Le ambasciate e i terreni su cui sorgono
I terreni su cui sorgono le ambasciate straniere non sono sottoposti alle leggi del paese di origine, bensì a quelle del paese ospitante. Quindi contrariamente a quanto si crede, le ambasciate sono soggette all’immunità territoriale solo all’interno dei confini dell’edificio e dei parchi o cortili adiacenti all’edificio stesso. Il terreno tuttavia rimane di proprietà del paese in cui si trovano. Oppure di privati cittadini che hanno deciso di affittare tale terreno.
Un caso curioso
Un caso curioso è quello del terreno dell’ambasciata degli Stati Uniti d’America a Londra. Esso apparteneva a Gerald Grosvenor, VI duca di Westminster, scomparso nel 2016. Cugino della regina, fu un uomo potente e ricchissimo (si ritiene che il suo patrimonio si aggirasse intorno agli 11 miliardi di euro). Fu proprietario di molti palazzi e terreni in Inghilterra.
In passato si vide recapitare un’offerta di acquisto del terreno dell’ambasciata da parte del governo USA. Dopo una breve riflessione, diede una risposta che rappresenta bene il senso dell’umorismo inglese. Chiese infatti in cambio dell’appezzamento che si trova in Grosvenor Square, lo stato della Virginia, che era stato confiscato dagli americani ai suoi antenati durante la guerra di indipendenza americana. L’eredità e il titolo sono passati poi al nuovo duca, Hugh (all’epoca 25 anni e padrino del principino George, figlio di William e Kate).
Ambasciate, ambasciatori e diplomatici
Generalmente i cittadini del paese ospitante non possono entrare in un’ambasciata senza un permesso. E se l’autorità giudiziaria o di polizia ritiene che all’interno dell’edificio ci siano dei sospettati, oppure si stia commettendo qualche crimine o attività illegale, deve attendere che le persone ricercate escano dalla struttura.
Ambasciatori e diplomatici godono invece di un’immunità piena, che li protegge dall’arresto e dalla richiesta che vengano processati per reati commessi all’interno o al di fuori dell’ambasciata. Lo stato che rappresentano può decidere però di togliere loro l’immunità; lo stato che li ospita può al massimo dichiararli persona non grata (locuzione latina che in italiano significa “persona non gradita”). Considerando la loro presenza inopportuna si può così chiedere formalmente il loro ritorno in patria. La Convenzione di Vienna sui rapporti diplomatici disciplina i diritti dei diplomatici e degli ambasciatori in missione all’estero.