Il Boston Tea Party
Il Boston Tea Party si svolse il 16 dicembre 1773 a Boston e influenzò tutte le colonie della costa del Nord Atlantico. Avvenne dopo che il governo britannico dimostrò la sua assoluta indisponibilità a rivedere le scelte legislative che interessavano le colonie americane. Infatti, il Boston Tea Party diede vita ai primi moti rivoluzionari contro l’Inghilterra da parte delle colonie americane.
Boston Tea Party: la storia
I coloni che decisero di partecipare a questo atto di ribellione appartenevano ai Sons of Liberty, un gruppo nazionalista che non accettava l’imposizione inglese. Si travestirono da indiani e salirono a bordo delle navi attraccate al porto e che dovevano, dopo aver scaricato le casse di tè, salpare alla volta della Gran Bretagna. Una volta conquistate le navi iniziarono a rovesciare in mare le casse contenenti il tè, di qui il nome della rivolta.
Malgrado i conflitti con la madrepatria fossero nati alcuni anni prima a causa dell’inasprimento della tassazione sul caffè, sul vino, sullo zucchero (leggi emanate nel 1764) e su tutti gli atti che prevedevano l’utilizzo di carta affinché fossero validi (legge emanata nel 1765), in questo caso la rivolta scoppiò perché la corona decise di togliere i dazi sul tè per sfavorire il contrabbando che i coloni americani avevano sviluppato con gli olandesi. Il Tea Act, che aboliva i dazi di importazione, fu una decisione conseguente ai debiti che la Compagnia delle Indie Orientali aveva contratto a causa del fatto che i coloni non compravano più il tè importato dalla Compagnia. Il decreto attuativo fu emanato nel 1773.
Questa decisione, inizialmente, rese più difficile il rapporto fra le colonie americane e la Corona che sembrava a quest’ultime non comprendere le loro necessità, colpendoli nei loro interessi economici. D’altra parte la Compagnia delle Indie Orientali rappresentava diverse lobby economiche che esercitavano forti pressioni sul Parlamento inglese che non annoverava, al contrario, nessuna rappresentanza proveniente dalle colonie americane.
Naturalmente i più colpiti non erano i coloni che svolgevano professioni legali ma i contrabbandieri che però fomentarono le proteste facendo di un’erba un fascio e unendo questa decisione degli inglesi alle altre scelte legislative che invece colpivano la generalità dei cittadini americani.
Questi moti di ribellione indussero il governatore della città di Boston, Thomas Hutchinson, ad intervenire mandando le truppe, le quali chiusero il porto e imposero ai comandanti delle navi di scaricare il tè. A questo punto i coloni decisero di impedire le manovre di scarico gettando in mare le casse. Né l’Inghilterra né molte rappresentanze dei coloni americani desideravano la guerra o che questi scontri degenerassero ma al situazione tesa e che rendeva difficili le comunicazioni fra i due Paesi portarono in seguito alla Guerra d’Indipendenza.