Massimo Salomoni: dalla pubblicità a Maria Gaetana Agnesi

Massimo Salomoni, brianzolo d’origine e attivo da sempre a Milano, lavora dal 1988 nel mondo della comunicazione. Ha pubblicato libri sull’uso strategico dei social media, materia che insegna allo IED di Milano e che è oggetto della sua newsletter settimanale “Love+Death+Social”.

Maria Gaetana Agnesi – L’avversiera, edito da Morellini Editore nella collana Femminile Singolare, è il suo primo romanzo: ne abbiamo parlato con lui in questa intervista. 

Maria Gaetana Agnesi - L'avversiera: la copertina del libro di Massimo Salomoni
Maria Gaetana Agnesi – L’avversiera: la copertina del libro di Massimo Salomoni

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Nel libro si racconta l’incontro fa Maria Gaetana Agnesi, brillante filosofa e matematica, e Giuseppe Parini, abate riluttante e poeta ormai al tramonto, formano una coppia sorprendente.

Negli ultimi mesi del Settecento, e anche delle loro vite, Agnesi invita Parini nella sua residenza di campagna a Montevecchia, con l’intento di collaborare alla stesura di un’ultima opera che dovrebbe unire l’abilità analitica della matematica alla forza narrativa della letteratura.

Il racconto si snoda tra le difficoltà di scrivere l’opera e le memorie della vita milanese del XVIII secolo, dove si incrociano i salotti dell’aristocrazia e le strade del popolo. Personaggi illustri come Mozart, Cagliostro, Maria Teresa d’Austria e Ugo Foscolo riaffiorano nei loro ricordi.

“L’Avversiera” offre uno sguardo intimo sulla vita di una donna straordinaria, dedita tanto alla carità quanto alla matematica, ma che, ironicamente, viene ricordata soprattutto per una curva matematica chiamata “strega” o “avversiera”.

Massimo Salomoni
Massimo Salomoni, autore del libro • Photo credit: Andrea Cereda

Che cosa ti ha portato dalla pubblicità e dai social al settecento lombardo, dedicandoti a una figura come quella della matematica Maria Gaetana Agnesi?

L’incontro con Maria Gaetana Agnesi è nato proprio grazie alla pubblicità. Anni fa, per pura coincidenza, ho girato uno spot proprio a Villa Agnesi: arroccata sulla collina di Montevecchia, con la grande biblioteca e gli affreschi settecenteschi alle pareti, questa casa di grande fascino sembrava contenere ancora l’atmosfera dei vecchi salotti milanesi in cui la proprietaria si esibiva fin da bambina. Il fatto che poi, dopo aver pubblicato ad appena trent’anni un libro importante come “Istituzioni Analitiche a uso della gioventù italiana”, abbia deciso di ritirarsi dalla scena pubblica per dedicarsi alla carità, diventando la prima donna a dirigere il reparto femminile del neonato Pio Albergo Trivulzio mi ha fatto pensare, per contrasto, alla figura di quello che nel libro è il suo antagonista: Giuseppe Parini. 

Un altro brianzolo: com’è che si sono incontrati?

Il loro incontro non è documentato, ma è molto più che probabile e non solo per il fatto che Milano all’epoca aveva più o meno centocinquantamila abitanti, ma perché entrambi facevano parte dello stesso circolo di intellettuali legati all’illuminismo cattolico, l’Accademia dei Trasformati. E soprattutto perché Palazzo Agnesi, dove Maria Gaetana fin da bambina dava sfoggio della sua grande intelligenza di fronte a un pubblico proveniente da tutta Europa, era nella stessa via Pantano in cui abitava Giuseppe Parini, nella casa di quella zia che per mantenerlo agli studi lo ha costretto ad abbracciare la carriera ecclesiastica, quando lui avrebbe desiderato abbracciare ben altro, cosa che poi ha fatto con discreto successo se si pensano alle numerose amanti anche famose che ha avuto. 

Perché hai scelto di raccontare la storia di un libro mai scritto come quello che progettano i due protagonisti?

