Sincronizza il battito: intervista a Jessica Mastroianni e Marcello Affuso, autori del libro “A un passo da te”
Si intitola “A un passo da te” ed è il romanzo d’esordio della coppia di autori Marcello Affuso e Jessica Mastroianni, due giovani scrittori italiani che hanno realizzato un’opera letteraria originale dall’impronta unica; il romanzo è stato scritto senza che i due si incontrassero mai. I loro strumenti di condivisione del lavoro sono stati Facebook, le e-mail, il telefono. Iniziato come un esperimento, si è rivelato un lavoro pregevole dal risultato omogeneo, semplice ed efficace.
La storia e gli autori
Il libro ha per protagonisti Cristian e Valentina, due ragazzi diciannovenni che rappresentano due mondi; le loro sono due voci narranti che viaggiano parallele e che si amalgamano perfettamente nella storia. Le loro vite si rincorrono e si sfiorano, tuttavia non si incontrano, almeno fino a quando non sarà il momento giusto: solo allora i loro cuori batteranno in sincronia.
Questo romanzo che si colloca nel genere sentimentale e psicologico, però va sottolineato che non è la canonica storia d’amore tra due giovani: si tratta di un libro di introspezione, di crescita interiore, di adolescenti che si affacciano all’età adulta con le loro paure e insicurezze, con le loro fragilità e i loro punti di forza. La storia di questi due ragazzi viene favorita dal destino, e il fato stesso è l’elemento che lega i due, al ritmo dei battiti del loro cuore.
Jessica Mastroianni nasce a Lamezia Terme l’1 Giugno 1990. Frequenta il Liceo Classico Francesco Fiorentino e, diplomatasi nel 2008, decide di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara. Nel 2009 partecipa a vari concorsi di Poesia e Narrativa: con il racconto “E come limite…le Stelle!” si qualifica al secondo posto, in ex aequo, al concorso Trifolium 2009 indetto dalla Caravaggio Editore; con delle varianti della stessa opera, viene pubblicata nell’antologia dell’associazione culturale 150strade intitolata Il coraggio, la paura, la speranza, l’allegria e in quella de Le Pietre Preziose della casa editrice Unibook, distribuita in due versioni differenti; il brano “Loro sono morti perché noi non eravamo vivi abbastanza” risulta tra i venti selezionati per il Premio Antonio Landieri, vittima di mafia; la Aletti editore, tramite il concorso Verrà il mattino e avrà un tuo verso, pubblica “Verrà l’amore e non avrà i tuoi occhi” nella Rivista Orizzonti, “la rivista di tutti gli Artisti”; l’edizione Trifolium 2010 vede al terzo posto, in ex aequo, “L’altro lato della Luna”; alcuni suoi aforismi vengono inclusi nella raccolta Come un granello di sabbia di PensieriParole;“Ogni tua attesa” viene selezionata dalla Aletti editore per essere inclusa nel libro Luoghi di Parole.
Marcello Affuso nasce ad Alessandria il 14 Febbraio 1989 ma, fin da bambino, vive a Napoli. Frequenta il Liceo Scientifico Leon Battista Alberti e consegue il diploma nell’anno 2008. Si immatricola, poi, alla facoltà di Lettere Moderne dell’Università Federico II dove si laurea nel 2011. Attualmente frequenta il corso magistrale in Filologia Moderna. Il suo racconto “L’elefante nella stanza” è stato incluso nella raccolta “Melodia letteraria” (Il Violino edizioni, 2013).
Intervista
Avete pubblicato un libro senza mai vedervi, ci potete spiegare com’è nato questo progetto e il perché di questa scelta? Come e in che modo ha influito nella stesura?
Jessica: E’ nato tutto dal nulla. Da un momento di ozio, una sera d’estate che precedeva gli esami di maturità, girovagando per il web. Non ricordo se sono stata io la prima a ritrovarmi nel suo blog, oppure il contrario. Abbiamo iniziato a leggerci, a commentarci, a chiaccherare, a confrontarci.
Si è instaurato subito un bellissimo rapporto di amicizia. In questo, forse, il fatto che potessimo “nasconderci” dietro il monitor di un computer ha aiutato. Sai, è come avere una maschera che può farti essere chi non sei, o aiutarti a essere veramente te stesso. Era una specie di protezione, uno scudo, che a noi ha dato la possibilità di aprirci e confidarci anche il sogno comune di scrivere un libro. Così, abbiamo provato a collaborare dapprima alla stesura di brevi racconti…e poi, trovando sintonia tra le nostre penne, abbiamo azzardato qualcosa di più “grande”. Forse non ci credevamo neanche noi davvero, ma abbiamo voluto provare ugualmente.
