Mendel dei libri, recensione e commento al romanzo di Stefan Zweig
Si intitola Mendel dei libri e sono contento di essere incappato casualmente in questo piccolo libro di Stefen Zweig, un autore che amo molto e di cui consiglio tutti i libri. Ma Mendel dei libri, pubblicato nel 2008 dalla casa editrice Adelphi e ristampato più volte, è una storia racchiusa in un personaggio, Jacob Mendel, un ebreo galiziano, la cui memoria prodigiosa era famosa in tutto l’impero Austro-Ungarico.
Approfondimento
Le doti di Jacob Mendel
Il protagonista, che racconta in prima persona gli accadimenti, conosce Jacob Mendel in età giovanile, quando per motivi di studio ha il privilegio di conoscerlo nel suo caffè. Luogo dove Mendel passa tutte le giornate a leggere cataloghi di libri, infinite bibliografie e dove riceve i suoi clienti.
Mendel vende libri, ricerca testi rari per gli studiosi, i collezionisti e gli appassionati, e trova rispondenze bibliografiche difficilissime.
Riesce ad identificare anche un’area di ricerca sciorinando tutti i libri che riguardano un argomento. Per questo rappresenta una manna per tutti gli studiosi.
Ma Mendel non ha solo una memoria prodigiosa, gode anche di un fiuto particolare per i libri e di una capacità che stupisce il protagonista: può concentrarsi su ciò che legge senza che null’altro lo possa disturbare. Questa dote, questa concentrazione sovrumana lo innalza fra gli artisti, gli asceti o i sapienti della sua epoca. Tanto è straordinaria la sua capacità di memorizzare quanto è fragile la sua vita.
Il protagonista, raccontando la storia di Mendel, scoprirà fino in fondo quanto è fragile il suo mito.
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Commento e recensione al libro
Mendel dei libri è un romanzo di cinquanta pagine in cui si concentra la bellezza stilistica di Zweig, la sua capacità di scolpire un personaggio, di renderlo vivo, reale e commovente.
Attraverso la storia, Zweig racconta l’esistenza di una persona che la guerra spazza via nel modo più miserevole, rendendolo parte della massa, lui che, come ogni individuo, era unico. Zweig vede in Mendel l’unicità di ogni essere umano in un’epoca in cui tutto tende a massificarsi e a cancellare le qualità individuali e la ricerca che una persona dovrebbe fare su se stessa.
Ma Mendel non è un intellettuale; è un calcolatore umano, la sua qualità è ancora più speciale e ancora più fragile.
Gli eventi che lo circondano non lo toccano, nulla disturba la sua concentrazione e si rivolge gli altri solo per parlare di libri. E proprio questo suo atteggiamento imperturbabile lo rende ancora più prezioso e delicato ma anche fragile.
La bellezza, l’unicità vengono spazzate via dalla violenza, dalla stupidità e dalla mancanza di rispetto verso i motivi e le cause che rendono una persona diversa dalle altre. Mendel dei libri è un piccolo gioiello perché ci inchioda su quei dettagli che ci spingono ad osservare altro, ad immaginare qualcosa di più appariscente, mentre sotto i nostri occhi avvengono prodigi.
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