Io sono vivo, voi siete morti: recensione del libro
Libri biografici: Io sono vivo, voi siete morti
Volevo raccontare un libro che mi ha appassionato, ma mi rendo conto che è difficile descrivere un romanzo che racchiude in modo così preciso la vita di uno scrittore. Quella appunto che Emmanuel Carrère racconta di Dick. Philip K. Dick è lo scrittore di fantascienza per antonomasia, un cult, un precursore, ma è anche il fautore di un’esistenza difficile da narrare perché abbastanza piatta, come la maggior parte della vita degli scrittori.
D’altra parte, se il tuo lavoro è stare seduto ad una scrivania non c’è forse molto da narrare. E anche se hai avuto molte avventure amorose, hai viaggiato e hai conosciuto personaggi importanti – non è il caso di Dick – raccontare la tua vita al di fuori di eventi eclatanti è comunque noioso.
Nella testa di Philip K. Dick
Carrère riesce invece ad entrare nella testa di Dick, senza dircelo e a raccontare la sua biografia partendo proprio da questo presupposto.
Leggendo il libro: Io sono vivo, voi siete morti, pubblicato da Adelphi, ci sembra proprio di essere nella testa del grande scrittore e insieme a lui di vivere tutti gli eventi della sua vita:
- la vita famigliare con le sue mogli;
- i problemi di droga;
- le idee che lo hanno portato a concepire i libri;
- le droghe;
- i cambiamenti;
- le paranoie;
- il desiderio di fuggire da un’esistenza che sembra non appartenergli, proprio come accade ad alcuni personaggi dei suoi romanzi.
Insomma ci sembra di vivere dentro alla testa di Dick, di toccare il suo mondo e questa esperienza è esaltante.
Non sono un lettore di Philip Dick, non ho mai letto nessun suo libro e adesso inizierò. Eppure questa biografia mi ha appassionato come se fossi un fan sfegatato o come se fossi un suo detrattore.
Mi ha appassionato perché è l’opera meditata e sofferta di uno scrittore di talento quale è Carrère. Ma soprattutto perché è la biografia di un esploratore coraggioso e pieno di energia che entra dentro la fantasia e la realtà di un altro autore, appoggiandosi a tutte le fonti e cercando di rendere verosimili le sue intenzioni. Anche immaginando quello che Dick può aver fatto o creato in certe situazioni.
Vi assicuro che tutto, dalla prima all’ultima pagina, sembra vero.
Da leggere!
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Io sono vivo, voi siete morti, di Emmanuel Carrère. Editore Adelphi. 2022
Sono certo che non mi credete davvero, e forse non credete nemmeno che ci creda io stesso. Eppure è la verità. Siete liberi di credermi o meno, ma vi giuro che non sto scherzando: è una cosa molto seria, una questione importante. Certo, capirete che anche per me una simile affermazione è di per sé sconcertante.
Discorso pronunciato da Philip K. Dick a Metz, il 24 settembre 1977 • Riportato all’inizio del libro
Molti sostengono di ricordare una vita passata, ma io sostengo di ricordare un’altra, diversissima, vita presente. Che io sappia, nessuno ha mai affermato una cosa del genere, ma ho il sospetto di non essere l’unico ad aver fatto questa esperienza. Ciò che è unico è la mia disponibilità a parlarne.