L’Olandese Volante di Wagner
Richard Wagner è un famoso compositore e musicista tedesco. Durante la sua proficua carriera ha creato varie opere musicali e di genere lirico dal notevole spessore, parecchio apprezzate dal pubblico. Una delle sue opere più famose è “L’Olandese Volante” (nota anche come “Il vascello fantasma”), andata in scena per la prima volta a Dresda il 2 gennaio 1843.
Con questa opera il musicista tedesco rompe gli schemi della tradizione: l’Olandese Volante viene scritto in un atto unico, anche se in genere viene presentato al pubblico diviso in tre atti. Come in altre opere dello stesso autore, l’argomento principale è l’amore, un sentimento talmente nobile da diventare un vero e proprio mezzo per raggiungere la redenzione.
Altri elementi di novità presenti nell’opera wagneriana sono la quasi totale abolizione delle “forme chiuse” e la comparsa dei primi leitmotive, particolari melodie che servono a caratterizzare meglio i personaggi e le situazioni, e che si concentrano nella fase di apertura dell’opera. La musica fluisce senza alcuna interruzione, ed è proprio questa particolarità che piace al pubblico.
L’opera di Richard Wagner segue uno schema ciclico, in cui il finale della storia si collega alla parte iniziale in maniera lineare e scorrevole, senza intoppi e forzature. Si tratta di una sequenza ben articolata di scene drammatiche in cui la musica rende tutto più piacevole. Lo spettatore viene rapito dai personaggi e si immedesima facilmente nelle loro storie e vicissitudini.
La storia
A detta di Wagner, l’opera si ispira in parte ad un viaggio compiuto realmente da lui nell’estate del 1839, durante il quale viene sorpreso in mare da una furiosa tempesta. Il resto, naturalmente, è fantasia, anche se il racconto è entrato a pieno titolo tra le leggende che si raccontano nei Paesi del Nord Europa. La storia, ambientata su una costa della Norvegia, ha come protagonista un capitano di nome Daland, che mentre sta tornando a casa a bordo della sua nave è costretto a rifugiarsi sulla riva a causa di un’improvvisa e violenta tempesta.
Ad un certo punto, sulla rotta della nave, spunta un vascello nero con le vele rosse, dal quale scende un uomo vestito di nero e con il viso pallido, che si mette a raccontare la sua storia all’equipaggio. Provato dalle difficoltà e dalla paura durante la tempesta, l’uomo aveva maledetto Dio per la sua sfortuna, e per questo motivo aveva ricevuto un castigo: navigare senza meta per tutto il resto della vita.
Un angelo però gli appare annunciandogli che può essere liberato dal suo triste destino soltanto se, una volta riportato a riva ogni sette anni, egli trovasse una donna che restasse fedele a lui per sempre. Poiché il capitano Daland ha una figlia in età da marito, chiamata Senta, il fantasma non esita a chiederla in sposa, in cambio di oro e altri oggetti preziosi. Daland accetta volentieri la proposta. Il ritorno della nave viene festeggiato con balli e canti. Senta è costretta a venir meno alla promessa di fedeltà fatta al suo fidanzato, il cacciatore Erik, che tenta invano di distoglierla dall’intenzione di sposare Daland.
Sorpresi da una tempesta che sta per inghiottire la nave, i marinai norvegesi sono atterriti, e cercano di scappare. Erik raggiunge Senta e le chiede di non rinunciare al loro amore. Ma i due vengono sorpresi dal capitano Daland, che sentendosi tradito dalla promessa sposa, ordina all’equipaggio di salpare. Non riuscendo a fermarlo, Senta si sacrifica buttandosi in mare, spezzando per sempre il maleficio dell’Olandese Volante, che viene così salvato dalla dedizione di una donna.
La leggenda dell’Olandese Volante
Tra i marinai nord-europei è alquanto diffusa la leggenda dell’Olandese Volante, il vascello fantasma che vaga senza una meta nei mari poiché il destino avverso non gli consente di fare ritorno a casa. L’equipaggio è costituito da marinai fantasma che cercano disperatamente di stabilire un contatto con la terraferma. La storia leggendaria è stata ripresa, dopo Wagner, anche dallo scrittore Washington Irving, nel 1855. C’è chi dice di aver avvistato questa nave che si aggira senza meta avvolta nella nebbia.
Secondo alcuni studiosi questa visione lugubre potrebbe essere provocata da un’illusione ottica, la stessa che si verifica in luoghi assolati o sulle strade asfaltate arroventate dai raggi solari in estate, e che ci fa credere di vedere oggetti che si muovono all’orizzonte. Tale miraggio è chiamato anche “Fata Morgana”. Il fenomeno appunto provoca l’illusione di vedere oggetti come se fossero in dissolvenza: in realtà è solo il risultato del fenomeno di riflessione dei raggi del sole.