“Artinsieme”, l’arte secondo il Maestro Fabrizio Fiordiponti
Fabrizio Fiordiponti nasce a Biella nel 1973 ed inizia a 8 anni lo studio della chitarra classica con il padre e successivamente a Lecce con la Prof.ssa Etta Lopez Zaccaria. Intraprende contemporaneamente studi scientifici (maturità scientifica e facoltà di Ingegneria) e artistici, scegliendo poi di percorrere esclusivamente la strada musicale conseguendo nel 1996 il diploma in Chitarra classica (parificato a Laurea, Legge 508/1999) presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, sotto la guida della Prof.ssa Monica Paolini e vincendo attraverso concorso selettivo, nel 1999 a Parigi, il “Diplome d’execution de guitare” presso la prestigiosa “Ecole Normale de Musique Alfred Cortot” come allievo del M° Alberto Ponce, considerato unanimemente uno dei più grandi didatti di chitarra al mondo, a sua volta allievo del M° Emilio Pujol.
Nel 1999 l’Accademia di Villecroze (Francia) gli assegna una borsa di studio offerta a dieci giovani chitarristi professionisti di varia nazionalità. Prima di Parigi vive in varie città italiane studia, in master e corsi, con numerosi maestri (fra i quali M° Mario Gangi) ed ha modo di sentire più “voci” nel campo musicale, anche relativamente a periodi storici precisi come l’Ottocento (M° Carlo Barone).
Nel 2000 consegue l’abilitazione per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria. Chiamato subito in ruolo a Milano, supera l’anno di formazione/prova producendo una tesina “percorso linguistico in un disturbo dell’apprendimento” utilizzato come insegnante di sostegno e formato, in collaborazione con la ASL, come insegnante musicoterapeuta. Poi prende servizio a Coccaglio (Bs) come insegnante di scuola primaria che svolgerà per 6 anni e inizia a coniugare la sua attività di musicista con quella di insegnante fondando con nuovo atto costitutivo l’Associazione culturale Musikrooms – Scuola Normale d’Arte (laboratorio didattico/creativo e scuola di musica) e dando vita al movimento accademico artistico-culturale nazionale Artinsieme.
Con l’opera La Danza del tempo debutta il 20 maggio del 2006 al Museo di Scienze Naturali di Brescia nell’ambito del Festival dell’Astronomia, organizzato dall’Unione Astrofili Bresciani e dall’Osservatorio astronomico “Serafino Zani”. Il debutto, ad auditorium tutto esaurito, risulta essere molto apprezzato dal pubblico. Presso lo studio di registrazione di Milano “Nipper studio” viene inciso il CD dell’opera “La Danza del Tempo” poi messo in rete gratis in tecnologia streaming on-demand, per un lungo periodo ed a disposizione di tutti.
Nell’estate del 2006 l’opera vince il 1° premio assoluto come opera “multiarte” al Premio Nazionale LiberArte (Foggia) e Fabrizio Fiordiponti viene inoltre nominato “Accademico per i suoi meriti artistici e culturali” dal Presidente dell’Accademia internazionale Il Convivio (Catania); accademia che dal 2000 pubblica una rivista cartacea trimestrale di arte e cultura ben nota agli operatori del settore e diffusa oltralpe.
Nel 2007 produce e realizza per l’opera Artinsieme “La Danza del Tempo”, presso il famoso e storico “Cimitero inglese dei poeti” di Roma, con la regia dell’Ing. Massimiliano Maria Palaia, un nuovo prodotto cinematografico a metà strada tra un videoclip e un cortometraggio (cortomusicato) inserito nel secondo atto dell’opera stessa recitando come attore (nella parte “presenza”).
Oltre al concorso francese dell’Ecole Normale de musique “Alfred Cortot”, ai due concorsi ordinari nazionali per l’accesso al ruolo di insegnante nella scuola ed al primo premio assoluto al concorso Liberarte, vince alcuni concorsi per chitarra classica e musica da camera (fra i quali nel 1996 il 1° premio come solista ed il 1° premio in musica da camera al Concorso “Città del Barocco” di Lecce)
Invitato con Artinsieme nel 2007 al Convegno Nazionale Pluridisciplinare di Psicofilosofia (Genova), organizzato dall’Associazione nazionale Psicofilosofi e dal Centro di Formazione di Psicofilosofica di Genova, presenta in prima assoluta la Suite Artinsieme “Quadri di pensiero” ricevendo notevoli riconoscimenti ed apprezzamenti dal pubblico di intellettuali.
Nel 2004 collabora con il Teatro Telaio di Brescia e la compagnia teatrale del Teatro Necessario di Parma come attore-musicista nello spettacolo “Acquamara”, di cui compone parte della colonna sonora.
Nel suo percorso culturale si è dedicato anche alla didattica pubblicando, per la Physa Edizioni musicali, un testo dal titolo “Capire la musica – didattica degli elementi musicali” che parte dalla trattazione di semplici elementi musicali per arrivare al pentagramma.
