L’Enigma (opera di Gustave Doré)
“L’Enigma” fu dipinto da Gustave Doré nel 1871, un anno dopo la fine della guerra franco prussiana, che costò alla Francia la perdita del territorio dell’Alsazia-Lorena.
L’enigma: il quadro
Il colore grigio predomina su tutta la tela e richiama la tragicità del momento. Doré dipinge una collina disseminata di cadaveri, sulla cima della quale una sfinge accarezza una donna che la sta implorando. In lontananza, si intravede una Parigi distrutta dalle cannonate dell’artiglieria prussiana e straziata da una guerra che i francesi hanno perduto.
La sfinge è una creatura mitologica, con il volto di donna e il corpo di una leonessa, che ha sempre suscitato timore e terrore. In questo caso, però, sembra commossa dal richiamo della donna che, disperata, l’abbraccia implorandola. Forse è la Francia che chiede aiuto alla sfinge; comunque, la creatura mitologica sembra volere aiutare la donna, anch’essa ammantata da un’aurea mitologica, se non altro per le ali che le spuntano sulla schiena.
L’enigma: analisi del quadro
E’ un Doré apocalittico e tragico quello che realizza quest’opera e che ricorda il Doré delle illustrazioni della Divina Commedia, realizzate nel 1861, dieci anni prima di questo quadro. Immagini apocalittiche, grevi, drammatiche eppure bellissime, perché suscitano una visione di insieme triste, terrificante, desolante e definitiva.
Dopo questa immagine, dopo questo scenario ci può essere solo l’inferno oppure una rinascita. Sembra che il mondo, come Doré l’ha conosciuto, venga, in modo drammatico e rassegnato, salutato con questo dipinto che regala un’immagine tragica e definitiva di un evento. Il secolo volge al termine ed anche la modernità sta conquistando l’Europa. Molte nazioni perderanno la loro egemonia e nuovi fatti sconvolgeranno un’Europa sempre più influenzata e travolta da cambiamenti repentini ed epocali.