I monologhi del destino: il Necessario e l’Impossibile
Il Necessario e l’Impossibile – I monologhi del destino, è un progetto di sei puntate a metà tra cinema e teatro. E’ una Web Serie scritta e pensata da Alessandro Autore ed Emilio Bologna; la regia è di Massimo Cerullo. Un nuovo modo per conoscere i miti, di viverli o riviverli, una drammatizzazione che fuori dai canoni offrirà chiavi di lettura uniche, per rinnovate riflessioni su tematiche profonde ed introspettive.
Quattro anime, quattro destini, un verdetto affidato a un dio. Prometeo, l’orgoglioso avversario degli dei; Orfeo, il malinconico cantore d’un amore perduto; Turno, il giovane sovrano dei Rutuli, condannato a una morte già decisa; e Cassandra, vittima di una conoscenza che sa di maledizione.
Approfondimento
Dioniso
Ad aprire e chiudere la voce di Dioniso, dio dell’ebbrezza e del caos irrazionale. È questa l’idea alla base de Il Necessario e l’Impossibile. Necessario, come l’aspirazione vitale alla salvezza in lotta con le forze del fato tiranno. Impossibile, perché ciò che ricerca costantemente l’umanità, nella sua perenne scalata al cielo, resta un miraggio, un’illusione, un abbaglio lontano.
I miti
Ecco quindi la mitologia rivelare la violenza di un vincolo che invano si è sempre cercato di sciogliere, ossia quello fra libertà e negazione, oppressione e ribellione. Ed è soprattutto il libero arbitrio, l’incapacità di reazione dinanzi al volere del Fato, motivo di interesse per questi personaggi riproposti e rielaborati in tutto il dramma del loro dolore, fra i rimpianti e i fallimenti di esistenze futili ma non per questo meno intense.
I miti, difatti, con il loro fascino immortale, offrono varie possibilità di interpretazione e si fanno carico di problemi esistenziali (con la semplicità e l’immediatezza della fantasia, dell’allusione e della metafora) che risuonano ancora forti nella mente dell’uomo moderno.
Prometeo
Apre il progetto la voce solitaria di Prometeo (Francesco Passero), benefattore del genere umano, esiliato sui dirupi del Caucaso, mentre vaneggia sul significato della libertà, sforzandosi di affibbiarle una natura materiale, salvo poi rinvenire e individuare nel Fato, entità astratta ma dominatrice, il vero nemico, il vero limite perfino per la libertà stessa in quanto concetto.
Quello che si offre allo spettatore è un Prometeo vendicativo, offeso per l’oltraggio di Zeus nei confronti dei Titani suoi fratelli, deciso perciò a placare il suo rancore e ottenere la propria rivalsa nei confronti del Dio dell’Olimpo forgiando l’uomo e dotandolo di un sapere che fino a quel momento gli era stato precluso, in quanto prerogativa divina.
Orfeo ed Euridice
Segue Orfeo (Antonio Gentile), rappresentato nell’atto di rivendicare l’autonoma decisione della non-scelta, ossia al lucido rifiuto di riscattare l’amata Euridice (Flora Epifania) dagli Inferi, evitando così di condannarla a un’esistenza fittizia, che avrebbe appagato una promessa divenuta astratta già al momento della sua discesa nell’Oltretomba.
Turno
Vi è poi Turno (Emilio Bologna), nemico di Enea, che pur consapevole di essere una pedina nelle mani del Fato, si immola a quello che sarà il suo ultimo duello, alla ricerca di una morte dignitosa al cospetto degli dei.
Cassandra
Chiude il ciclo la vicenda della profetessa Cassandra (Rosa Rubino), figlia di Priamo, re di Troia, il cui dono profetico rappresenta la sua più grande condanna. Resa inerme dall’impossibilità di mutare le trame degli eventi futuri, ella non può che rinnegare la propria dote e tentare, ormai impazzita, di scuotere gli animi dei concittadini in vista dell’imminente saccheggio e distruzione di Troia.
Una riflessione interiore
Ognuna di queste voci affronta il Fato e il suo dominio in maniera diversa, pur essendone in qualche modo sopraffatta: Prometeo sfida gli Dei e il destino in un atto di estrema ribellione; Orfeo decide dignitosamente di non assecondare quello che il Fato aveva in serbo per lui; Turno dal suo canto, accetta in maniera quasi epicurea la fine preannunciatagli, pur non disdegnando false speranze; Cassandra, infine, tenta di abiurare il dono della premonizione, così da poter vivere la sua vita nell’ignoranza, nella non-conoscenza del futuro.
L’entrata in scena di Dioniso (Crispino Truglio), il Folle Errante, dio al di sopra della comune concezione del Fato, chiuderà il progetto con una risposta a tutti i monologhi.
Durante il viaggio fra dei e mortali, lo spettatore si troverà a ragionare su se stesso, in balìa del fiume di problematiche che affondano le radici nella propria interiorità.