Isis: cosa è? La spiegazione

L’Isis è un gruppo terroristico conosciuto in Occidente per essere il principale avversario militare del regime siriano di Bashar al Assad. Nel 2012 sono iniziati i primi scontri con le truppe regolari siriane. Tuttavia l’Isis ha un’identità e scopi più complessi. Si definisce uno “stato” che ha lo scopo di fondare un califfato. Il significato della sigla è: Stato Islamico dell’Iraq e del Levante.

Un missile Scud in mano alle forze militari dell'Isis
Luglio 2014: un missile Scud mostrato dall’Isis per propaganda (Foto: NBC news)

Le sue basi sono distribuite su un territorio assai vasto, posto fra l’Iraq e la Siria, in cui agisce in modo autonomo, ricavando le risorse economiche per le sue attività militari e terroristiche dai giacimenti petroliferi e dalle centrali elettriche sottratte dalle truppe allo stato Siriano.Il suo scopo militare non è solo la distruzione dell’Occidente ma anche fomentare una guerra interna all’Islam e contro tutti i mussulmani che vengono definiti o si definiscono moderati.

Bashar Al-Assad
Bashar Al-Assad, leader politico e presidente della Siria

Dove nasce l’ISIS

L’Isis, in un certo senso, nasce da Al Qaeda, il gruppo terroristico conosciuto soprattutto per aver organizzato gli attacchi alle Torri gemelle di New York, l’11 settembre 2001. Il primo leader dell’Isis è stato Abu Musab al-Zarqawi, uno dei leader di Al Qaida, che nel 2000 si staccò da Bin Laden e decise di fondare una propria organizzazione. Al-Qaida era nata per colpire tutti i paesi occidentali che avevano interessi ed esercitavano pressioni militari, politiche ed economiche sui paesi mussulmani. Zarqawi invece ebbe l’ambizione di voler scatenare una guerra religiosa fra sunniti e sciiti.

Bin Laden
Osama Bin Laden

Scopo e ideologia dell’Isis

L’obiettivo dell’Isis di al-Zarqawi era la creazione di un califfato di religione sunnita. Per farlo Zarqawi aveva progettato una serie di attentati molto cruenti in siti turistici e in luoghi ad ampia densità di persone, come luoghi religiosi o commerciali. Lo scopo era seminare il terreno mettendo in seria difficoltà le istituzioni, e facendo sollevare i sunniti a favore del califfato.

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Breve storia dell’Isis

Per realizzare questo progetto, Zarqawi ordinò nel 2003 di fare esplodere un’autobomba in una delle moschee della città di Najaf. Morirono 125 persone di religione sciita e fra queste il leader sciita Muhammad Bakr al-Hakim. Ma fu solo l’inizio.

Gli attentati si moltiplicarono e il gruppo di al-Zarquawi, che all’epoca si chiamava AQI, si alleò con Osama Bin Laden.

Nel 2006 Zarqawi venne ucciso dagli americani e al-Baghdadi prese il suo posto. Gli attentati continuarono ma la strategia degli americani, comandati dal generale Petreus che operò una repressione militare del terrorismo con un’alleanza con le tribù sunnite moderate, ridimensionò notevolmente l’efficacia degli attentati dell’ AQI.

Dal 2011 al 2013, invece, il gruppo si rafforzò e riorganizzandosi, grazie anche ai successi dell’offensiva militare in Siria. E’ nel 2013 che l’AQI cambiò il suo nome in Isis (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante) ufficializzando così la sua ambizione di conquistare anche i popoli del Mediterraneo orientale.

Nel 2014

L’isis nel 2014 si compone di 8.000 guerriglieri che però sono alleati con alcune tribù sunnite e con gruppi baathisti iracheni. Il suo scopo è rovesciare il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki di religione sciita e per ottenere questo risultato cerca di fomentare una guerra religiosa fra sunniti e sciiti.

Dall'estate del 2014 l'ISIS ha iniziato a mostrare al mondo la sua violenza diffondendo video delle decapitazioni di prigionieri occidentali.
Dall’estate del 2014 l’ISIS ha iniziato a mostrare al mondo la sua violenza diffondendo video delle decapitazioni di prigionieri occidentali.

La tattica militare dell’Isis trova l’opposizione della maggior parte dei paesi occidentali, Stati uniti in testa. L’Isis deve inoltre contrastare truppe d’elite di diversi paesi fra cui anche gli iraniani che non vedono positivamente la crescita sunnita in Iraq.

L’Isis non gode dell’appoggio di al Qaida, che ha rotto l‘alleanza con loro, per i massacri perpetrati contro i ribelli siriani moderati.

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Lo scenario futuro

L’Isis è autonoma, economicamente indipendente, ma in Iraq non ha le stesse risorse conquistate in Siria. Inoltre in Siria ha potuto muoversi agevolmente perché non c’è stato alcun intervento esterno, mentre oggi si trova a dover contrastare potenze estere ben più forti e ricche della Siria.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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