Appassionato della comunicazione Internet ha fondato e curato i portali Musikrooms.com e Artinsieme.it. Nel 2009 fonda il portale Artinsieme.eu.
Direttore organizzativo per 2 anni del Festival Chitarristico Internazionale “Delle due città” di Treviso (Teatro Eden) e Roma (Teatro Ghione) nelle edizioni del 2003 e del 2004, anni in cui sono stati invitati alcuni dei più grandi maestri di chitarra al mondo (David Russel, Katzuito Yamashita, John Williams, Manuel Barrueco, Sergio e Odair Assad, Irio De Paula, ecc) che ha avuto il piacere di conoscere e frequentare.
Docente formatore Un.I.D.A.F. (Unione Italiana docenti per l’aggiornamento e la formazione), Associazione riconosciuta dal MI.U.R. per il rilascio di brevetti didattici sul metodo Carboni.
Invitato al Foire Off di Bruxelles (Belgio 2008) organizza, in collaborazione con il Club del libro, una conferenza sui modelli culturali giovanili (che terrà anche come relatore con la produzione dell’atto di indirizzo interculturale “i modelli culturali dei giovani in una società tecnologica della comunicazione di massa”, poi pubblicato su www.edscuola.it nella rubrica ”informagiovani”) e presenta artisticamente due lavori Artinsieme: un video (l’infinito – videoarte) ed un cortomusicato (il presente – cinema) in proiezione.
Coordina la rivista indipendente on-line, a pubblicazione saltuaria, “Artinsieme – la rivista che viene come viene”; da lui fondata nel 2008 per sostenere e far conoscere l’attività della Onlus Water for life in Somalia. Nel 2008 cooproduce il medio metraggio “Il cadavere di vetro” di Massimiliano Maria Palaia con Luigi Diberti e Daniele Favilli.
Consegue nel 2009 un Master di I livello “Aspetti pedagogici delle discipline artistiche negli insegnamenti della Scuola primaria” con la votazione di 100/100, con una tesi di pedagogia sperimentale “Pedagogia dell’improvvisazione” (Accademia delle Belle Arti di Agrigento). Nel 2009 fonda a Lecce la “Scuola Normale d’Arte”. Nel dicembre 2010 l’Accademia dell’Istruzione di Mosca si interessa ad Artinsieme pubblicando sulla sua rivista scientifica di Pedagogia dell’Arte un articolo inerente e traducendo interamente in lingua russa il manifesto e la spiegazione.
Una vita interamente dedicata all’arte in tutte le sue forme. Il senso per l’arte si acquista o lo si possiede dalla nascita?
E’ una domanda che richiederebbe una risposta complessa. In maniera semplice è possibile affermare che si nasce tutti artisti, anche perché l’essere umano è di per sé una creazione artistica ed il bambino scopre, sperimenta ed impara mediante la curiosità ed in arte. In maniera altrettanto semplice è possibile verificare come molti la propria arte se la perdano per strada barattandola con l’interesse.
Hai iniziato come musicista. Come è nata la passione per la musica?
E’ nata prima di tutto con l’ascolto, fin da piccolo. Il jazz classico dei miti, il blues, la musica brasiliana di A. C. Jobim, il tango argentino di Astor Piazzolla, la musica che ascolto fin da quando ero in fasce, perché la ascoltava mio padre. La casa era praticamente sempre invasa di musica ogni giorno e papà ogni tanto si dilettava con la sua chitarra. A 8 anni circa i primi duetti decenti di chitarra, con papà che mi aveva insegnato alcuni giri armonici. Ho ascoltato da bambino e dal vivo in concerto praticamente tutti i più grandi jazzisti classici, ora praticamente tutti deceduti, sempre con papà e mai annoiandomi. Poi ad 11 anni ho iniziato un percorso classico, sempre instradato da papà, forse mai tuttavia distaccandomi dal discorso musicale jazzistico o comunque di improvvisazione.
Hai avuto maestri importanti. Chi di loro ha avuto più impatto sulla tua personalità artistica ed in che modo?
Tutti in maniera diversa, nessuno in maniera formante il mio modo di sentire la musica che è rimasto sempre il mio e la mia personalità artistica. Il maestro che mi ha dato di più è il maestro Alberto Ponce con il quale ho studiato alla Scuola Normale di Musica di Parigi, conosciuto grazie alla mia ultima insegnante di chitarra di Conservatorio italiano, Monica Paolini. Ho iniziato con loro un percorso di approfondimento del suono, che poi si è sviluppato in contemporanea con quello del tempo; percorso ancora in essere.
Hai frequentato anche Paesi stranieri. Che differenza c’è tra l’Italia e gli altri Paesi nell’approccio verso l’insegnamento delle arti?
Posso dire che la didattica della musica e dello strumento musicale è più una “questione” di scuole che non di nazioni, più di idee e di filosofia che non di luoghi, essendo la musica un linguaggio transcontinentale, transnazionale, praticamente globale ed universale. Così come posso dire che i relativi indirizzi politici di ciascun Paese ne istituzionalizzano l’insegnamento in maniera diversa e con valore e peso diversi.
