in un’opera pittorica.
…più che altro è come tradurre in un’altra lingua, quella dei colori, le impressioni del chiaroscuro in bianco e nero.
(da una lettera di Vincent al fratello Theo van Gogh)
Non è l’unica opera o disegno che il pittore olandese copiò. O l’unica da cui si è lasciò ispirare, ammirando l’opera di Millet. Van Gogh riteneva Millet un pittore moderno, superiore a molti suoi contemporanei. Di lui disse: è un pittore più moderno di Manet.
In questo particolare caso però, Van Gogh copiò in modo molto preciso, l’opera di Millet, riportando sulla sua tela tutti i particolari che compongono il disegno.
La meridiana: analisi del quadro
Tuttavia, malgrado sia sostanzialmente uguale, il dipinto è altra cosa dal disegno del maestro francese. Van Gogh se ne appropria, rendendolo unico e trasformando un ritratto di vita rurale in chiaroscuro, in uno stupendo tripudio di colori.
Il contrasto dei colori primari, in particolare il blu, l’arancio e il viola, rende ancora più particolare il dipinto e ancora più cangiante la sua forza espressiva. La condizione di riposo e l’apparente calma della scena, sottendono in realtà un’intensa energia che permea tutto il dipinto. Proprio l’utilizzo dei colori rende tale atmosfera carica di un’apparente calma che percepiamo in movimento.
Van Gogh riesce a creare un ossimoro con il colore e grazie al contrasto cromatico riesce a spiegare come lui vede la realtà. In una tensione perenne fra l’interpretazione e la necessità di rappresentare oggettivamente la natura, i suoi quadri si trasformano seguendo il suo progetto artistico, che incontra e stravolge, come racconta nelle sue lettere al fratello Theo, la sua vita.
Il dipinto è esposto al Museo d’Orsay a Parigi. La tecnica utilizzata è olio su tela.