Il bibliotecario, famoso quadro di Arcimboldi

Il bibliotecario è stato dipinto da Giuseppe Arcimboldo – detto anche Arcimboldi – nel 1566; si tratta di un olio su tela che misura 97 x71 cm. Attualmente è conservato a Stoccolma nel museo castello di Skoklosters. Questo ritratto, che compone la fisionomia di un bibliotecario con la sistemazione dei libri, appartiene alle opere fantastiche che contraddistinguono la produzione artistica di Arcimboldo.

Il Bibliotecario (1566) di Giuseppe Arcimboldo
Arcimboldi, Il Bibliotecario (1566)

La caratteristica principale del pittore milanese è quella di avere raffigurato soggetti con l’uso di oggetti e cose pertinenti alla loro vita e alle loro attività. Sono definite teste composite e, come in questo caso, la composizione è raffinata e molto originale, e sostanzia l’attività professionale del soggetto, appunto il bibliotecario.

Osservando il quadro si nota che il vestito è una tenda, l’orecchio e le dita sono evocati dai nastri della rilegatura; la bocca e il naso sono, invece, i dorsi di un libro e così via. Il quadro così dipinto e strutturato permette quella personalissima analisi che uno spettatore è in grado di fare partendo dai dettagli. Osservare, intuire, rimanere sospesi su un dettaglio, ricostruire il volto dall’analisi dei suoi pezzi, seguire la magica intuizione del pittore.

Giuseppe Arcimboldo fu un grande pittore naturalista che sposò la sua sapiente tecnica pittorica con un’idea grottesca che si trasformò in realizzazione fantastica, facendo diventare l’idea delle teste composite una moda del tempo.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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