su donato carrisi

piuttosto dico sì a valsoia

non so perché lo faccio, di leggere cose che già so non mi piaceranno. forse per dare una seconda possibilità, forse per masochismo, forse perché così dopo apprezzo di più le altre letture, forse perché sono defisciente.
già l’ho detto che donato carrisi non mi ha convinto ma non paga – nel senso di soddisfatta non nel senso che carrisi c’ha il braccino corto – ho letto anche i due romanzi il tribunale delle anime – longanesi 2011 e il cacciatore del buio – longanesi 2014.
non vedevo l’ora di finirli. non sono contraria all’abbandono dei libri, a volte li pianto lì, ma qui, volevo capire dove l’autore volesse andare a parare, manco fossimo ai rigori di italia-francia nel 2006. quei rigori poi io mica li ho guardati, ero in piedi su una panca del maybe e gli occhi chiusi e le mani sulle orecchie e poi quando abbiamo vinto (non è uno spoiler vero?) è iniziato di tutto, ma immagino voi abbiate fatto lo stesso. bella quella sera. non capisco solo perché un mio ex francese, ex di 10 anni prima, continuasse a chiamarmi. ‘azzo vuoi? essere preso per il culo in diretta? scemo forte, quello. carino assai, ma scemo. più sentito.

Fotografia di Donato Carrisi
Una foto di Donato Carrisi

dicevo, carrisi. nozionismo a manetta in thrilleroni a mio parere relativamente coinvolgenti. troppa chiesa, e quando c’è troppa chiesa anna si annoia da morire. non mi interessano gli intrighi vaticani. non mi interessa affatto tutto quel nero che c’è dietro il bianco dei marmi e dei vestiti del papa. me ne disinteresso perché  per me ha tutto la stessa serietà di un fotoromanzo sudamericano. sbaglio, perché tutto è governato da quello, la nostra vita è sottomessa ad un clericalismo indotto, imposto, spesso totalmente incosciente, ma che condiziona forte quello che siamo, quello che facciamo. nervi.

troppo nozionismo anche relativamente alla storia dell’arte, che invece mi piace. ma non c’è bisogno de metter tutto, dona’. è un romanzo non wikipedia. idem per la roba che sei criminologo, non t’affanna’ a dare troppe spiegazioni.
i personaggi sono meh, pure. non mi hanno suscitato empatia, né altre emozioni se non la noja.

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per un attimo però uno di questi libri mi ha fatto qualcosa. mi ha fatto venire l’ansia. non il libro in sé ma adesso che mi sto sforzando di dormire a letto anche quando sono da sola, rinunciando al divano come facevo prima in modo da sentire e riconoscere tutti i rumori di casa e mi dico dai che poi hai male di schiena e sei grande vai su a letto che non succede niente ecco insomma ero su e stavo leggendo e avevo paurissima qualcuno entrasse e mi accoltellasse. più volte. o mi torturasse con dei cavi elettrici incandescenti. o prima una cosa e poi l’altra. e mi dicevo se proprio deve succedere magari facciamo che succede settimana prossima dopo che sono stata dall’estetista per la ceretta? giusto per non fare brutta figura.

cosa mi han lasciato questi libri? niente tranne l’insoddisfazione. però non importa dai. leggere è la cosa più bella che ho, in ogni caso. è come essere su un pianerottolo, tante porte, apri quelle che vuoi. a volte dentro trovi appartamenti fighissimi, buon cibo, gente che ti fa sentire a casa. a volte invece entri in posti dove stai a disagio, coi divani con ancora su la plastica dopo 20 anni per non rovinarli, puzza di cavolfiore e gente un po’ stronza, però tu guardi, impari come non vuoi essere, saluti, ringrazi e te ne vai. e fortuna che la bottiglia di vino che avevi portato per l’ospitalità non l’hai tirata fuori dalla borsa. chiuditi bene la porta alle spalle e vedi che lì accanto forse c’è un’altra porta da cui vien fuori un profumo di zuppa di pesce, e sul campanello c’è scritto izzo.

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Arlec

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