I fuochi sacri (Sole spento riaccende le fiamme della città) – bozzetto di De Chirico
Tra i bozzetti più significativi del pittore italiano Giorgio De Chirico, troviamo il disegno a matita su carta “I fuochi sacri”, realizzato per la litografia dei Calligrammes di Apollinaire, o “Sole spento riaccende le fiamme della città”.
Questo dipinto è realizzato nel 1929 e attualmente conservato ed esposto presso il Museo d’Arte di Avellino. Questo disegno presenta due versioni e due titoli, uno suggerito nel 1979 da Claudio Bruni Sakraischik, “I fuochi Sacri” ed un altro segnalato nel 1985 dal critico d’arte e collezionista italiano Maurizio Fagiolo D’Arco, “Sole spento riaccende le fiamme della città”.
Approfondimento
I fuochi sacri: analisi dell’opera
In questo bozzetto, possiamo notare il Sole al tramonto che si cela dietro le colline e la città.
Dal Sole, parte un raggio simile ad una “corda” o “frusta”, che attraversa la collina e le case della città, alimentando il fuoco sacro situato davanti al tempio greco a tre colonne. In questa opera di De Chirico, il ritorno al classicismo è nell’aria. Il suo rapporto con il movimento surrealista tende un po’ a scemare. In questo suo bozzetto, la sua pittura restituisce un’interpretazione un po’ meno personale della realtà.
Differenze
In “Sole spento riaccende le fiamme della città”, ci sono però delle differenze sostanziali, rispetto a “I fuochi sacri”. Alcuni particolari sono più definiti e marcati, mentre il tempio greco presenta solo due colonne anziché tre. Anche i luoghi sono quelli metafisici dei suoi quadri, che si spostano naturalmente nella loro innaturalezza, come in un sogno che si sta per realizzare.
Si tratta di uno dei bozzetti più rappresentativi dell’artista. Lo stile del pittore italiano è altamente espressivo e carico di un nuovo significato.
Gli anni a Parigi
I bozzetti sono stati realizzati da Giorgio De Chirico durante il suo periodo parigino, nel momento in cui anche il mercato artistico venne coinvolto dalla grande crisi del 1929, quando il pittore si trova all’apice del successo. Negli anni parigini, De Chirico realizza anche questa opera pittorica, fondamentale per l’arte del Ventesimo secolo.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i fratelli De Chirico si arruolano volontari e vengono inviati a Ferrara; dopo un primo periodo di disorientamento dovuto al cambiamento di città, De Chirico rinnova la propria pittura e la rende un po’ più vibrante. Questo bozzetto ne è la chiara testimonianza.
Il disegno è stato presentato per la prima volta nello stesso anno presso la galleria “Galerie des Quarte Chemins” di Parigi insieme agli altri disegni per i Calligrammes di Apollinaire e anche in diverse mostre che si sono tenute fino al 1999.
Il bozzetto ha avuto una storia piuttosto complessa e davvero travagliata. Secondo alcune testimonianze, per un certo periodo, il disegno ha fatto parte della collezione personale dell’autore, poi è stato presentato in diverse collezioni, esposizioni e gallerie, tra le quali la Galleria Arco Farnese di Roma, fino a giungere in ultimo, nel 2013 presso il Museo d’Arte di Avellino.