E’ durato tre anni questo lungo viaggio verso la realizzazione di “A un passo da te”, in cui il destino più volte ci ha impedito d’incontrarci e scrivere insieme l’ultimo capitolo. Ma l’emozione è stata ancora più forte il 22 luglio 2011 quando, in occasione della prima presentazione, per la prima volta ho incontrato Marcello, che mi porgeva quel cumulo di fogli e speranze.
I flussi di coscienza del romanzo, che fanno alternare le voci di Cristian e Valentina, rappresentano in toto i retroscena della storia. Anche i due protagonisti si sono conosciuti su internet, ma loro vivono nella stessa città, hanno amici in comune e hanno un po’ di Marcello e Jessica. Credo che ogni singola impostazione del romanzo sia dovuta alle circostanze particolari che ci siamo trovati a dover gestire e questo ce lo fa sentire ancora più nostro.
Realizzato il sogno, come lo state portando avanti?
Marcello: Sono davvero tante le soddisfazioni che questo viaggio sta portando con sé. Stiamo ricevendo un riscontro che non ci aspettavamo, a dire il vero.
Attualmente mi sto attivando per la diffusione del libro nelle scuole del mio quartiere e in generale di Napoli, attendendo delle risposte anche da Lamezia e da Ferrara. La nostra esperienza, di ragazzi poco più grandi di chi è oggi alle medie e al liceo, sono certo possa generare riflessioni, oltre che interesse e sorpresa.
“A un passo da te” è poi adatto propriamente a quegli anni in cui i ragazzi sono più ricettivi e riescono a cogliere aspetti che noi stessi non avevamo notato.
In una società in cui il mezzo di internet tende a distruggere rapporti, favorisce l’avvicendarsi di tragedie, crea anche disagi, è bello constatare che siamo riusciti a costruire qualcosa, per di più in un modo così assurdo… ed è assurdo anche tornare a scuola, ma dall’altro lato della cattedra, a presentare con orgoglio il nostro lavoro.
Cosa ne pensano parenti e amici del vostro esperimento?
Marcello: Quest’anno ho incontrato circa 500 ragazzi tra medie e superiori e, come ho detto in precedenza, è stata un’esperienza fantastica. L’altro lato delle medaglia è che, guardando loro, mi sono accorto di con quanta indifferenza sia stato accolto il mio esordio tra coloro che, in teoria, avrebbero dovuto essere i più felici per me. Già il fatto che nessuno sapesse che stavo scrivendo un libro o mi prendeva un po’ in giro perché, pur di terminarlo, spesso non uscivo la sera, è sintomatico. Ma è stato ancora peggio vedere il poco interesse mostratomi. Davvero pochi mi hanno chiesto come è andata tutta questa vicenda e ancor di meno di come io la stia gestendo e se potevano darmi una mano. Insomma, come spesso accade, sono stati gli estranei, più che amici e parenti, a starmi accanto.
Jessica: Ogni volta che mi viene chiesto di raccontare com’è accaduto tutto, ricevo, di risposta, sguardi stupiti che sembrano volermi domandare “ma come può essere possibile?”. E in effetti, a pensarci bene, sembra un po’ strano anche a me guardarmi indietro e realizzare come sono andate le cose. Siamo stati un po’ folli, ma credo proprio ne sia valsa la pena.
Quale portata letteraria può avere il vostro romanzo?
Jessica & Marcello: Il web è davvero strano!
Abbiamo pubblicato questo romanzo nel 2011 ma, sorprendentemente, stiamo costatando che nelle ultime settimane, più di prima, la notizia sta balzando da un sito all’altro. Sempre con la stessa sorpresa abbiamo notato che non è solo un pubblico di adolescenti quello che sta apprezzando il nostro libro, ma anche gli adulti si ritrovano e confrontano con quelle righe…e questa è una gran bella vittoria per noi!
Sia “A un passo da te” in sé, sia il modo in cui lo abbiamo scritto, è stato una sorta di sfida, che potrebbe spingere, per emulazione, altri romanzieri allo stesso tipo di esperimento. Sarebbe interessante vedere come verrebbe affrontata la stessa esperienza da altre mani, quali sfumature potrebbero uscir fuori, ma soprattutto sarebbe una soddisfazione per noi l’idea di essere stati i primi.