La questione più che altro (libro di Ginevra Lamberti)
m’anfatti sì.
non avrei mai preso, né letto, il libro di esordio di ginevralamberti, la questione più che altro – nottetempo, 2015.
avrei sbagliato.
dicevo giusto recentemente quanto non abbia voglia di leggere di studenti che cercano lavoro, ché il lavoro a volte lo cerchi pure quando studente non sei più e hai un mutuo e delle spese e sei stanco. troppo, stanco, ma della vita intendo. non avevo voglia nemmeno di leggere il libro di una ragazza – ma dovrei dire donna – che ha un tot di anni meno di me e ha trovato il suo talento, quello di scrivere, perché io il mio talento ancora non l’ho trovato e ho paura che magari l’ho dimenticato da qualche parte. come la mia laurea che il mio ex ha trovato in un armadio a casa dei suoi, 10 anni dopo averla presa. ci ho i miei pregiudizi. già leggo pochissime donne, figuriamoci.
però c’è un mio amico che parlava bene di ginevra, e del libro, e siccome è difficile che si sbilanci in positivo su qualcosa, soprattutto su una cosa così, ho detto provo, e per fortuna.
ginevra lamberti ha scritto un libro di una sensibilità estrema. non cade nel vittimismo come succede ogni tanto, con tutte le ragioni del mondo percarità, a chi racconta il precariato o situazioni lavorative grottesche come quelle in cui si trova la protagonista.
ginevra non cade nel vittimismo nemmeno nel raccontare tragedie che peggio non so se ce ne sono. non lo fa con frivolezza o superficialità, lo fa con sentimento, e sensibilità. una sensazione particolare che sento mia quando magari sembra che me ne freghi delle cose ma ve lo giuro non è vero. io mi difendo, a modo mio.
la questione più che altro ti fa venire il magone e te lo toglie pure perché anche se succedono una due tre cinquantasette cose brutte, ci leggi la speranza o meglio la voglia di continuare.
poi magari io di ginevra lamberti e del libro non ho capito un cazzo ma succede dai.
*ps lei ha un blog. non da adesso, da tanto, e se lo volete leggere, si chiama in basso a destra.