Sette libri di Gianni Biondillo
quartoggiaro caput mundi
Binge-watching, also called binge-viewing or marathon-viewing, is the practice of watching television for longer time spans than usual, usually of a single television show.
questa è la definizione data da wikipedia al binge watching, che va per la maggiore ultimamente. ti metti lì e ti spari tutta una stagione o più di una serie tv, in poco tempo. notti, weekend, quanno te pare.
MA. io mi sono data al binge reading. non potendo correre e camminando a fatica perché infortunata, mannaggiammè e a chi dice che la corsa fa bene, ho letto in un tempo relativamente breve – setteggiorni [cit.] – i libri di giannibiondillo quelli dell’ispettore ferraro (lo specifico, ché biondillo ne ha scritti pure altri).
gianni biondillo è uno degli esponenti del noir all’italiana contemporaneo. alla milanese, nel suo caso, non perché siano allo zafferano ma perché sono ambientati a milano e ok, al massimo dintorni. buona parte a quarto oggiaro e se siete di milano sapete cosa vuol dire quarto oggiaro, se no diciamo che è un quartiere popolare, di cui si parla spesso con accezione negativa ma che biondillo presenta come un paese a sé, dove le famiglie si conoscono, abitano da sempre nelle stesse case, ci sono i negozi invece dei centri commerciali (ah no, c’è anche un centro commerciale vicino, è dove vado io a fare la spesa il sabato e prima della spesa mangio 2 toast col tabasco e una coca zero piccola, 6 eur).
i romanzi della serie sono:
- per cosa si uccide – guanda, 2004
- con la morte nel cuore – guanda, 2005
- il giovane sbirro – guanda, 2007
- i materiali del killer – guanda, 2011
- cronaca di un suicidio – guanda, 2013
- nelle mani di dio – guanda, 2014
- l’incanto delle sirene – guanda, 2015
in questi romanzi gianni biondillo non racconta il classico c’è un morto arriva il poliziotto figo e un po’ dannato, risolve il caso, va a mangiare, come spesso si trova ultimamente, ma ci mette anche altro. ci mette la crescita e la maturazione di un uomo che evolve, matura (forse), affronta cose. con una puntata a metà che è un prequel, racconta ferraro da gggiovano.
in ogni libro non c’è solo il caso principale ma anche casi secondari, che a volte vengono risolti a volte no a volte vengono raccontati da uno degli attori del caso stesso, a volte non sono nemmeno fondamentali per il caso principale. avendoli letti uno via l’altro, faccio un po’ fatica a ricordarli singolarmente.
ricordo però che sono classici, non classici come i promessi sposi, ma standard, senza dare al termine un’accezione banale e noiosa. sono libri che rientrano di diritto nella mia comfort zone. alle volte biondillo ci prova forse e ci sono brani che vanno alla ricerca di qualcosa d’altro, di qualcosa tipo letteratura meglio, ma a volte stonano. non c’è bisogno di altro, quando si ha ciò che serve.
una cosa che capita a leggere tutti insieme libri dello stesso autore è che a volte magari usa un modo di dire o dice qualcosa, e poi nei libri successivi lo ripete e non è una reprise, sembra quasi come quando parlando ci sono delle espressioni che usiamo più spesso. non mi piace molto, ogni volta sembra la prima ma per te non lo è e a questo punto credo di essermi messa in un discorso che non si capisce e manco so concludere scusate devo andare a prendermi il pranzo ciao.
quando ho finito l’ultimo, con ferraro che potrebbe ormai essere mio padre ma è molto diverso, da mio padre, un po’ mi sono accorta di essermici affezionata. e non si sa mai magari un giorno che sono al metropoli (il centro commerciale di cui sopra) lo incrocio. o su via padova, che ora ci lavoro vicino però ancora per pochissimo e lui si è trasferito lì dopo l’avventura romana.