Intervista ad Alessia Gazzola
Alessia Gazzola. Nata a Messina nel 1982. Medico chirurgo dal 2007, si è specializzata in Medicina legale nel luglio 2011. Alla sua attività di accademica e professionista di questo delicato settore chirurgico, ha affiancato una brillante carriera da scrittrice di thriller, per quanto la definizione del genere sia oltremodo riduttiva per quanto riguarda la sua carriera letteraria e il stile narrativo.
Con la pubblicazione de “L’allieva”, edito dalla casa editrice Longanesi nel 2011, la giovanissima autrice siciliana si è fatta conoscere in Italia e all’estero, forte di un grandissimo successo: ben 4 edizioni del suo romanzo, 60.000 copie vendute e in corso di pubblicazione in 4 paesi europei (Germania, Spagna, Turchia e Francia). Inoltre, “L’allieva” e la sua protagonista, Alice Allevi, presto diventeranno anche una serie televisiva, visto che i diritti del libro sono stati già venduti per una futura produzione sul piccolo schermo.
Nel 2012 poi, puntuale, è arrivato il secondo libro della serie, dal titolo “Un segreto non è per sempre”, edito ancora una volta da Longanesi. In questo secondo romanzo, Alessia Gazzola ha dato prova della sua maturazione stilistica e non solo, raccontando le gesta della sua alter ego, Alice, alle prese con un caso ben più grande del precedente, riguardante la misteriosa morte di un grande scrittore conosciuto in tutto il mondo.
Intervistata, la giovane autrice e medico legale ha risposto ad alcune domande sulla sua vita di scrittrice, e non solo.
“Medical thriller”, “forensic thriller”, thriller a sfondo “rosa”… Nell’editoria italiana, hai di certo creato un nuovo genere e le definizioni, in tal senso e ormai da due anni, si sprecano, talvolta accavallandosi tra loro. Ma che genere si sente di dare l’autrice per la sua eroina Alice Allevi?
Credo che i miei romanzi siano innanzitutto delle commedie che raccontano la vita di una ragazza comune alle prese con i piccoli problemi della vita quotidiana – sentimentali e professionali. Il fatto che poi sia un medico legale spolvera la storia con un po’ di “giallo”.
Com’è cambiata la protagonista dei tuoi due libri, da “L’Allieva” a “Un segreto non è per sempre”? Riusciresti ad immaginare per lei (prim’ancora che per te) un certo tipo di futuro, della serie “cosa farà da grande” Alice?
Alice è andata incontro a una piccola evoluzione personale, dovuta a tutti i guai combinati nel primo libro. Ma chi nasce tondo non muore quadrato, e così lei è sempre abbastanza intempestiva e maldestra. Nella mia mente ho chiaro cosa il destino ha in serbo per lei, ho materiale ancora per molti libri. Il mio sogno è di vederla diventare una brava professionista e di darle anche un minimo di stabilità sentimentale.
Nelle tue storie non c’è mai un accanimento sul cadavere e sui dettagli di sangue, ci si concentra di più sui personaggi, sulle loro intimità. Come mai questa scelta?
Probabilmente è una scelta di pudore nei riguardi della professione che svolgo realmente, quella di medico legale. E poi è un fatto di gusto personale, non amo i dettagli macabri, li consiglio pornografia thrilleristica.
Quali i tuoi riferimenti letterari?
Sono onnivora. Adoro Jane Austen, Sophie Kinsella, Alicia Gimenez Bartlett, Haruki Murakami e Marcela Serrano.
Domanda ineludibile: come fai a conciliare la tua vita di studiosa in campo accademico e quella di scrittrice? E, in ultimo, non pensi che prima o poi dovrai fare una scelta? E quale sarà?
Attualmente le due attività si conciliano senza troppe difficoltà, bisogna soltanto sapersi organizzare. Non credo che dovrò mai compiere una scelta, anche perché scrivere non potrebbe mai sembrarmi un vero lavoro: mi diverto troppo.