La “MilanoNera” di Paolo Roversi
Paolo Roversi nasce a Suzzara, in provincia di Mantova, il 29 marzo 1975, ma vive a Milano. Nel 1999 si è laureato in Storia Contemporanea all’Università di Nizza-Sophia Antipolis (a Nizza, Francia) con una tesi sull’occupazione italiana in Costa Azzurra durante la seconda guerra mondiale.
Studioso dello scrittore e poeta Charles Bukowski (Andernach, 16 agosto 1920 – San Pedro, 9 marzo 1994), nel 1997 ha curato un’edizione dei suoi aforismi, “Bukowski. Seppellitemi vicino all’ippodromo così che possa sentire l’ebbrezza della volata finale. Pensieri e aforismi” (ed. Stampalternativa), mentre nel 2005, con l’aiuto della traduttrice e scrittrice Fernanda Pivano (Genova, 18 luglio 1917 – Milano, 18 agosto 2009), ha pubblicato la prima biografia italiana dedicata all’autore, “Bukowski. Scrivo racconti poi ci metto il sesso per vendere. Vita vizi e virtù dello scrittore maledetto con un’intervista a Fernanda Pivano” (ed. Stampalternativa, in una nuova versione aggiornata del 2010 per Castelvecchi). Nel 2008 ha pubblicato per Kowalski/Feltrinelli un romanzo con protagonista lo scrittore, “Taccuino di una sbronza”, da cui è stato tratto uno spettacolo teatrale nel 2009.
Paolo Roversi ha collaborato con giornali e riviste letterarie, dal Corriere della Sera, a Rolling Stone, Diario, Detective Magazine, Stilos, InScena Magazine, Gazzetta di Mantova.
Ha scritto soggetti per la televisione, in particolare per le serie dieci e undici di “Distretto di Polizia”.
Scrittore di gialli, esponente del cosiddetto “noir metropolitano”, ha pubblicato quattro romanzi che hanno come protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi: “Blue Tango – noir metropolitano” (Stampa Alternativa, 2006), “La mano sinistra del diavolo” (Mursia, 2006), con cui ha vinto il Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2007, “Niente baci alla francese” (Mursia,2007), e “L’uomo della pianura” (Mursia,2009). Lo stesso Radeschi è protagonista di un romanzo per ragazzi “Gli agenti segreti non piangono” (Mursia, 2009).
Ha fondato e dirige la rassegna dedicata al giallo e al noir “NebbiaGialla Suzzara Noir Festival”, che si tiene ogni anno a Suzzara nel primo week end di febbraio, e di “Milano in Bionda giallo e noir Festival”.
Dirige inoltre il web press “MilanoNera”, portale dedicato interamente alla letteratura gialla e noir, le cui pubblicazioni vengono stampate e distribuite nelle librerie ogni due mesi con la testata di “MilanoNera Mag”.
Nel 2008 e 2009 è stato finalista anche del Premio Noir Mediterraneo di Sassari. I suoi romanzi sono tradotti in Spagna, Francia e Germania. Nell’aprile 2010 è uscita, in italiano e in inglese contemporaneamente, la guida noir sui misteri della città, “Milano Diamante” (Marsilio). Nel maggio 2010 ha pubblicato il romanzo noir “PesceMangiaCane” (Edizioni Ambiente), dedicato al Po e al disastro ambientale seguente al riversamento del petrolio nel fiume Lambro. Nel marzo 2011 è uscito il romanzo “Milano Criminale” (Rizzoli), subito ristampato e acquistato per le traduzioni estere in molti paesi.
Di seguito riportiamo un’intervista rilasciata per Biografieonline.
Paolo, per avere un simile curriculum, ci vuole tanto lavoro, ma anche tanta passione. Quando e come hai deciso di diventare uno scrittore?
Non l’ho deciso a tavolino. Sono cose che ti senti. A me la folgorazione è arrivata leggendo “Post Office” di Charles Bukowski quando avevo 19 anni. Da quel momento ho deciso di provarci seriamente.
E’ sempre difficile essere esordienti, in qualunque campo. Come sei riuscito ad emergere, qual è stata la svolta decisiva della tua carriera?
Sempre grazie al vecchio Buk. Ho pubblicato una raccolta di aforismi nella collana Millelire di Stampa Alternativa. Così ho conosciuto il mio primo editore.
Hai mai avuto momenti di sconforto, in cui hai pensato di mollare e trovarti un ‘lavoro qualsiasi’?
Certo, continuamente. Credo faccia parte dell’essere scrittore. Se stai troppo bene e sei gratificato non ci pensi a scrivere.
Come hai conosciuto Fernanda Pivano? Che ricordo hai di lei?
Un bellissimo ricordo. L’ho conosciuta grazie alla passione per Bukowski. Siccome il suo numero era sull’agenda telefonica un giorno le ho telefonato e le ho detto che mi sarebbe piaciuto incontrarla per parlare di Bukowski. Lei ha risposto che chi amava i suoi amici scrittori era anche suo amico. Due giorni dopo sono andato a casa sua.
Ma veniamo alla tua passione principale: i gialli. Dove trovi l’ispirazione per i tuoi romanzi?
Dalla realtà e dalla cronaca nera. Fonti inesauribili.
Come hai avuto l’idea di creare “MilanoNera”?
Una folgorazione nata dalla voglia di condividere le buone letture con gli altri appassionati di romanzi polizieschi.
Quando scrivi, è sempre facile per te trovare l’ispirazione, scrivere di getto, oppure ci devi pensare a lungo e l’opera è il risultato di un lungo lavoro di meditazione?
L’ispirazione va coltivata. Vivendo, leggendo, parlando con la gente. Se la coltivi non si inaridisce mai. Io lo faccio e riesco a scrivere praticamente sempre.
Hai lavorato anche per la televisione. E’ un mondo che ti affascina, oppure preferisci assolutamente i romanzi?
Sono linguaggi diversi. Per ora quello che prediligo è la narrativa. Però nella vita non si sa mai.
Quali sono le altre passioni ed interessi di Paolo?
Il cinema e l’informatica.
E i progetti in cantiere?
Parecchi. Quello che realizzerò per primo sarà a gennaio 2013 quando uscirà il mio nuovo romanzo per Rizzoli.
Se potessi tornare indietro, faresti …
Il viaggiatore.
… E invece non rifaresti …
Troppe cose!
Una domanda difficile: ci puoi raccontare un episodio curioso, un momento magico e un evento da dimenticare della tua carriera?
In questo momento non mi viene in mente nulla in particolare. Diciamo che ho vissuto momenti di grande euforia e anche sonore batoste. Fa parte del gioco.
Che rapporto hai con i tuoi lettori?
Molto buono. I lettori sono il vero tesoro di noi scrittori. Il nostro passato e, soprattutto, il nostro futuro.
Le tue opere sono tradotte anche in diversi Paesi del mondo. Raccontaci cosa significa portare la cultura italiana all’estero.
Una gran bella sensazione. L’idea di raccontare storie universali che possano essere lette ad ogni latitudine è esaltante.
Paolo Roversi, cosa consiglieresti a chi volesse diventare uno scrittore di gialli?
Lo stesso che consiglio a tutti gli esordienti: leggete moltissimo e tenete duro; il vostro momento arriverà.