Aspettando Godot: riassunto, storia, analisi e commento
Aspettando Godot è una famosa opera teatrale scritta dall’autore e drammaturgo irlandese Samuel Beckett. Composta in lingua francese tra il 9 ottobre 1948 e il 29 gennaio 1949 dopo la fine della seconda guerra mondiale, questa opera fu pubblicata nel 1952. Il titolo francese “En attendant Godot”, era seguito dal sottotitolo in inglese “a tragicomedy in two acts” (una tragicommedia in due atti). L’opera andò in scena per la prima volta al Théâtre de Babylone di Parigi, il 5 gennaio 1953. L’anno seguente Beckett tradusse Aspettando Godot in lingua inglese: Waiting for Godot.
Il dramma si inserisce nel filone del cosiddetto “teatro dell’assurdo” ed è incentrato sulla comune condizione umana dell’attesa.
Approfondimento
5 personaggi
- Estragon (in italiano indicato anche come Estragone), chiamato anche Gogo
- Vladimir (in italiano indicato anche come Vladimiro), chiamato anche Didi
- Lucky
- Pozzo
- Ragazzo
Aspettando Godot: trama e riassunto
La trama dell’opera beckettiana è semplice e lineare nella sua struttura. Si apre infatti con due uomini che aspettano in strada un tale chiamato Godot. La scena è spoglia. Oltre ai due personaggi – Vladimir ed Estragon – vi è solo un albero, che attraverso le foglie segna lo scorrere del tempo.
Godot, il protagonista tanto atteso, non appare mai nell’opera. Si limita ad inviare ai due uomini un ragazzo che gli dice:
“Godot non verrà oggi, verrà domani”.
La scena è quindi dominata da Vladimir ed Estragon, che hanno le sembianze di due barboni. I due, durante il tempo trascorso insieme nell’attesa di incontrare Godot, cominciano a lamentarsi delle condizioni climatiche, della fame, e della vita stessa.
La loro disperazione è tale che entrambi pensano anche al suicidio, ma senza metterlo in pratica. I discorsi futili, superficiali, a tratti sconnessi e privi di significato, lasciano riflettere lo spettatore sul non-sense dell’esistenza umana in alcuni frangenti.
Il dramma di Beckett prosegue con l’entrata in scena di altri due personaggi: Pozzo e Lucky. Il primo è un uomo assai crudele, un proprietario terriero che tratta il secondo, Lucky, come uno schiavo, addirittura portandolo al guinzaglio come un cane. La corda è il simbolo che indica il loro insano, eppure inscindibile, legame esistenziale.
Secondo atto
Dopo aver incontrato il giovane “messaggero di Godot” e aver scambiato con loro alcune battute, Pozzo e Lucky escono di scena per ridare il posto a Vladimir ed Estragon. Nel secondo atto del dramma riappaiono dove erano la sera precedente. I dialoghi tra i due sono sempre caratterizzati da futilità, luoghi comuni e qualche battuta comica.
Intanto torna in scena Pozzo (che è diventato cieco), mentre il servo Lucky ha perso la parola. Dopo che il messaggero di Godot avvisa per l’ennesima volta che lui non verrà, in scena restano solo i due personaggi principali, a sublimare un’attesa che non ha mai fine.
Analisi e commento
Nell’opera il tempo resta fisso. C’è attesa di un qualcosa (o qualcuno), ma nessuna possibilità di cambiamento. Il dramma, strutturato in due atti, sembra immobile, eppure il tempo scorre e lo spettatore può rendersene conto attraverso alcuni particolari: ad esempio le foglie che cadono dagli alberi, ad indicare l’arrivo della stagione autunnale.
La commedia di Samuel Beckett, nella sua semplicità, è la metafora dell’esistenza umana, spesso trascorsa nell’attesa che avvenga qualcosa che possa distrarci dal tedio e dal pensiero ricorrente della morte. Proprio per tale metafora, che la maggior parte dei critici ha colto, Aspettando Godot è una delle opere di Beckett più discusse.
Non sono mancate negli anni sofisticate interpretazioni dell’opera dal punto di vista filosofico e addirittura psicanalitico. C’è chi ha voluto vedere nella coppia Valdimir/Estragon, un ritratto iconico dell’istituzione del matrimonio.
Samuel Beckett, invitato ad assistere alla prima della sua opera a Parigi, non andò. Inviò tuttavia una comunicazione:
“Non so chi sia Godot. Non so nemmeno se esista. E non so se loro credano in lui o no – i due che lo stanno aspettando. Gli altri due, che passano alla fine dei due atti, devono essere una rottura nella monotonia. Tutto quello che so l’ho mostrato. Non è molto, ma per me è abbastanza, di gran lunga. Direi, anzi, che sarei stato soddisfatto anche con meno. Quanto a volervi trovare un più ampio, più alto significato […] non ne vedo il punto. Ma è possibile… forse [i personaggi] vi devono delle spiegazioni.”
Tre curiosità su Aspettando Godot
- Nell’accezione comune, l’espressione “Aspettando Godot” si caratterizza per il sottile sarcasmo e l’ironia. Sta ad indicare, infatti, un avvenimento, una situazione, un evento che pur sembrando imminente non si verificherà mai. Chi attende, però, sta lì immobile senza far nulla affinché l’avvenimento o la situazione possa accadere realmente.
- All’opera di Beckett si sono ispirati altri autori: Miodrag Bulatovic nel 1966 scrisse “Godot è arrivato” (una sorta di sequel del dramma di Beckett). Mentre nel cinema, il regista italiano Nino Russo ha realizzato la pellicola “Il giorno dell’Assunta” nel 1977, ispirandosi chiaramente al drammaturgo irlandese.
- Il titolo di uno spettacolo teatrale del 1991 del comico Claudio Bisio, Aspettando godo, schernisce il titolo originale di Beckett.
Sto ancora aspettando di sapere come vi chiamate, e se siete Godot.