“La Danza del Tempo” è la tua opera più importante. Ha ricevuto numerosi premi ed è diventata un corto musicato. Come è nata l’idea e come sei riuscito a promuoverla?
In realtà non ho mai finito di promuoverla e la ho rappresentata e promossa nella sola versione ad un atto. Il secondo atto è inedito e penso prima o poi di rappresentarla completa, con all’interno il corto musicato che fa parte del secondo atto. Artisticamente mi penso sempre in avanti e anche se mi ritengo un buon direttore artistico ed organizzativo, non investo abbastanza tempo nelle mie idee, perché la mia arte chiama e nuove idee prendono il tempo delle precedenti e preferisco vivere di creatività, prima di tutto. Ci sono diverse incompiute nella mia attività artistica che non sono note al pubblico, anche di un certo livello di importanza, perché non sono voluto scendere a determinati compromessi. Tuttavia la mia opera più importante ancora non è conosciuta e non so se prima o poi sarà di dominio pubblico. Come tutte le idee artistiche, esse nascono da un percorso di esperienza.
Sei il fondatore di “Artinsieme”, un progetto che vuole introdurre i bambini ed i giovani nel mondo dell’arte con un diverso approccio. Quali sono i canoni del movimento?
Il progetto Artinsieme ha certamente il valore che tu assegni nella tua domanda, ma è anche solo e semplicemente uno stile d’arte. Il movimento non ha canoni, non ha norme, non ha tessere, ha solo un manifesto. Chi vuole ha la libertà di pensare in tale direzione per fare arte facendo movimento, diversamente penserà e farà in un altra direzione. Non è un movimento organizzato, non è neanche un movimento disorganizzato, è un movimento di pensiero.
“Artinsieme” ha anche una rivista. Come è strutturata?
Pare proprio non marginale ricordare che… viene come viene…
Ogni volta è un nuovo viaggio, poiché vi è libertà di espressione da parte di chi intende partecipare. E’ tuttavia un progetto in divenire.
Secondo la tua esperienza di maestro di musica e maestro di scuola primaria, come si pongono i bambini ed i ragazzi nei confronti dell’arte?
Ho sempre pensato ed appurato che per l’uomo sia naturale fare arte, poi chiaramente vi è una didattica dell’arte. Il porsi nei riguardi della stessa dipende, ovviamente, da chi la insegna e da come la insegna. Preferisco pensarmi sempre come un insegnante imperfetto, in continua ricerca di miglioramento nel metodo e nei contenuti culturali da trasmettere, piuttosto che il contrario.
Che cosa manca alla scuola di oggi per venire incontro alle esigenze artistiche dei giovani?
Manca la pedagogia, prima di tutto. Mancano gli spazi. Mancano i fondi. Mancano i sussidi. Manca l’attenzione verso. Manca la consapevolezza, fondamentalmente, che nessuno mai potrà essere un bravo professionista, qualsiasi professione scelga di fare, se non sarà in grado di esercitarla con arte.
“Artinsieme” è anche solidarietà, perché sostiene la Onlus “Water for Life” in Somalia. In che modo?
Semplicemente si invita a fare delle libere donazioni nel contesto del progetto “arte per la vita”, senza chiedere alcuna sottoscrizione. Inizialmente questo progetto era nato come collaborazione editoriale sul prodotto CD e DVD dell’opera “Artinsieme – La Danza del tempo”. Ho avuto il piacere di conoscere personalmente il Presidente della Onlus a Trento, Giuliano Bortolotti e di scrivermi via email con il fondatore di “Water for Life”, Elio Sommavilla per tale collaborazione. Il prodotto editoriale de “La Danza del tempo”, al tempo attuale, ancora non è stato pubblicato per l’ovvia evidenza che le case editoriali, che pubblicano tali prodotti, tendono difficilmente ad assecondare in modo non marginale tali progetti. Per cui “La Danza del tempo” è ancora libera in rete, mentre il progetto “arte per la vita” è attualmente vivo sulla rivista.
La realtà dell’insegnamento e la voglia di creare qualcosa di nuovo. Quante e quali difficoltà si incontrano?
Tantissime. Immense. Sono intere montagne da scalare, poiché chi ha un suo modo di insegnare, un suo metodo, delle sue idee, dei suoi libri di testo, non è come tutti gli altri insegnanti agli occhi sia degli insegnanti e sia dell’amministrazione scolastica, anche se quel chi non si sente assolutamente diverso dagli altri e non vorrebbe essere considerato diverso.
Quali sono i progetti di “Artinsieme” e i progetti del Maestro Fabrizio Fiordiponti?
Vedremo. Attualmente non sono in grado di esprimermi relativamente, poiché non tutti i miei progetti sono Artinsieme e non tutta Artinsieme rientra nei miei progetti e non conosco ancora le intenzioni del Ministero per cui lavoro, relativamente a me e ad Artinsieme, ma è avviato un confronto.
www.artinsieme.eu • www.artinsieme-eu.it
Ma bravo te, io suono male la stessa nota ta, tat ta.