Semplicemente perché quel libro mai scritto è, a mio parere, uno dei problemi fondamentali della nostra cultura: la separazione così netta fra il sapere scientifico e quello umanistico è alla base ancora oggi di tantissime incomprensioni. Il linguaggio tecnico e rigoroso della scienza fa ancora fatica a penetrare nella mente delle persone comuni, mentre quello della letteratura è in grado di coinvolgere emotivamente creando miti che possono anche essere falsi e fuorvianti. Entrambi i protagonisti, ognuno a modo suo, sono poi uomini di fede, e a trovano a confrontarsi su come la scienza possa conciliarsi con la religione. È qui che faccio dire all’Agnesi la frase che l’editore ha scelto per il retro di copertina: se la nostra

conoscenza dovesse essere basata solamente sulle sensazioni individuali, non mi stupirei che alcuni tornassero a credere che la terra non sia una sfera.

Nel libro è descritta con una certa vivacità anche la vita della città di Milano nel settecento: quali sono le figure più importanti che regalano i loro camei nel corso della narrazione?

Uno cui sono molto affezionato è Mozart, che ancora bambino aveva musicato un testo del Parini per le nozze dell’Arciduca e che aveva diviso il teatro con la sorella musicista dell’Agnesi, Maria Teresa. C’è Domenico barbaja, all’epoca ancora un giovanissimo e intaprendente barista famoso per aver creato la Barbajada in cui mescolava caffè, panna e cioccolato ma che sarebbe diventato il più famoso impresario del teatro musicale ottocentesco. Ci sono le donne amate dal Parini: nobildonne milanesi, cantanti d’opera, ballerine. E poi Maria Teresa d’Austria, Pietro Verri, Ugo Foscolo e perfino Cagliostro. 

Che ruolo pensi possa avere una figura come quella di Maria Gaetana Agnesi nella cultura contemporanea?

Un ruolo assolutamente da riscoprire, quello di una donna che ha dedicato la prima parte della sua vita a dimostrare, come dice nella sua prima opera pubblicata a nove anni e ripete nel mio libro “quanto avversa alla verità è l’opinione di quanti insistono di quanti insistono che lo studio delle arti liberali sia del tutto inadatto alle donne”. Una frase che ne fa la capostipite delle moderne donne scienziate, in un’epoca che dedica sempre più attenzione all’impegno e al talento femminile nelle discipline scientifiche. 

Inoltre, è una donna che ha saputo scegliere fra i salotti e l’impegno civile, dedicandosi alla gestione del primo ospizio, per storia e per importanza, dedicato all’accoglienza delle donne povere e malate. E lo ha fatto mettendoci tutte le sue ricchezze, il suo impegno e lo stesso rigore con cui si dedicava alla matematica e allo studio nella prima parte della sua vita. 

Quali altre caratteristiche potrebbero fare di Maria Gaetana Agnesi una donna interessante per il pubblico di oggi?

Nonostante la consuetudine di chiamarla “la matematica santa” o “la matematica di Dio”, ci sono aspetti molto umani nel suo carattere e nella sua storia. Penso alla misteriosa malattia che le causava movimenti inconsulti e che la portava alla passione per la danza e l’equitazione, o alla capacità di orientare la sua vita manovrando con intelligenza dialettica e relazionale le persone che le stavano accanto. Quando si era stancata dei salotti, disse al padre di volersi fare suora consapevole del fatto che Pietro Agnesi non avrebbe mai acconsentito a liberarsi di quella ragazza prodigio che dava lustro al suo salotto, e conquistandosi così maggiore libertà. E nel libro ho usato le parole di una sua lettera per mostrare con quale fermezza sapesse trattare i medici, da quelli che seguivano lei a quelli che visitavano le sue donne al Pio Albergo Trivulzio. 

Quali saranno i tuoi prossimi impegni?

Intanto nei prossimi mesi mi dedicherò alla promozione del libro, alternandola ai miei impegni professionali e alle lezioni nelle scuole: il dialogo con i ragazzi è fondamentale per non perdere l’ancoraggio con la realtà. 

Poi sto lavorando a una trasposizione teatrale del romanzo e a un paio di altri progetti di cui è ancora troppo presto per parlare. Ma spero che potremo presto farlo insieme.

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Stefano Moraschini

Stefano Moraschini lavora sul web dal 1999. Ha fondato Biografieonline.it nel 2003. Legge e scrive su, per, in, tra e fra molti siti, soprattutto i suoi, tra cui questo. Quando non legge e non scrive, nuota, pedala e corre. È degustatore professionale e giudice internazionale di birre e formaggi. Copywriter e storyteller, aiuta le persone a posizionarsi sul web raccontando la loro storia. Puoi metterti in contatto con lui su Instagram, LinkedIn, Facebook.

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