Differenza tra nevrosi e psicosi
Nella psicologia clinica, parlando di disturbi psichici, vengono spesso utilizzati i termini nevrosi e psicosi. Le due parole hanno significati differenti. Analizziamoli brevemente in questo articolo.
Nevrosi
Il termine nevrosi, o neurosi, indica una serie di disturbi psicopatologici che nascono generalmente da un conflitto inconscio di tipo ansiogeno. Freud e Breuer furono i primi che si occuparono di studiare la nevrosi isterica (dal greco hysterikos, cioè uterino), che si attribuiva in particolare alle donne. Secondo Freud, la nevrosi era una patogenesi di tipo psicologico, caratterizzata da una possibile rimozione e repressione di desideri, istinti ed eventuali pulsioni, il cui contenuto non si manifesta a livello cosciente, ma solo sotto forma di conflitto inconscio tra Super-Io (la sede delle convenzioni sociali) ed Es (la parte pulsionale della personalità). Il paziente, comunque, non perde il contatto con la realtà, ad esempio attraverso deliri o allucinazioni.
La nevrosi porta: disturbi di adattamento sociale, diverse manifestazioni psicopatologiche come isteria, angoscia, fobie ed ossessioni varie. Esistono diversi tipi di nevrosi tra cui quella: fobica, isterica, nevrosi d’ansia e infine ossessiva. Per superare questo ostacolo è necessario intraprendere un percorso di psicoterapia. Nei casi limite, tendenti alle forme psicotiche, invece è importante abbinare un’accurata terapia farmacologica. Nella maggioranza dei casi si possono limitare o alleviare i sintomi.
Psicosi
Con il termine psicosi, invece, vengono indicati disturbi di tipo psichiatrico, caratterizzati da una conseguente alterazione dell’equilibrio psichico dell’individuo. In questo caso, il soggetto si distacca dalla realtà e presenta frequente assenza di insight, frequente presenza di disturbi del pensiero, allucinazioni e deliri. Esistono diversi tipi di sintomi di disturbi psicotici tra cui quelli che riguardano la forma del pensiero, il contenuto del pensiero ed infine quelli della senso-percezione.
Nel primo caso avvengono delle conseguenti alterazioni del flusso ideativo: le idee sono incoerenti, sussistono delle alterazioni dei nessi associativi; nel secondo caso invece sono frequenti situazioni prevalentemente deliranti (deliri, spunti interpretativi); nell’ultimo caso sono frequenti invece dispercezioni e allucinazioni uditive (a carattere imperativo, commentante, denigratorio o teologico), visive, olfattive, tattili, cinestetiche e infine geusiche. Solo nei casi più gravi è necessario il trattamento farmacologico.